Le storie di Job Digital Lab: Viviana Fabbri racconta la sua ricetta
Cuore, attenzione, ascolto: sono le parole chiave per stare in rete scelte da Viviana Fabbri, Marketing Specialist presso Gino Fabbri Pasticcere. Parole che ha imparato e assaporato tra la cucina di casa e il laboratorio in pasticceria.
Viviana condividerà la sua passione il prossimo 30 maggio a Bologna durante l’evento “Food 4.0: raccontare la propria identità d’impresa nella piazza digitale”, nell’ambito del programma formativo Job Digital Lab. La formazione che ti mette in gioco.
Anticipiamo alcuni passaggi della sua storia con l'aiuto di Nicoletta Vulpetti, appassionata di racconti d'identità. E continuiamo ad arricchire anche la terza edizione del programma formativo Job Digital Lab, ideato con ING Italia, con le storie delle persone protagoniste di un cambiamento, personale e di comunità.
Sono figlia d’arte: Gino Fabbri è mio padre.
La pasticceria non è stata da subito l’orizzonte verso cui proiettare il mio futuro: all’università avevo scelto farmacia.
Ho iniziato a venire in pasticceria nel 2003, dopo la maturità, per dare una mano ai miei nei periodi di picco e il sabato mattina.
Poi è diventata la mia scelta definitiva: avevo capito quale poteva essere il mio contributo.
I dolci rappresentano più di un cibo per il corpo. Sono una carezza nei momenti di tristezza e sono una sottolineatura delle occasioni di festa.
Ci sono clienti che ce lo dicono: quando la malinconia si affaccia, vengono da noi, si siedono a un tavolino, prendono una cioccolata calda, una tartelletta alle mele, e si sentono subito coccolati.
Volevo prendermi cura di questa relazione.
Nel 2010 sono passata a tempo pieno.
Ho iniziato dal sito: ho cominciato a capire cosa raccontare e come, per nutrire il legame con le persone che ci sceglievano. Siamo un po’ fuori Bologna: da noi non ci passi, devi venirci apposta.
E le persone vengono per la qualità dei nostri prodotti e perché sanno che sono attese, come quando accogli qualcuno a cui vuoi bene.
Dal sito, ho poi allargato lo sguardo ai canali social: ho portato la relazione anche su facebook e instagram.
Durante il Covid, abbiamo cercato di far sentire la nostra vicinanza in un periodo così difficile.
Ho chiesto a mio padre di farsi registrare mentre preparava delle ricette nella loro cucina.
Si è fidato, mi ha detto di sì e abbiamo creato una piccola ma stretta community che interagiva.
I social sono un mondo che cambia in continuazione: occorre studiare, provare, avere la sensibilità per capire cosa funziona e cosa no.
Cuore, attenzione, ascolto: queste sono le parole chiave della nostra narrazione.
Raccontiamo la passione che ci mettiamo nello scegliere l’ingrediente giusto, che abbiamo cercato, assaggiato, provato, prima di proporlo ai nostri clienti.
Raccontiamo la cura minuziosa che sta dietro a ogni preparazione: niente è a caso e niente è tirato via.
È il nostro modo per dimostrare il nostro amore e rispetto per chi ci sceglie.
E poi, non c’è relazione senza ascolto: i clienti sono parte attiva del nostro fare impresa, come potrebbe essere altrimenti?
Di fronte a nuove possibilità, io mi dico sempre: prova.
Se c’è una cosa che stare in pasticceria mi ha insegnato è che non bisogna mai abbattersi quando una ricetta non viene al primo tentativo: l’impegno, alla fine, produrrà i suoi risultati.