Job Digital Lab con ING Italia: progetto di turismo digitale messo punto con StartUp Lab
"Ho partecipato allo StartUp Lab per capire come mettere a terra la mia idea di turismo digitale", racconta Beatrice Rapaccini, ingegnere aerospaziale, docente di matematica, cofondatrice del Maker Space di Fabriano e facilitatrice della comunità Learning Creative Learning (LCL). Beatrice ha partecipato al percorso formativo dedicato alle donne di Job Digital Lab. La formazione che ti rimette in gioco” per dare forma e concretezza al suo nuovo progetto.
"Il percorso che ho fatto con le altre partecipanti e i docenti ha attivato le mie energie: ho messo meglio a fuoco il progetto e ho compreso che orientamento dargli. Ora per partire mi manca solo trovare chi voglia farlo con me...”.
Con l'aiuto di Nicoletta Vulpetti, appassionata di racconti d'identità, arricchiamo la seconda edizione del programma formativo di Job Digital Lab. La formazione che ti rimette in gioco, ideato con ING Italia, con le storie delle persone protagoniste di un cambiamento, personale e di comunità.
Ne ha fatte più Beatrice che Carlo in Francia.
Questa in sintesi sono io.
Tutto parte da Terni, a cui segue Milano, Tolosa, Ancona, Modena, Jesi, Fabriano e ora Älmhult, in Svezia, dove è nata l’Ikea.
Sono una che non pianifica a lungo raggio: non so mai come rispondere alle tipiche domande “come ti vedi tra 5 anni?”, perché io mi vedo nel presente.
Ho sempre cercato la strada meno comoda: mi attraggono le situazioni complesse, quelle in cui sperimentarsi, ma senza nessun delirio di onnipotenza. A guidarmi è sempre stata la curiosità e la voglia di conoscere me stessa, le persone, i luoghi che ho attraversato.
La mia esplorazione ha inizio a 16 anni, quando entro a far parte di un gruppo di volontari di tutte le età per la tutela di Castelvecchio di San Gimignano, un sito medioevale abbandonato.
Prosegue all’università: ingegneria aeronautica a Milano. Avevo come tutor Amalia Ercoli Finzi, la prima donna in Italia a diventare ingegnere aerospaziale. Una persona straordinaria, che mi ha guidata nella prima avventura: l’Erasmus a Tolosa, quando l’Erasmus non lo faceva ancora nessuno.
Di quel periodo ricordo ancora gli appuntamenti telefonici con i miei genitori e il fidanzato: di cellulari all’epoca neanche l’ombra.
Poi è venuto il resto: il lavoro, la famiglia con il fidanzato, anche lui ingegnere aeronautico, diventato marito, i tre figli e il nostro girovagare.
Ovunque siamo stati, abbiamo cercato di far parte della società civile: a Modena abbiamo fondato una scuola Waldorf, a Fabriano uno dei primi Maker Space nella biblioteca pubblica, dove bambini, ragazzi, adulti, anziani già dal 2013 sperimentavano le nuove tecnologie.
Ad un certo punto ho dato un’altra direzione alla mia vita professionale: nell’aiutare bambini in difficoltà nel doposcuola, ho pensato di poter fare l’insegnante e ho abbandonato tutto.
Mentre ero incinta del mio terzo figlio, mi sono messa a fare la scuola di specializzazione per l’insegnamento. Da lì in poi ho fatto la professoressa di matematica per 14 anni - per me, il lavoro più bello del mondo - fino al 2017, quando ci siamo trasferiti in Svezia, seguendo una proposta di lavoro di mio marito.
Ora sono di nuovo in fermento. Ho partecipato allo Start Up Lab per capire come mettere a terra la mia idea: vorrei far conoscere persone, associazioni, musei che si trovano in Italia con le corrispondenti organizzazioni dei paesi scandinavi attraverso un progetto di turismo digitale.
È una scintilla, ma il percorso che ho fatto con le altre partecipanti e i docenti, ha attivato le mie energie: ho messo meglio a fuoco il progetto e ho compreso che orientamento dargli.
Ora per partire mi manca solo trovare chi voglia farlo con me, perché ho imparato che da sola non mi piace fare niente, l’unico modo in cui riesco e voglio fare è insieme: sennò che senso ha?”