Le storie di Job Digital Lab: come si trasforma un’azienda... con il sorriso
“Ci piace definirci artigiani della tecnologia sostenibile: è nel nostro dna recuperare e riciclare i materiali, vietato buttare”, racconta Giuseppe Stella, amministratore delegato di Stella All In One. “Sono orgoglioso di quello che faccio, ma non c’è successo che si possa raggiungere da soli: io ringrazio sempre tutti, perché è uniti che si affrontano e vincono le sfide".
Giuseppe Stella racconta la sua storia il prossimo 27 aprile a Matera durante l’evento Impresa 5.0: quando la trasformazione digitale si fa sostenibile, nell’ambito del programma formativo Job Digital Lab. La formazione che ti mette in gioco.
Anticipiamo alcuni passaggi della sua storia con l'aiuto di Nicoletta Vulpetti, appassionata di racconti d'identità. E continuiamo ad arricchire anche la terza edizione del programma formativo Job Digital Lab, ideato con ING Italia, con le storie delle persone protagoniste di un cambiamento, personale e di comunità.
Sono nato in una famiglia di autotrasportatori: è da qui che prende le mosse la Ditta Stella.
Però io sono sempre stato uno curioso, con la voglia di sperimentare.
Così, nel tempo, siamo passati dai traslochi privati alla logistica dell’arredamento per grandi strutture: alberghi, ospedali, scuole.
In quasi 26 anni abbiamo non solo diversificato il lavoro, ma abbiamo aperto anche una sede in Veneto: la nostra regione ci andava un po’ stretta, quindi siamo andati là dove c’era l’eccellenza della produzione di quello che volevamo trasportare.
Ora siamo in 30 in azienda e il nostro know how è tutto interno: dalla presa presso le aziende, all’installazione, al recupero degli imballaggi.
Ci piace definirci artigiani della tecnologia sostenibile: è nel nostro dna recuperare e riciclare i materiali, vietato buttare. Infatti, siamo società benefit e pmi innovativa.
Abbiamo, inoltre, messo a valore il paradigma dell’industria 4.0 unendo l’esperienza maturata in campo, ottenendo tre brevetti di invenzione industriale e diversi premi: non c’è cosa che non riusciamo a movimentare, sempre con l’attenzione massima all’ambiente. Da qui è nato il Tekbin, cassonetto intelligente per lo stoccaggio sicuro, la distruzione certificata e il corretto smaltimento del rifiuto cartaceo.
Le sfide più belle sono state quelle che hanno avuto come oggetto le opere d’arte.
Nel 2019 siamo andati a prendere nella Cattedrale di Toledo la “Madonna del velo” di Raffaello, che tornava per la prima volta in Italia dal 1676, per essere esposta nel Museo Diocesano di Matera.
Ben 2700 chilometri di strada!
Abbiamo preparato tutto nei minimi particolari, sviluppando anche le tecnologie che occorrevano per trasportare in sicurezza un carico così prezioso.
I nostri camion, per esempio, sono tutti idropneumatici: hanno le sospensioni ad aria, grazie alle quali il 90% delle buche è neutralizzato. Inoltre, le nostre casse tailor-made specifiche per il trasporto delle opere sono tutte dotate di data logger, capace di leggere la temperatura e l’umidità interna e di rilevare la presenza di scossoni che possono rovinare l’opera.
Ogni volta che parte un carico del genere, la responsabilità è notevole durante tutto il tragitto, ma poi la gioia è tanta quando la consegniamo allo sguardo delle persone.
Sono orgoglioso di quello che faccio, ma non c’è successo che si possa raggiungere da soli: io ringrazio sempre tutti, perché è uniti che si affrontano e vincono le sfide.
Qui siamo come una famiglia: ci diamo da fare, ma sempre con il sorriso, perché alla fine quello che conta è stare bene insieme.