LinkedIn, Le competenze per ripartire: conosciamo in anteprima Barbara Reverberi
Mentore per freelance, coach e consulente nella formazione, LinkedIn Top Voice Lavoro 2022, Giornalista. Questa la descrizione professionale condivisa sul profilo LinkedIn da Barbara Reverberi, la prossima protagonista della sessione formativa "Linkedin: le competenze per ripartire", in programma il 25 ottobre, dalle 17 alle 18. Condividiamo l'intervista realizzata da Onelia Onorati, che ci aiuta a capire perché l'incontro con la mentore Barbara è così prezioso, soprattutto perché si avvia o ha già intrapreso un percorso di lavoro autonomo.
Mentore gentile… che cosa vuol dire? In che cosa si riconosce uno stile gentile nel mentoring?
Grazie per avermi posto questa domanda. Perché chiarisce il punto di vista e di partenza. Mi definisco mentore perché nei miei percorsi e nella formazione condivido la mia esperienza personale, quella che rende ciò che propongo unico e diverso. Ciascuno di noi ha il proprio “perché”, raccontarlo accompagna chi ci ascolta in una dimensione condivisa, dove si percorre un pezzo di strada insieme in uno scambio continuo. Ho aggiunto l’aggettivo gentile perché sono convinta che oggi la gentilezza sia uno stile di vita. Un mindset da allenare per sorridere alla vita anche quando ci propone un upgrade attraverso un passaggio di livello. Il mentore gentile si pone in ascolto dell’altro e di se stesso e con l’altro elabora una strategia di crescita che contempla dei vasi comunicanti: nessun giudizio, solo curiosità delicata, per lavorare cuore a cuore verso il nostro obiettivo.
Sei ‘nata’ coach o c’è stata un’evoluzione personale, un cambiamento delle tue priorità personali e di carriera?
Vi svelo un segreto: professionalmente sono nata giornalista. Ho cominciato a occuparmi di comunicazione molto presto, quando ancora frequentavo l’università nel corso di laurea in Lingue straniere. Il perché lo potete immaginare: poter comunicare in ogni parte del mondo.
Prima la tecnica e ora la pratica. Quando sono diventata freelance avrei voluto qualcuno che mi dicesse cosa fare e come farlo. Ho invece fatto da sola, sbagliando, cadendo e rialzandomi tante volte. Oggi sono solo più saggia, ma ho ancora così tanto da imparare!
Ecco così sono cambiate le mie priorità in effetti e ho cominciato a studiare, ho cercato colleghi con cui condividere e collaborare, ho fondato Freelance Network Italia e oggi mi definisco una mentore con strumenti da coach. Rifarei tutto quello che ho fatto. Perché quando si apprende sperimentando è tutta un’altra storia.
Tu hai seguito molteplici realtà dal punto di vista della comunicazione e in qualità di mentore vieni in contatto con tante storie differenti. Ti manca una continuità in questo senso, un’organizzazione unica all’interno della quale lavorare? Ritieni che il futuro sia ormai fatto di tanti incontri e che la condizione del lavoro fisso per tutta la vita sia destinata a tramontare per sempre?
Sono le storie diverse a rendere così ricca ogni esperienza. Freelance Network Italia è quella realtà condivisa, ma non mi basta. Amo incontrare le persone durante eventi e conversare con loro per capirne la filosofia di vita e i bisogni. Da lì riparte ogni giorno la mia ricerca.
Penso che tutti, sì proprio tutti, dovrebbero conoscersi meglio e scoprire le proprie risorse per essere sempre in grado, in qualunque passaggio di vita, di rialzarsi e reinventarsi. Il posto fisso come lo intendevano i miei genitori - ho 52 anni eh! - non esiste più. Ai miei figli trasmetto la passione e la voglia di andare oltre le incertezze: credere in se stessi porta sempre un passo avanti. Ecco perché sono convinta che nelle scuole superiori andrebbe introdotta come materia consapevolezza e autoimprenditorialità.
Tutti possono scegliere una carriera da freelance? Quali sono le doti indispensabili per farlo?
Essere freelance non è per tutti e dipende molto dai propri valori. Per questo vanno scoperti, riconosciuti e coltivati. La mia esperienza mi ha insegnato che quando mi sono allontanata dai miei valori ho sofferto. E sì, sono cresciuta professionalmente e umanamente, ma quanto spreco di energia.
Quando si cresce i puntini si uniscono se hai saputo disegnare una rotta morbida, gentile appunto, capace di accompagnare, ma anche di lasciare andare. Ecco perché le doti indispensabili sono: passione, curiosità, proattività (le cose non arrivano a pioggia, occorre andarsele a cercare), autoefficacia, responsabilità, ironia, umiltà mista a consapevolezza del proprio valore.
Tre requisiti che si possono apprendere o migliorare per raggiungere la piena realizzazione professionale?
Tutto si può apprendere se si ha l’intenzione di imparare e qualcuno che ci aiuta a comprendere più rapidamente. Lo dico soprattutto ai giovani che possono creare una relazione migliore con il tempo. Da questa dipende la nostra capacità di organizzarci e dare le giuste priorità. C’è un tempo per imparare e uno per agire e sbagliare. Tre requisiti irrinunciabili? Sviluppare un mindset dinamico e aperto, coltivare l’immaginazione, saper fare insieme.
Tre caratteristiche che invece sono innate per essere felici nella vita?
Non credo molto nelle caratteristiche innate. Credo nel cambiamento e nel “mindset flux”, introdotto da April Rinne, per cogliere l’invisibile, imparare a perdersi per riscoprirsi, iniziare ogni relazione o lavoro con fiducia e divertimento. Stiamo sempre imparando.
La vita è come uno specchio e comincia a sorriderci quando la guardiamo sorridendo. Le difficoltà ci sono e tutti i giorni ci insegnano a creare qualcosa di nuovo per superarle. A volte è meglio farlo insieme, altre il silenzio è un grande maestro, in ogni caso invece l’ascolto ci aiuta a riflettere.
Che cosa dire a chi vuole riqualificarsi o si avvicina per la prima volta al mondo del lavoro?
Siate voi stessi. Non c’è più un mondo del lavoro e una vita privata da proteggere. Quando ogni giorno diventa un’occasione per crescere in un mondo che continua a cambiare, vince chi sa guardarsi dentro, leggere le proprie emozioni e andare avanti, passo dopo passo. Importante è avere un’idea della propria rotta e farsi tante domande. Cosa mi piace? Cosa mi dà energia? Cosa me la sottrae? In cosa sono straordinari*? Cosa potrei fare meglio? Chi potrebbe aiutarmi? Cosa mi serve per raggiungere questo obiettivo? Porsi le domande giuste apre la mente e migliora il nostro dialogo interiore. Così la vocina che abbiamo dentro diventa un nostro alleato e ci spinge a fare sempre meglio per essere davvero unici. E sapete una cosa? Quando ci sentiamo unici, abbiamo qualcosa di diverso e nuovo da raccontare. E gli altri se ne accorgono.