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Un lavoro fatto di scatti

Le storie di Job Digital Lab
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Un lavoro fatto di scatti

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Job Digital Lab con ING Italia: la storia di Giulia che racconta Siena con Polaroad

Con due amiche siamo partite da quello che conoscevamo meglio, la nostra città e dalla nostra comune passione, la fotografia istantanea. Noi viviamo in un museo a cielo aperto: volevamo valorizzarlo in modo diverso, meno convenzionale... e  far diventare Polaroad un’esperienza da esportare.

Giulia Valacchi, giovane imprenditrice di Siena, ha partecipato all’evento di Job Digital Lab realizzato in collaborazione con la Camera di Commercio Arezzo Siena, per testimoniare con la sua storia che c’è sempre tempo e modo per rimettersi in gioco! [vedi la notizia Job Digital Lab ad Arezzo].

Con l'aiuto di Nicoletta Vulpetti, appassionata di racconti d'identità, arricchiamo la seconda edizione del programma formativo, ideato con ING Italia, con le storie delle persone protagoniste di un cambiamento, personale e di comunità.

 

A 18 anni, preso il diploma, volevo fuggire da Siena. Così sono approdata a Roma e poi, con la laurea in economia in tasca, ho preso il largo. Prima Lisbona e dopo Ginevra. In tutto, sono stata 10 anni fuori dall’Italia.

A Ginevra lavoravo come statistica economica per il Wipo, agenzia dell’Onu per la tutela della proprietà intellettuale. Un bel posto, ben remunerato: la prosecuzione ideale della mia formazione.

Ma poi, a 30 anni, dopo aver visto il mondo, ho deciso che volevo tornare dove mi sentivo a casa. In Svizzera non riuscivo a proiettare me stessa, il mio futuro, a lungo termine.

Quando tornavo a Siena, invece, ritrovavo chi ero non solo nelle persone con cui ero cresciuta, ma anche nel territorio che era stato il teatro dei miei primi 18 anni: sentivo risuonare una vibrazione di fondo che mi faceva sentire parte di qualcosa.

Così ho deciso: torno a Siena. Non è stato facile, per niente.

Alcuni all’inizio pensavano che fossi impazzita, ma io sono andata dritta per la mia strada: la vita è mia.

Con due mie amiche abbiamo creato Polaroad: siamo partite da quello che conoscevamo meglio, la nostra città e dalla nostra comune passione, la fotografia istantanea.

Noi viviamo in un museo a cielo aperto: volevamo valorizzarlo in modo diverso, meno convenzionale. Così sono nate le nostre guide alternative: 3 per bambini e 2 per gli adulti, in cui abbiniamo cacce al tesoro fotografiche con i racconti tradizionali e meno noti, che fanno parte dei ricordi delle nostre famiglie.

A maggio del 2019 apriamo il nostro negozio, dove affittiamo le macchine fotografiche, vendiamo le nostre guide e oggetti ricordo per chi viene a conoscere Siena. Dietro l’angolo, però, c’è la pandemia: abbiamo utilizzato il tempo di chiusura forzata per potenziare l’e-commerce.

Ora il negozio è di nuovo aperto, ma il nostro obiettivo è quello di far diventare Polaroad un’esperienza da esportare: perché non pensare a un network di giovani che valorizzano il proprio territorio attraverso il punto di vista di chi quella città ce l’ha dentro?

A chi mi chiede se rimpiango la mia scelta, io rispondo mille volte no. La sera vado a dormire serena e la mattina mi sveglio con la voglia di affrontare la giornata. La nostra generazione è stata cresciuta con l’imperativo di essere fluida, di doversi adattare a condizioni di lavoro diverse dal passato.

Bene, abbiamo imparato a essere flessibili e lo sfruttiamo anche a nostro favore: non mi precludo nulla riguardo al futuro. Se tra 3 o 4 anni non dovessi stare più bene con la scelta che ho fatto, cambierei.

Ho imparato a sciare a 25 anni, quando invece ti dicono che se non impari da piccola, non potrai più farlo. Ora scio benissimo.

Non si può vivere per gli altri: devi difendere il tuo benessere. E c’è sempre tempo per farlo: è troppo tardi solo quando si è morti.

 

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