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La forza della fragilità

Il lavoro femminile come strumento di inclusione e ripartenza

La forza della fragilità

La forza della fragilità

Il lavoro femminile come strumento di inclusione e ripartenza

"Parlare di soldi (non di denaro, ma proprio di soldi!) è già di per sé un atto militante", ha detto Azzurra Rinaldi, alias “La Prof”, tra le protagoniste dell’incontro “Il lavoro femminile come strumento di inclusione e ripartenza”. L’appuntamento di martedì scorso, 29 ottobre, a Palazzo Wedekind, è stato organizzato dalla Fondazione Gi Group e ci ha coinvolti insieme a realtà come Fondazione Ente dello Spettacolo e Fondazione Maria Lattuada onlus, con la media partnership della testata Vita. L’incontro ha acceso un faro sul lavoro come mezzo di evoluzione e libertà per le donne. Tra i relatori anche la nostra direttrice generale Mirta Michilli, che ha presentato le azioni che la Fondazione mette in campo per rinforzare l’empowerment femminile, presentando una giovane donna, Sara Alushaj, coinvolta in uno dei nostri progetti di formazione continua [vedi la notizia "Dig4All ha guarito una parte di me"].

“La Fondazione usa la tecnologia, come l'intelligenza artificiale, per personalizzare l'apprendimento e superare le barriere sociali. Le competenze digitali rivestono un ruolo cruciale, in particolare per le donne, e noi le mettiamo al centro di iniziative come Coding Girls, che promuove la parità di genere e il pensiero critico”, ha dichiarato Mirta. 

Sara è una ragazza di origine albanese, a Bologna da tre anni per curare una patologia importante. Ha partecipato al progetto Dig4All seguendo il percorso Social Media Marketer, e ha raccontato come la formazione l’ha motivata e le ha cambiato la vita, portandola fuori almeno mentalmente dall’ospedale dove si sta curando, e consentendole di riattivarsi nel mondo del lavoro in un Paese per lei sconosciuto. “Sto imparando a curare i fiori del mio giardino, e il primo sono proprio io, con la mia vita, le mie competenze”, ha detto Sara.

“Sperimentiamo progetti concreti per il lavoro sostenibile che deve essere dignitoso, equo, continuativo, inclusivo e che non deve sottrarre risorse alle nuove generazioni", ha raccontato Chiara Violini, presidente Fondazione Gi Group. "Con Destination Work, la nostra attività di Corporate Social Responsibility mettiamo a disposizione della comunità le nostre competenze e il nostro know-how attraverso iniziative ed eventi in tutto il territorio italiano”.

Azzurra Rinaldi, che ha fondato la società di consulenza e formazione Equonomics, ha posto l’accento sull’importanza dell’indipendenza economica, rilevando come “i soldi storicamente sono legati al potere ed è per questo che le donne sono in posizione di svantaggio. Il 70 per cento della ricchezza secondo il Boston Consulting Group è ancora in mano agli uomini”. Come ribaltare questa disparità? Con il lavoro! “Le donne che lavorano sono libere, sostengono il prodotto interno lordo ma scelgono anche di avere più figli. Contro la violenza economica, spesso legata alla dipendenza dal partner, ci vuole un approccio sistemico ma anche un cambio di atteggiamento, un’attitudine a parlare di denaro con disinvoltura senza remore o imbarazzi, anche con le proprie amiche”.

A parlare delle misure che l’Inps mette in campo sia verso le sue dipendenti che nei confronti delle lavoratrici c’era anche Eleonora Paladino, vice presidente Cug Inps. Monsignor Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, ha commentato la Proiezione del cortometraggio Dovecote realizzato dal regista Marco Perego, con la famosa attrice Zoe Saldana e Marcello Fonte. Si tratta di una delle video installazioni del padiglione della Santa Sede alla 60esima edizione della Biennale Arte di Venezia, che si trovava nel Carcere femminile dell’Isola della Giudecca. “Il cortometraggio è basato sulla storia vera di una detenuta che al termine della pena non voleva più uscire… a dimostrazione che il carcere può essere un luogo per la nascita di comunità, può essere una casa, oltre che un vero e proprio ambiente di lavoro”.

Tra i relatori, moderati da Maria Cristina Origlia, giornalista socioeconomica e presidente del Forum della Meritocrazia, c’era anche Patrizia Omati, presidente della Fondazione Maria Lattuada.

Il racconto dell'incontro e le interviste sono a cura di Onelia Onorati, che si occupa dell'ufficio stampa per la Fondazione Mondo Digitale.

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