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La prof "magistra"

I docenti della scuola del noi
Fondazione Mondo Digitale

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I docenti della scuola del noi: un percorso di integrazione culturale

Dopo della pausa estiva riprendiamo gli appuntamenti settimanali con i Docenti della scuola del noi. L'approfondimento di oggi ci porta in Puglia per conoscere Chiara Ivana Cuccorese, laureata in Lettere classiche, indirizzo filologico-linguistico, e docente di materie letterarie, latino e greco. La scrittura è sempre stata la sua passione ed è autrice del volume di poesie “Sogno, seduzione e sentimento” (Ismeca, 2009). Ha acquisito il titolo di “Formatore in valutazione degli apprendimenti e di sistema”, rilasciato a Bari nel 2015 dall’Ufficio scolastico regionale, ed è stata formatrice per Mondadori e Rizzoli Education.

Con i docenti della scuola del noi Chiara Ivana ha sviluppato un percorso didattico collaborativo basato sul virtual service learning per affrontare il tema dell’integrazione culturale.

Come di consueto condividiamo un breve video di auto presentazione e poi l'intervista curata dalla ricercatrice Ilaria Gaudiello, che coordina i lavori della comunità open source dei docenti e formatori.

 

 

L'INTERVISTA

Cosa significa per te insegnare?

Mi piace pensare all’insegnante come a un intellettuale, un mediatore di culture, capace di educare alla cittadinanza del mondo, alla civiltà del dialogo, all’etica globale. Per i miei discenti spero di essere magistra nel senso latino del termine, capace di lasciare un segno nei propri studenti e di muoverli verso quel sapere che ha sapore e che possa dare a ciascuno la possibilità di scegliersi una vita cui dare valore.

Quali valori guidano la tua missione di insegnante e formatrice?

Sono convinta che base e fondamento della convivenza civile sia la nostra Costituzione, essa contiene i valori che sono diritti e doveri fondamentali in uno Stato che voglia essere civile. Oggi più che mai abbiamo bisogno di docenti che sappiano trasmetterli con la forza dell’esempio.

Come immagini la scuola del futuro?

Come una scuola fondata sull’importanza della ricerca di senso, aperta alle letterature straniere, con un approccio interdisciplinare, capace di stabilire connessioni tra l’immaginario attuale dei giovani e l’immaginario storico. Le misure governative che si sono succedute, purtroppo, hanno a volte burocratizzato la docenza. Spero che la scuola del futuro incoraggi la funzione di insegnante come mediatore culturale e intellettuale, capace di stabilire un collegamento tra valori diversi e diverse visioni del mondo, fra l’orizzonte del passato e quello del presente, per elaborare insieme ai suoi studenti nuove la ricetta della scuola perfetta: innovazione, qualità, inclusione.

Platone scriveva “L’uomo è un animale domestico e tuttavia se riceve una corretta educazione e ottiene buone disposizioni dalla natura, allora di solito diviene l’essere più divino e civile che c’è. Se però non ha goduto di una sufficiente educazione, o ha avuto una formazione sbagliata, allora si trasforma nel più feroce degli animali che la terra abbia mai generato. Ecco quindi il motivo per cui l’autorità che stabilisce le leggi non deve mai far scivolare in secondo piano, fra i problemi di poco conto la questione dell’educazione dei giovani. E anzi la sua prima preoccupazione dovrà essere quella di garantire una buona scelta di chi avrà il compito di prendersi cura dei giovani”. La scuola del futuro dunque è una leva strategica del paese, in grado di instillare nei futuri cittadini il senso del rispetto della persona, il senso della legalità e le meravigliose prospettive che si aprono nell’incontro con le diversità.

Nella tua carriera di docente, in che modo il digitale ha supportato innovazione e inclusione?

Nella mia carriera di docente il digitale è stato uno strumento fondamentale per supportare la motivazione e la creatività dei discenti e credo, con un’accelerazione senza precedenti nella storia, nel corso della pandemia da Sars-Cov2, è stata anche uno strumento fondamentale in fase valutativa.

Perché hai deciso di aderire alla Scuola del Noi?

Perché la vera ricerca e sperimentazione può nascere solo dal confronto. Spesso nella scuola i docenti sono solisti, mentre la Scuola del Noi unisce i talenti per amplificarne il potere trasformativo e da valore e forza concreta alla collaborazione, al lavoro di squadra.

Vuoi raccontarci questa esperienza?

Con il mio team abbiamo costruito un progetto di Virtual Service Learning dal titolo “Venuti da lontano”, che ha l’obiettivo ambizioso di costruire la cultura del rispetto delle diversità e della solidarietà. “Ho l'audacia”, diceva Martin Luther King, “di credere che i popoli di tutta la terra possano ottenere tre pasti al giorno per il loro corpo, istruzione e cultura per la loro mente, dignità, uguaglianza e libertà per il loro spirito. Rimarremo insoddisfatti finché l’integrazione non apparirà più come un problema, ma come un’opportunità per partecipare alla bellezza della diversità”. Siamo convinti che la scuola abbia una responsabilità ma anche l’opportunità di costruire un futuro migliore fondato sul rispetto della persona e sulla solidarietà.                                                                                                                             

Un altro progetto didattico nel cassetto?

Con la scuola del Noi mi piacerebbe costruire un lessico frequenziale della lingua greca, attraverso l’uso della realtà aumentata. Sono certa che servirebbe a potenziare le capacità mnestiche, ad associare con forza significato e significante, dando l’opportunità di lavorare anche in funzione della costruzione dell’etimologia. Per questo mi sento di consigliare la lettura del saggio di Vera Gheno “Potere alle parole”, perché aiuta a comprendere come la vera libertà di una persona passa dalla conquista delle parole.

Cosa auspichi per il futuro della community della scuola del noi?

Auspico che la Scuola del Noi possa essere coinvolta in modo sempre più significativo sul territorio nazionale nei processi di formazione dei docenti per sostituire nella scuola italiana l’Io con il Noi, promuovendo così lo spirito di collaborazione da cui nasce ogni forma di ricerca e sperimentazione.

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