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Ci mettiamo il cuore

Il racconto di Smart & Heart Rome alla radio web di Unitus
Foto di Dolf Maurer da Pixabay

Ci mettiamo il cuore

Ci mettiamo il cuore

Il racconto di Smart & Heart Rome alla radio web di Unitus

Lo scorso mese Cecilia Stajano e Vincenzo Sivero sono stati protagonisti dell’ottava puntata della trasmissione radiofonica “Generazione In²” di Radio Unitus, web radio ufficiale dell’Università degli Studi Della Tuscia, a cura di Giorgio Graziotti e Juri Taborri, che li hanno intervistati. 

Onelia Onorati ha curato una sintesi della puntata, che si può ascoltare integralmente qui .

Cecilia e Vincenzo hanno parlato di inclusione, della storia della Fondazione e dei progetti, raccontando in particolare il percorso Smart & Heart Rome che ha coinvolto anche l’Università della Tuscia. Il Dipartimento di Economia, Ingegneria, Società e Impresa ha lavorato con studenti e docenti dell’istituto Einstein Bachelet di Primavalle per creare A.R.I.A.- Arduino per il Rilevamento dell’Inquinamento Ambientale, di anidride carbonica, azoto, biossido di zolfo, benzene e particolato PM 2,5 presentato nel contest universitario AgroBot della RomeCup 2024.

Chi siamo
Cecilia: “Sono entrata nella Fondazione Mondo Digitale l’anno successivo alla sua nascita. La scelta del nome si riferisce al mondo come inclusione di tutti i luoghi e tutte le persone, mentre il digitale è ciò che lo rende inclusivo perché lo connette. Nel portare avanti il nostro lavoro di tutti i giorni vi è sempre il motivo conduttore del mettere in collegamento tutti. Di questa connessione fanno parte anche, naturalmente, le scuole. Anzi è proprio dalla scuola che occorre partire quando si vuole trasmettere un concetto, poiché uno studente formato può irradiare questa sua conoscenza al resto della società. Anche Smart & Heart è un esempio virtuoso di questa dinamica. Quando siamo nati l’ispiratore è stato Tullio De Mauro e la sua sensibilità e il suo impegno verso l’alfabetizzazione digitale degli italiani. 

Siamo internazionali
Cecilia: Uno dei nostri progetti più internazionali è Coding Girls, giunto ai dieci anni quest’anno. Nato grazie al sostegno della Missione Diplomatica Usa in Italia, si rivolge soprattutto alle giovani donne nell’ottica di orientarle agli studi tecnico-scientifici. Negli atenei ci rivolgiamo a giovani universitari affinché’ si trasformino in formatori e role model per queste ragazze”. 

Internazionalizzazione è anche la parola che secondo Vincenzo si può accostare al progetto Smart & Heart Rome: “stiamo lavorando per estenderlo all’Europa e ai paesi extraeuropei. Ma anche sostenibilità è una delle componenti forti del progetto. Proprio grazie alla collaborazione con l’Università della Tuscia è nato un Pcto per cui i ragazzi hanno creato un prototipo che ha partecipato poi al contest della RomeCup, il multi evento dedicato all’innovazione. Questa attività si è svolta a Primavalle, una zona periferica e abbastanza difficile di Roma, dove si è creato un contesto molto partecipativo e inclusivo. Siamo presenti anche in quartieri dove è difficile far emergere le proprie potenzialità come Tor Bella Monaca, Corviale, Primavalle e più in generale in tutte le periferie romane. Vogliamo far capire ai ragazzi che possono lavorare a qualcosa di bello. In parallelo si lavora anche sui docenti, affinché possano veramente educare, nel senso originario della parola, cioè “tirare fuori”, perché siamo convinti che in ogni persona ci sia qualcosa da tirar fuori. Questo processo vuole inoltre essere sostenibile in maniera olistica, coinvolgendo i genitori e tutto il territorio, affinché la scuola possa essere un punto di riferimento”.

Siamo inclusivi
Cecilia: “Per me inclusione è una parola che fa “ecosistema” nel senso che lega e fa rete, e permette di vivere bene. Se riflettiamo, la parola inclusione comprende anche il suo opposto esclusione, quindi in un certo senso sarebbe più giusto parlare di “complessità”, che è una parola che riassume meglio sia inclusione che esclusione.

Ci mettiamo il cuore
Vincenzo: “Ho lavorato a Napoli nei quartieri spagnoli e a Scampia in contesti difficili, per me non è possibile senza metterci il cuore. È l’unico modo per entrare in contatto con i giovani, che comunicano con le emozioni. Il cuore serve anche ad accogliere tutte le complessità del mondo giovanile. Quindi la parola heart nel titolo del progetto sta proprio a significare che non c’è bisogno solo della tecnologia, ma di una tecnologia condotta dal cuore e da tutta quella emotività necessaria ogni volta che ci confrontiamo con l’altro”.

Cecilia: “se il cuore pulsa, può andare oltre l’ostacolo, che è rappresentato anche dall’ambiente ostile della periferia. Parte tutto dal cuore perché se questo batte al giusto ritmo noi funzioniamo bene come essere umani. Oltre al cuore è necessario anche il coraggio, per fronteggiare situazioni che non riusciresti ad affrontare con la sola razionalità”.

Generazione In²” nasce dall’esigenza di valorizzare le strategie di internazionalizzazione e di inclusione dell’Università degli Studi Della Tuscia. Il progetto radiofonico ha l’obiettivo di partire dal punto di vista degli studenti, che in ogni puntata racconteranno le loro esperienze di inclusione e integrazione in maniera inedita mettendo in luce l’importanza del condividere il loro bagaglio di esperienza, creando nell’Ateneo una agorà digitale e multiculturale, che nasca proprio dalla messa in comune di tali esperienze. Il podcast “Generazione In²” è un ponte tra gli studenti, l’ufficio mobilità e cooperazione internazionale e l’ufficio inclusione ed equità, che, attraverso Radio Unitus, promuoveranno tutte le attività e tutti i progetti volti alla valorizzazione degli aspetti legati all’internazionalizzazione e all’inclusione.

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