Vagone FMD: la sintesi del nono incontro a Binario F
Molte imprese hanno iniziato a investire nel metaversoe il 95% dei manager aziendali si aspetta un impatto positivo sul proprio business entro dieci anni (Value Creation in the Metaverse, McKinsey&Company). Il metaverso, dunque, apre nuove strade e scenari per la vita personale e per lo sviluppo commerciale e relazionale delle imprese.
Nel nono incontro di Vagone FMD. Da 01 a 100 nel Metaverso, che si è svolto mercoledì scorso 8 febbraio presso Binario F, il focus è proprio lo sviluppo economico e la digitalizzazione delle imprese. Condividiamo gli spunti emersi nella sintesi di Onelia Onorati.
SALUTI DI BENVENUTO
Mirta Michilli, direttrice generale della Fondazione Mondo Digitale. In questi incontri riflettiamo sulle opportunità legate al metaverso. La Fondazione Mondo Digitale si occupa da venti anni di diffondere la tecnologia nella società soprattutto per chi, lasciato da solo, ha difficoltà a cogliere tali sfide. Lavoriamo sulle competenze digitali per un pubblico di 150mila destinatari, indirizzando cittadini anche molto diversi tra loro a cogliere queste opportunità al meglio.
Claudia Trivilino, Public Policy Manager Italy and Greece Meta. Meta crede che internet oggi sia ancora un mezzo di comunicazione di tipo visuale e che per questo potrà crescere ulteriormente nell’evoluzione. Per quanto ci riguarda, pensiamo che solo la realtà immersiva sia la vera evoluzione di internet e in questo siamo affiancati da realtà aziendali che condividono questa visione, come Luxottica. Regolatorie, sociali ed economiche: sono queste le sfide del metaverso oggi. Soprattutto vogliamo capire cosa sia il metaverso e cosa stia diventando. Per noi il principio ispiratore delle istanze regolamentari dovrebbe essere quello di aumentare le opportunità riducendo contestualmente i rischi.
SESSIONE INTRODUTTIVA
Eleonora Faina, direttrice generale di Anitec-Assinform. Noi che rappresentiamo le imprese dobbiamo recuperare il ruolo di corpo intermedio, il nostro compito è quello di raccontare le aziende che rappresentiamo. Rispetto al metaverso, dunque, ci mettiamo in ascolto, su cosa sia e su quali opportunità possa fornire. Ci dobbiamo sforzare di capire non solo quali investimenti possiamo mettere a disposizione ma anche entro quali orizzonti regolativi muoverci. La competizione sulla tecnologia è la frontiera della nuova geopolitica: oggi il confronto non è più solo tra eserciti armati ma tra tecnologie. Cogliere la sfida vuol dire immaginare meno regole da una parte e strumenti nuovi dall’altra, perché l'innovazione si genera quando è capace di evolversi. Una delle preoccupazioni che abbiamo è, inoltre, come far arrivare la tecnologia alle fasce più fragili della popolazione. Avere consapevolezza vuol dire avere curiosità ma anche competenza. Momenti come questi ci servono per creare soprattutto la consapevolezza che la tecnologia è uno strumento e va regolamentata.
Clarissa Tacchella, manager di Infinity Reply. Parliamo di multiverso, dal momento che si possono individuare tre macro aree: esperienze sociali di comunicazione, esperienze commerciali legate al retail, esperienze legate all’impresa in generale, dimensioni che possono avere punti di contatto ma che possono anche vivere separatamente le une dalle altre. La regolamentazione ancora manca e siamo nella fase in cui cerchiamo di capire quali siano le esigenze per poi trasferirle in esperienza “di impresa”. Nel nostro prodotto dedicato alla musica, ad esempio, abbiamo immaginato un percorso in un ambiente che ricorda un concerto, inserendo elementi di esperienza. Il giusto mux di esperienza e di dialogo è quello che in cui ad oggi il metaverso si esprime al meglio.
SESSIONE DI BRAINSTORMING E CONCLUSIONI
Con Elisa Amorelli, coordinatrice comunicazione, rapporti istituzionali e marketing sociale Fondazione Mondo Digitale
Luigi Nave, senatore e membro della nona commissione permanente (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare). Oggi a mio avviso una componente molto appetibile è costituita dal gaming. Ma grazie a questa esperienza intuisco che la strada da intraprendere per le imprese può essere vasta. E garantisco che chiunque sia portatore di un interesse in questo senso, sarà il benvenuto alla 9ª Commissione permanente in Senato.
Ginevra Leganza, Fondazione Leonardo. Il design gradevole che abbiamo sperimentato oggi può essere molto interessante per migliorare un ambiente di lavoro virtuale. Ci chiediamo se problemi di sicurezza fisica possano essere risolti perché i guest sono già una struttura ingombrante.
Mauro Morra, Fondazione Leonardo. Oggi, in queste prime esperienze, noto una limitazione nel non potersi spostare liberamente, aspettiamo nuove tecnologie facilitanti.
Marco Casu, Fondazione Leonardo. Mi chiedo se riusciremo a stare al passo con questa tecnologia e se sarà inclusiva per noi non nativi digitali.
Myriam Caratù, ricercatrice Unint (economia e sviluppo imprese). Un elemento molto interessante è la valutazione delle conseguenze che ciò che accade nel metaverso potrebbero avere sul mondo reale. MI riferiscono sia alle esperienze gradevoli che a quelle sgradevoli… cosa posso fare per le ripercussioni psicologiche di un atto nel metaverso sul piano fisico?
Anna Carla Nazzaro, docente diritto privato presso Unint. Mi chiedo quali implicazioni si pongano sulla privacy. Ritengo l’esperienza immersiva molto coinvolgente ed emozionante, ma mi chiedo anche come risolvere il tema dell’interconnessione con la realtà. Penso che occorra andare in quella direzione, quella di creare un nesso tra i due mondi separati.
Giovanni Curcio, Cometa. Il metaverso può aumentare la produttività. Pensiamo a quanto spazio virtuale si possa creare per chi usa diversi schermi nel metaverso, superando le costrizioni spaziali di un ambiente di dimensioni molto ridotte, come il sedile di un treno.
Riccardo Sorbara, Cometa. Vedo implicazioni interessanti per il turismo, in una dimensione senz’altro molto più estesa del mero ambito di promozione e marketing.
Francesca Triucci. Ci piacerebbe portare i sensori tattili nella realtà aumentata per renderla un’esperienza ancora più completa.
Isabella Cafaro, Capgemini. Ho provato a proporre il metaverso ai nostri clienti, ma non sono ancora pronti, penso soprattutto ai brand che si occupano di prodotti commerciali. Invece, riferendoci al terzo settore e alla dimensione dell’assistenza, penso potrebbe essere una fantastica evasione per i pazienti in condizioni di immobilità.
Alberto Racco, economista. Vedo ottime implicazioni per chi ha limitazioni motorie, che potrebbe godere di una serie di esperienze gratificanti.
Arturo Caffo, docente di Economia. Il metaverso potrebbe essere una leva per creare tensione emotiva e ampliare l’emozione legata alla visita fisica dei luoghi. Nonostante i timori diffusi, credo che sia una tecnologia da promuovere a livello sociale e scolastico perché può generare lavoro, ricchezza, benessere. L’Italia ha diverse aziende capaci di sviluppare la tecnologia.
Silvio La Torre, Area politiche industriali e per la sostenibilità Confindustria. Mi colpiscono due aspetti: la presenza e il contatto. Noto infatti che rispetto alla videochiamata c’è un elemento di presenza del corpo per intero attraverso l’avatar, con un coinvolgimento più forte e una maggiore attenzione. Inoltre è in grado di azzerare la distanza tra persone lontane.
Sara Saccone, Johnson Medical. Intravedo tante possibilità in ambito medicale. È la tecnologia perfetta per convocare in una stessa sede tanti specialisti diversi, moltiplicando gli appuntamenti per gli interventi chirurgici, ad esempio.
Michele D’Ambrosio, Research & Innovation Confindustria. Propongo di abbandonare gli stereotipi legati al metaverso e abbracciare gli sviluppi della vita immersiva. Gli ambiti di sviluppo sono numerosi, forse tutti i settori produttivi e di servizio. Credo che il metaverso possa essere considerato uno strumento di lavoro ma anche di intrattenimento.
Cesare Coppo, staff Ufficio di Gabinetto del Ministero Imprese e Made in Italy. La curva di apprendimento è rapida, le potenzialità pratiche sono davvero tantissime! Vedo un mondo interconnesso in cui interagire attraverso un’identità unica. Siamo fiduciosi e intuiamo l’utilità di questo strumento. La qualità è molto alta, i supporti di accesso tuttavia devono essere migliorati.
Emanuela Percoco, Intesa Sanpaolo. Per il gruppo che rappresento è utilissimo in ambiente formativo, lo usiamo in Area X a Torino per avvicinare i ragazzi al mondo delle assicurazioni. La realtà virtuale permette di vivere in un ambiente più sicuro per sperimentare un’applicazione o un allenamento, ad esempio per quanto riguarda le soft skill. Noi lo usiamo anche nell’ambito della sicurezza.
Oscar Piccolo, referente Rapporti con il Governo per Enel. Ritengo che il metaverso sia utile nella formazione che prevede rischi in tanti settori come health and safe, le esercitazioni di volo, la simulazione delle situazioni di crisi. L’esperienza di oggi mi fa pensare che se l’evoluzione di internet sia davvero nel metaverso mi chiedo come facilitarne la fruizione in tutte le situazioni.
Daniela Napolitano, Sustainability and Istitutional Affairs Italy, Enel. Le applicazioni sono infinite, vedo una grande inclusività per le persone con disabilità. Sono molto colpita dall’aspetto immersivo, ma siamo ancora indietro sugli avatar, che ritengo troppo semplificati, e questo vale anche per il paesaggio. Auspico l’introduzione del tatto attraverso i sensori.
Margareta Cotugno, referente Associations and Stakeholders per Enel. Le associazioni dei consumatori sono ancora restie a usare il web, vedo una diffusione difficile, in prospettiva, per questa categoria. L’altro problema è il divario rispetto all’accesso da parte di alcune fasce di popolazione.
Francesca Castellani, referente Legisl. e Supp. Finanziamenti agevolati, Enel Group. Auspico l’uso del metaverso per finalità formative, per me è molto coinvolgente, straordinariamente intuitivo.
Ettore Russo, Anitec-Assinform. Molti soci hanno ancora forti dubbi sull’utilità del metaverso per le pmi. A nostro avviso, invece, rappresenta una sfida per la competitività, vogliamo mostrare che le pmi possono usare queste tecnologie a partire dall’intelligenza artificiale e con l’aiuto di alcuni pionieri. Questo avvicinamento sarà possibile attraverso i case history.