A Napoli la seconda sfida CyberGuardians del progetto Breaking Barriers
In sinergia con il programma Coding Girls, si è svolta ieri a Napoli, presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione dell’Università Federico II, la seconda sfida del progetto Breaking Barriers. Oltre 80 studentesse e studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Napoli e Venafro si sono cimentati in una Open Source Intelligence Challenge dedicata al contrasto dei fenomeni di cyberbullismo. La sfida, intitolata CyberGuardians: la sfida Osint per la prevenzione del cyberbullismo, ha coinvolto i partecipanti in un’indagine digitale per identificare, attraverso tecniche di OSINT, l’identità di un profilo anonimo responsabile di attacchi online, proposto come caso-studio all’inizio della gara. I giovani "detective del web" si sono cimentati nella raccolta e nell’analisi di dati e tracce digitali, formulando al termine strategie concrete per prevenire nuovi episodi. A conclusione dell’evento, una giuria ha premiato i tre team che si sono distinti per efficacia dell’indagine, spirito critico e capacità di lettura del fenomeno.
I vincitori
PRIMO POSTO
Team 1 Le Settimine del liceo scientifico Lucrezio Caro di Napoli
In squadra Marta Amato (3B), Rosalia Bianco (3B), Lucrezia Perone (3B), Claudia Vitolo (4H), Carolina Di Geronimo (5G), Mariavittoria Varriale (5G).
Il team ha adottato un approccio deduttivo, integrando strumenti tecnologici con analisi simbolica e semantica. Ha utilizzato Google Lens per le immagini, ma si è distinta anche per l’uso di decifrazione di contenuti criptati, come rebus o link offuscati, e per l’analisi semantica di hashtag, bio e pattern linguistici. Dallo studio incrociato di orari di pubblicazione, riferimenti biografici e stile comunicativo, ha dedotto il mestiere e l’identità dell’autore (un docente di nome Dario Brucent). Il team ha ipotizzato un movente personale legato a esperienze di bullismo subite in gioventù. Strategia, deduzione e empatia sono stati i tratti distintivi dell’indagine.
SECONDO POSTO
Team 14 Le classiciste dell'Istituto A.Giordano di Venafro
In squadra Angela Marino, Lucia Cantone, Carlotta Di Stefano Palombo, Febe Cianco Todaro (classe quinta del liceo classico).
Il team ha privilegiato un'analisi approfondita psico-comportamentale, oltre alla raccolta di dati digitali. Ha combinato strumenti OSINT classici (Google Lens, verifica degli hashtag, analisi dei post e immagini modificate) con una riflessione attenta sul tono e contenuto dei messaggi, deducendo la struttura emotiva dell'autore: un adulto segnato da isolamento e risentimento, probabilmente interno al contesto scolastico. Partendo da tracce testuali e visuali, il team ha ricostruito la motivazione soggettiva del cyberbullo, leggendo nei suoi post indizi legati a fragilità personali, solitudine e desiderio di rivalsa. La strategia è stata fortemente influenzata da una lettura simbolica e relazionale, più orientata alla comprensione empatica del fenomeno.
TERZO POSTO
Team 9 Danfox dell'Istituto A.Giordano di Venafro (classe III ALS)
In squadra Lucia Visone, Anna Marino, Chiara Prisco, Giorgia Raimondo, Michela Migliorino.
Il team ha condotto l'indagine partendo da una struttura metodologica classica dell’Osint: raccolta, selezione, analisi e diffusione. Ha usato strumenti digitali come Google Lens, Google Dorks, motori di ricerca, il browser e la stessa piattaforma Instagram. Un elemento distintivo è stato l’uso di tecniche di verifica incrociata, con l’obiettivo di distinguere informazioni reali da contenuti deepfake. L’indagine ha permesso di identificare nome, cognome e ruolo del responsabile, un docente, e ha rilevato che i contenuti offensivi avevano in realtà una funzione pseudo-educativa: inscenare un caso di cyberbullismo per sensibilizzare su questo fenomeno. Il team ha sottolineato l’ambiguità etica di questo approccio, pur riconoscendone il potenziale educativo se incanalato in modo corretto.
Le voci dei protagonisti
- Alessandra Rossi, professoressa all'Università Federico II di Napoli, sottolinea l'importanza fondamentale di favorire la diversità di genere nelle materie STEM, in particolare informatica, per incrementare la partecipazione femminile e distruggere gli stereotipi sociali.
- Concetta Esposito, ricercatrice all'Università Federico II, evidenzia come il cyberbullismo sia un fattore di rischio cruciale associato allo sviluppo di problematiche psicologiche e comportamentali negli adolescenti, inclusi disturbi psicosomatici, ansia e ritiro sociale.
- Daniel Riccio, docente di Informatica alla Federico II, ribadisce l'importanza della sensibilizzazione e dell'educazione per promuovere il gender balance nelle STEM, citando esempi storici di donne pioniere nell'informatica e riconoscendo le capacità delle ragazze in queste discipline.
- Eduardo Ribera, formatore per Fondazione Mondo Digitale, spiega che il progetto Breaking Barriers si conclude con una challenge OSINT (Open Source Intelligence) per la prevenzione del cyberbullismo, in cui gli studenti analizzano un profilo sospetto e propongono misure preventive.
- Maria Martorelli, docente del Liceo Mazzini di Napoli, descrive l'esperienza della sua scuola nel progetto Breaking Barriers/Coding Girls come estremamente proficua per destreggiarsi nel mondo del web e affrontare i divari di genere nelle STEM, apprezzando particolarmente il focus sulla cybersecurity e l'incontro in università.
- Marilù Di Benedetto, docente del Liceo Scientifico Tito Lucrezio Caro di Napoli, sottolinea come la challenge organizzata dalla Fondazione Mondo Digitale nell'ambito di Breaking Barriers sia cruciale per avvicinare le ragazze alle discipline STEM e affrontare temi importantissimi come la cybersecurity.
- Il team DanFox dell'Istituto Giordano di Venafro (terze classificate) esprime la loro felicità per aver partecipato e vinto, evidenziando l'importanza di fare informazione sui rischi e le opportunità legati all'uso della tecnologia e dei social per gli adolescenti.
- Il team Le Classiciste dell'Istituto Giordano di Venafro (seconde classificate) descrive la challenge sul cyberbullismo come un'esperienza interessante per approfondire l'argomento, notando come la scoperta che l'autore nel contesto fosse un adulto evidenzi che il problema riguardi anche questa fascia d'età.
- Il team Le Settimine del Liceo Lucrezio Caro (prime classificate) considera la challenge molto interessante e divertente, vedendola come un'opportunità per studiare e approfondire la conoscenza del mondo dei social media e rafforzare il gruppo.