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Come colmare il divario tra ricerca e realtà

Mihai Dragusanu

Come colmare il divario tra ricerca e realtà

Come colmare il divario tra ricerca e realtà

Domani l'intervento di Mihai Dragusanu alla Maker Faire Rome

Un virtuoso effetto domino quello del Research Award, in grado di dare una spinta importante al lavoro di ricerca di chi lo ha ottenuto. Ne è la dimostrazione Mihai Dragusanu, premiato lo scorso marzo 2024 per la seconda edizione. Mihai è ricercatore in Meccanica applicata alle Macchine del dipartimento di Ingegneria dell’informazione e scienze matematiche dell’Università di Siena e si è aggiudicato il premio per un progetto di tuta esoscheletrica modulare per gli arti superiori. Nelle settimane successive alla RomeCup 2024 la notizia gli ha procurato diverse richieste di collaborazione, nonché l’interesse di giovani laureandi per le loro tesi finali. Domani Mihai parla del suo lavoro alla Maker Faire Rome in un workshop dal titolo "Bridging the reality gap: can we trust upper-limb exoskeletons in clinical practice?", organizzato da I-Rim [vedi programma].

Vecchie e nuove collaborazioni. “L’ondata di complimenti e apprezzamenti ricevuti mi ha fatto riflettere su quanto amo il mio lavoro e mi ha dato l'opportunità di ampliare ulteriormente la mia rete di contatti. Ho quindi proseguito con l’evoluzione del progetto della mia “tuta gold”, ci ha raccontato il giovane ricercatore. "Attualmente, il guanto della tuta è stato inviato all'Istituto nazionale di Ricerca francese (Centre National de la Recherche Scientifiqu, CNRS) per essere testato su pazienti colpiti da ictus che hanno perso in gran parte l’uso della mano. L’obiettivo è valutare la capacità dei pazienti di eseguire movimenti di apertura e chiusura della mano, sincronizzati con il guanto. Questo permette di monitorare se altre aree del cervello si attivano a seguito del trauma, con l’idea di sfruttare queste nuove attivazioni per migliorare il recupero motorio attraverso l'esoscheletro. In un futuro mi piacerebbe mappare quindi queste attivazioni sul movimento compiuto dal guanto. I primi risultati sono promettenti”. 

Nel periodo successivo alla premiazione, il riscontro sui media ha destato molto interesse anche nel mondo delle aziende. Mihai è stato contattato dalla Banca BCC per aprire una startup nell’ambito del BCC Innovation Festival. Attualmente il progetto è in stand-by (“mi sto concentrando sulla ricerca”), ma con l'aiuto delle persone conosciute durante il festival, Mihai sta esplorando strategie per trasformare le potenzialità tecniche del progetto in applicazioni reali [vedi la notizia La "tuta gold" di Mihai all’Innovation Festival].

Un altro passo significativo dopo il premio è stato il lavoro svolto con il gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Firenze e dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. La collaborazione, dunque, si è ampliata fino a coinvolgere altri atenei: “insieme stiamo gettando le basi per il primo Centro interuniversitario sulla robotica indossabile, dedicato alla riabilitazione e assistenza delle persone con disabilità, con un focus specifico sull’arto superiore. Questo centro avrà l’obiettivo di creare sinergie tra centri di ricerca, aziende private e sanità pubblica, colmando il divario esistente con l’applicazione pratica degli esoscheletri”. L’idea viene presentata proprio nel corso del workshop di domani che vede la partecipazione anche di altri ricercatori dell’Università di Firenze e di Tor Vergata: Nicola Secciani, Chiara Brogi, Alberto Topini, Alessandro Ridolfi, Danilo Troisi e Matteo Russo. 

La tuta gold prosegue il suo cammino. “Ho continuato a studiare come ottimizzare il guanto, presentando due distinti lavori in conferenze internazionali. Il primo, alla quinta conferenza internazionale di IFToMM Italy , ha esplorato le relazioni cinematiche tra gli attuatori “soft” (Twisted String Actuators – TSA)  e il movimento della mano. Il secondo lavoro, presentato alla conferenza BioRob2024, riguarda l'integrazione del guanto con un sistema di tracciamento della mano e un’interfaccia utente per monitorare e controllare gli esercizi. In quell’occasione sono stato invitato come speaker al workshop Efficient Actuation Principles and Bi-directional Energy Exchange in Human-Centric and Wearable Robotics, dove ho avuto l'opportunità di presentare l’idea della tuta gold e i risultati della mia ricerca sugli esoscheletri”, prosegue Mihai.

Infine, si sono conclusi i test sul polso, un'altra componente chiave della tuta gold. Il lavoro è stato inviato per conoscenza a IEEE/ASME Transactions on Mechatronics, una delle riviste più prestigiose nel campo del design meccanico. Attualmente il ricercatore sta sviluppando il modello gomito e spalla con l’integrazione dell’intelligenza artificiale per rendere la tuta gold in grado di “capire” le intenzioni del paziente.

Mentre parliamo, a Mihai arriva anche la notizia che è diventato Associate Editor di ICRA International Conference on Robotics and Automation (la più grande conferenza di robotica) e che con ogni probabilità la sua tesi di dottorato diventerà un libro!

Ma Mihai è molto attento e partecipe al dibattito sulle implicazioni etiche dell’innovazione tecnico-scientifica e non ha esitato a firmare il Manifesto per un'azione collettiva su Intelligenza artificiale e Robotica sollecitando i colleghi a fare altrettanto.

L'intervista è a cura di Onelia Onorati, che si occupa dell'ufficio stampa per la Fondazione Mondo Digitale.

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