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Un training culturale nel metaverso

Vagone FMD nel metaverso

Un training culturale nel metaverso

Un training culturale nel metaverso

Nuove esperienze di viaggio e turismo a Binario F con Vagone FMD

Dopo le sessioni dedicate all’uso del Metaverso per i beni culturali [vedi la notizia Prove di Metaverso...] e la formazione [vedi Le tecnologie immersive nella didattica], ieri a Binario F si è svolto il terzo incontro del nuovo programma Vagone FMD. Da 01 a 100 nel metaverso, realizzato con Meta. Policy maker e stakeholder esplorano in prima persona come funziona il metaverso e verificano possibili applicazioni in più ambiti, soprattutto di pubblica utilità. Brevi sessioni interattive accompagnano le persone in un’esperienza completa, che può essere replicata più volte per approfondire nuovi strumenti e scenari.

Condividiamo gli spunti emersi dal terzo appuntamento "Il metaverso per lo sviluppo economico: il settore turistico-alberghiero" nella sintesi di Onelia Onorati, che cura l'ufficio stampa.

Mirta Michilli, direttrice generale della Fondazione Mondo Digitale. Questi incontri ci consentono di rivolgerci a una serie di soggetti fondamentali nel tessuto economico-sociale italiano come ad esempio le pmi, il mondo della formazione, la pubblica amministrazione e oggi, in particolare, il settore del turismo. L’obiettivo è consentire un primo avvicinamento agli sviluppi tecnologici di tendenza. Grazie a partner quali Engineering e a interlocutori istituzionali come il Comune di Orvieto possiamo finalmente individuare applicazioni concrete.

Costanza Andreini, public policy manager Italy Meta. In dieci o quindici anni intendiamo creare un metaverso unico con protocolli e regole condivise stabilite dalla collettività. Ma è fondamentale parlare dei possibili modelli di business prefigurabili, per creare una visione concreta per le aziende, per il mondo scuola e per la sanità cosicché insieme ai partner tecnologici si possano sviluppare delle esperienze. Tali ipotesi devono essere connotate però dalla presenza, per proporre un’esperienza aumentata e non sostitutiva. Voi dovete esserci per diventare protagonisti e per offrire spunti per sviluppare il metaverso.

Renzo Iorio, vicepresidente vicario di Federturismo Confindustria. Nonostante il mondo che rappresento sembri in antitesi con il metaverso, perché connotato da estrema tangibilità, vogliamo rispondere alla chiamata e dare un contributo al dibattito. Siamo convinti che questa tecnologia possa stimolare le persone a muoversi e a viaggiare come a suo tempo fecero la tv e il cinema. Entusiasmo e curiosità ma anche viva speranza che queste dimensioni digitali aiutino a rendere l’esperienza reale e personale sempre più ricca, aumentando sostenibilità e attività locali, offrendo occasioni di business e crescita economica. Dopo l’esperienza di oggi mi viene da associare il metaverso al viaggio, ad esempio in treno, a scopo intrattenimento. La concezione gaming della grafica dovrebbe tuttavia essere superata. 

Roberta Tardani, sindaca del Comune di Orvieto. A gennaio 2023 sarà disponibile un’applicazione che rende le persone “cittadini virtuali della città”, permette di visitare Orvieto virtualmente e di pianificare la visita in senso fisico successivamente. È l’esito di un percorso di crescita iniziato nel corso del lockdown, che ha portato alla costruzione di un percorso virtuoso nei musei della città. Non intendiamo sostituire al viaggio la visita immersiva, bensì chiamare i visitatori in città. La digitalizzazione ci ha permesso una targettizzazione delle campagne promozionali perché ora conosciamo meglio i nostri visitatori, ad esempio da dove vengono. Il metaverso ci consente di rendere accessibili luoghi troppo impervi, da una parte, o che devono rimanere chiusi per vari motivi, dall’altra. La miscellanea di tradizione e innovazione ci ha permesso di superare i numeri del 2019.

 

Brainstorming

Antonio Barreca, direttore generale di Federturismo. Alla sensazione di spaesamento che consegue al doversi abituare a una fruizione immersiva, si è poi sostituita una voglia di recarsi fisicamente nei luoghi ricreati. Il metaverso è in questo caso un acceleratore della curiosità. Vedo un salto tecnologico di hardware necessario per il quest, che tra qualche anno sarà determinante per la diffusione massiva della tecnologia.   

Carlo De Vincentiis, capo ufficio stampa di InfoCamere. In questa fase in cui molti imprenditori hanno ancora bisogno dell’alfabetizzazione digitale, le tecnologie immersive potrebbero aiutare a colmare il gap e mantenere un filo di connessione tra dimensione reale e l’ente pubblico. Auspicio che tutti possano rimanere protagonisti dello sviluppo di questa tecnologia.

Adriano Fruscini, Civita Mostre e musei. Lavoro nell’ambito della digitalizzazione per Civita. Il nostro sforzo attualmente è quello di comunicare alle diverse generazioni che contraddistinguono i nostri fruitori attraverso i canali adatti. Oggi è vincente l’ibridazione tra mezzi tradizionali (cartelloni) e l’informazione digitale. Abbiamo due progetti: un portale, poi il lavoro sul metaverso. Ci piacerebbe produrre un’esperienza di mostra fisica (dimensione per noi insostituibile) e virtuale insieme.

Mario Liguori, presidente di EgaWorldWide. Nell’ambito della mia società di eventi ritengo il nostro mondo vicino al Metaverso soprattutto nell’ambito medico scientifico, e della pubblica amministrazione.

Francesca Montanari, Dipartimento Turismo, Formazione Roma Capitale. Nell’ambito della PA il metaverso può aggiungere qualcosa ai programmi di formazione di cui mi occupo, per gli studenti che non hanno occasione di sperimentare dal punto di vista fisico tante realtà. Competenze e stimolo per la crescita personale ne potrebbero beneficiare. Speriamo nella possibilità che queste tecnologie consentano l’accesso a tutti.

Davide Pantile, responsabile commerciale e di progetto di ETT Solutions. L’esperienza di Orvieto aggiunge una dimensione ulteriore rispetto all’esperienza fisica in senso stretto, non la sostituisce.

Domenico Racanelli, Business Development & Key Account Manager presso InfoCamere. Prima o poi questa tecnologia si imporrà. Ci siamo sforzati di far evolvere i servizi digitali ma è venuto meno il contatto con i nostri interlocutori e in questo modo manca un vero e proprio feedback da parte loro. Il Metaverso potrebbe ricucire questo rapporto.

Maristella Vicini, ceo ISEA. Qui stiamo cercando di capire dove sta andando il mondo, è tuttavia complicato per noi individuare l’utente e proporre il metaverso come elemento di formazione perché implica della strumentazione ben precisa ed è molto sofisticato. Occorre fare progressi nella formazione individuale.

Furio Gramatica, direttore Sviluppo Innovazione della Fondazione Don Gnocchi. Mi interessa molto il tema perché la tecnologia per il nostro mondo è come la corsia di sorpasso, serve come empowerment agli operatori sanitari (che saranno in grado di vedere di più nelle cure), per i pazienti (che possono essere raggiunti meglio e comunicare più facilmente), infine per le persone con bisogni speciali ma che tutto sommato sono quasi indipendenti. Ad esempio è fondamentale per questi pazienti in terapia occupazionale poter vedere Orvieto in anteprima per poi pianificare il viaggio, avendo un’idea delle possibili difficoltà e potenzialità. Importante il training culturale come sta facendo FMD. Servono mediatori esperti per aiutare chi deve usare questa tecnologia.

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