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Un faro di speranza

Greta Onnis, ambasciatrice di Fattore J

Un faro di speranza

Un faro di speranza

La storia di Greta Onnis, ambasciatrice di Fattore J

"Nei momenti più difficili, avere accanto persone che non mostravano dubbi sulla guarigione mi ha dato speranza".

Greta Onnis ha 19 anni e vive a Milano, dove ha appena iniziato a studiare medicina. La scelta del percorso di studi è tutt’altro che casuale. La sua esperienza personale in ospedale, dove ha incontrato medici aperti e disponibili, l'ha infatti convinta ad intraprendere gli studi in medicina con un obiettivo ben preciso: diventare un medico che non si limita a comunicare in modo unidirezionale, ma che considera anche il punto di vista del paziente.  
"Voglio essere come i medici che sono stati al mio fianco nei momenti difficili della mia vita", dice con determinazione. 
L’abbiamo intervistata per provare a raccontare la sua storia: un esempio di come le esperienze personali possano influenzare positivamente le scelte di carriera e di vita. 
All'età di otto anni, Greta ha ricevuto diagnosi difficile: neuroblastoma. Un tumore che l'ha costretta a intraprendere un lungo e difficile percorso di terapie fino ai dieci anni. 
Nonostante le sfide, Greta ha sempre cercato di mantenere una mentalità positiva. Questo atteggiamento è stato alimentato dal supporto incondizionato della sua famiglia e dai medici che l'hanno assistita, rinforzando in lei la convinzione che la scienza potesse fare la differenza.
Per molto tempo, Greta non ha parlato della sua malattia perché era troppo piccola per comprenderla appieno. Anche dopo la fine della terapia, i suoi genitori, nel tentativo di proteggerla, cercavano di focalizzarsi sui momenti belli e di andare oltre il passato doloroso. 
Tuttavia, crescendo, Greta ha sentito il desiderio di sapere di più su ciò che aveva vissuto. Così, prima da sola e poi con l'aiuto dei suoi genitori, ha ripercorso gli eventi del passato. 
Greta ha quindi iniziato a scrivere un diario per trasporre su carta ricordi, emozioni e pensieri del periodo più difficile della sua vita. La passione per la scrittura è nata come strumento per sfogarsi e ha permesso a Greta di ripercorrere tutta la sua storia, dalla scoperta della malattia fino alla guarigione. Un esercizio di crescita personale culminato con la pubblicazione del libro: “È solo un momento”. 
Attraverso le pagine del libro, si percepisce il percorso di crescita di Greta, che racconta come l'esperienza vissuta, seppur dolorosa, l’abbia aiutata a sviluppare una mentalità positiva. 
All'inizio, non è stato facile per lei fare i conti con la malattia, ma ha scelto di affrontarla con positività: “anche nei momenti più difficili, si può scegliere come reagire agli eventi. Sono convinta che dalle cose brutte possano nascere anche cose belle, come la scrittura”.
Il desiderio di ripercorrere il proprio passato è stato concomitante a due eventi che hanno cambiato la vita di Greta. 
Nel 2022, infatti, Greta ha avuto l'opportunità di partecipare a Fattore J, un'iniziativa promossa dalla Fondazione Mondo Digitale e Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia. Questo progetto ha rappresentato un momento chiave nella sua vita: "progetti come Fattore J aiutano a creare empatia tra i giovani e consapevolezza su questi temi. Partecipare al progetto mi ha aiutato a capire che condividere la mia esperienza poteva essere d’aiuto non solo a me, ma anche a chi mi sta intorno”. 
Oggi, Greta è diventata Ambassador del progetto, a riprova di come “anche gli ostacoli possono aiutarci a trovare la nostra strada. Essere Ambassador del progetto significa per me trasformare qualcosa di terribile come la malattia in un’opportunità bellissima, come diffondere consapevolezza ed essere d’esempio a chi vive esperienze simili alla mia. In un mondo in cui la scienza e la tecnologia possono sembrare lontane o inaccessibili, spero che storie come la mia possano aiutare a credere nel potere della ricerca e della medicina”.
Sempre nel 2022, Greta ha iniziato a partecipare al Progetto Giovani dell'Istituto Tumori di Milano (dove è stata in cura). Insieme ad un gruppo di ragazze e ragazzi, guariti o in terapia, si riuniscono settimanalmente per condividere le proprie esperienze. "Sapere che non si è soli nella malattia è fondamentale". 
Questa rete di supporto le ha consentito di costruire relazioni significative e di trovare un senso di comunità in un momento di grande vulnerabilità.
La sua passione per la vita e la determinazione a fare la differenza sono una fonte di ispirazione per tutti noi. 
La storia di Greta Onnis è un richiamo potente alla fiducia nella scienza e alla forza della comunità, un faro di speranza per chiunque si trovi ad affrontare sfide simili.

 

 A cura di Alberta Testa, social media manager

 

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