Coding Girls, un invito alle nuove generazioni a sognare in grande
- La NASA aveva un grande problema. E tre soluzioni inaspettate
"La storia ci insegna che anche piccole azioni possono generare grandi trasformazioni. Donne come Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson hanno inciso profondamente sulla storia della scienza, aprendo la strada a generazioni future. Oggi, ciascuna di noi ha la possibilità di contribuire, anche nel proprio piccolo, alla costruzione di un mondo in cui il talento femminile nelle discipline Stem venga riconosciuto e valorizzato. È nostro compito dare alle nuove generazioni l'opportunità di esprimere appieno il proprio potenziale".
"Questo è stato il messaggio principale trasmesso da Francesca Schettino durante l'incontro online di role modeling, che si è svolto mercoledì scorso 2 ottobre, nell'ambito del programma Coding Girls in Mozambico. Rivolgendosi a un gruppo di giovani studentesse della provincia di Nampula, Francesca ha sottolineato un concetto fondamentale: indipendentemente dalle nostre condizioni di partenza, possiamo essere agenti di cambiamento. Le vite di Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson ne sono una prova concreta. Queste donne pionieristiche nel campo della scienza e della tecnologia non solo hanno trasformato la propria vita, ma hanno anche influenzato profondamente il corso della storia", racconta Elisabetta Gramatica che coordina il progetto.
"Katherine Johnson era una matematica e fisica afroamericana che, con la sua mente brillante, ha calcolato le traiettorie delle missioni spaziali della NASA, compresa quella che ha portato l'uomo sulla Luna. Una donna curiosa e determinata che, come ha ricordato Francesca, non ha lasciato che i pregiudizi razziali e di genere la fermassero, ma che “ha creduto nelle sue capacità e ha usato la matematica per fare la differenza. Anche se nessuno credeva inizialmente in lei, ha dimostrato con i fatti quanto valeva”. Dorothy Vaughan, la prima supervisore afroamericana alla NASA e donna di straordinaria visione che “quando vide che i computer stavano diventando il futuro, non esitò a imparare il linguaggio di programmazione Fortran e a insegnarlo al suo team”. Una scienziata che ha capito che per continuare a fare la differenza, bisognava continuare a studiare e acquisire nuove competenze.
Infine Mary Jackson, ingegnere aerospaziale che, con grande determinazione, ha lottato per superare le barriere imposte dal segregazionismo. Una donna che non ha solo lavorato su alcuni dei progetti più avanzati della NASA, ma si è anche battuta affinché altre donne e persone di colore avessero le stesse opportunità di avanzare in campo scientifico, aprendo le porte per le generazioni future.
L’esperienza di Francesca e il racconto delle straordinarie vite di queste tre donne hanno incoraggiato le studentesse a condividere con noi le loro storie, impressioni e anche qualche sogno per migliorare la situazione sanitaria nel loro Paese: Natalia, ad esempio, spera un giorno di creare un dispositivo capace di velocizzare le diagnosi migliorando i tempi di risposta e l'efficacia delle cure, e Fiona è determinata a sviluppare un sistema efficace per la conservazione dei dati.
Cosa vogliamo trasmettere a queste giovani donne attraverso la condivisione di storie di coraggio, determinazione e resilienza? Che il potere di cambiare le cose è nelle loro mani. Proprio come Katherine, Dorothy e Mary, anche loro possono diventare protagoniste di cambiamenti significativi e fare la differenza, anche nel loro piccolo. L'unico vero requisito per raggiungere questa consapevolezza è non aver paura di sognare in grande".