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Lavorare per il servizio pubblico

Stefano Indovino

Lavorare per il servizio pubblico

Lavorare per il servizio pubblico

La testimonianza di Stefano Indovino, tra impegno civile e consulenza professionale

Tra le nuove sfide del tema Verso una PA aumentata, al centro del prossimo Forum PA (19-21 maggio 2025), troviamo particolarmente interessante il focus sulla comunicazione, ben descritto da Michela Stentella nell’ultimo Annual Report. La comunicazione, infatti, non riguarda solo la trasmissione di servizi, ma anche il racconto di valori, progetti, persone e storie.

Chi sono le persone che lavorano nella pubblica amministrazione? Cosa fanno e cosa le spinge a scegliere questo mestiere? Quanto è appagante e appassionante il loro lavoro? 
Siamo anche noi convinti che sia urgente una nuova narrazione che dia spazio all’innovazione nei servizi, attraverso storie e valori. Nel corso dell’anno, vogliamo raccontare le persone che incontriamo nelle attività formative, non solo sul territorio, ma anche online, come parte di un ecosistema sempre più orientato verso l’innovazione nei servizi.

Stefano Indovino, 37 anni, residente a Milano, ha costruito il suo percorso professionale tra il pubblico e il privato. “Lavoro part time nel Comune di Seregno, dove mi occupo della comunicazione istituzionale, un incarico di fiducia che dura quanto il mandato del sindaco”, racconta Stefano. Parallelamente, gestisce la sua attività di consulenza, focalizzata su campagne di digital marketing per piccole e medie imprese, ed è anche attivamente coinvolto nella vita politica locale. Da 14 anni, infatti, è consigliere e attualmente ricopre il ruolo di presidente del consiglio del Municipio 9 (Stazione Garibaldi, Niguarda) del Comune di Milano.

Nonostante i molteplici impegni professionali e politici, Stefano cerca sempre momenti per la formazione. Ha scoperto il videocorso IA4PA leggendo un post di Andrea Boscaro, fondatore di The Vortex e formatore per la Fondazione Mondo Digitale, su LinkedIn. “Ho deciso di seguirlo e l'ho trovato estremamente utile: offre un’ottima panoramica su come l’IA potrebbe contribuire a rendere più efficiente la pubblica amministrazione, evidenziandone sia le opportunità che i potenziali rischi”, spiega Stefano. 
Pur avendo già esperienza nell’uso di strumenti di intelligenza artificiale generativa, il videocorso gli ha permesso di approfondire nuovi aspetti, oltre a quelli puramente tecnici. “Grazie al corso ho scoperto anche le normative italiane ed europee. Conoscerle potrebbe aiutarmi a indirizzare, con criteri di privacy e trasparenza, un fornitore nella creazione di un servizio di IA”, aggiunge.

L’intelligenza artificiale nella PA
Per Stefano, uno dei principali ostacoli all’adozione dell’intelligenza artificiale nelle strutture pubbliche è la resistenza al cambiamento. “Se dovessi individuare un grande ostacolo, lo vedrei proprio nella resistenza al cambiamento delle strutture pubbliche”, osserva, facendo riferimento all’età media dei dipendenti pubblici in Italia, che è di 49,8 anni, con il 39% nella fascia 50-59 anni e solo il 5% al di sotto dei 30 anni. Questo comporta una forza lavoro, in gran parte senior, che spesso fatica ad abbracciare le innovazioni tecnologiche. Non sorprende, quindi, che “gli strumenti di IA generativa non vengano adottati dai singoli dipendenti e che molti non ne conoscano né l’utilità né come possano semplificare il loro lavoro”, spiega Stefano.
Parallelamente, Stefano sottolinea come il mondo del lavoro privato, in particolare i liberi professionisti, si trovi in una condizione di maggiore vulnerabilità e, di conseguenza, abbia un forte senso dell’urgenza nell’aggiornarsi. “Io non ho una garanzia lavorativa, quindi sono più incline a mantenermi aggiornato per non restare indietro e rischiare di essere escluso dal mercato”, afferma, ricordando come, in passato, gran parte del suo lavoro fosse basato sul copywriting, oggi messo in discussione dall’avvento dell’IA generativa.

L’impatto dell’IA sui dipendenti pubblici
I numeri confermano le preoccupazioni e le opportunità legate all’integrazione dell’IA nella pubblica amministrazione. Secondo lFPA Annual Report 2024, ben il 57% dei 3,24 milioni di dipendenti pubblici italiani risulta altamente esposto all’impatto delle nuove tecnologie. Di questi, l’80% potrebbe integrare l’intelligenza artificiale nelle proprie attività, operando in sinergia con le tecnologie emergenti, a condizione di una formazione adeguata e di contesti organizzativi favorevoli. Tuttavia, il 12% è a rischio di sostituzione a causa della natura ripetitiva e prevedibile dei compiti svolti. Il restante 8% (circa 154mila lavoratori) si trova in una zona ambigua, tra potenziali sinergie e rischi di sostituzione.

Un corso da consigliare
Il videocorso IA4PA si configura come un primo accesso prezioso e facilmente fruibile per tutti i professionisti della pubblica amministrazione interessati a esplorare le potenzialità dell’intelligenza artificiale. “Consiglierò sicuramente il corso ai miei colleghi,” conclude Stefano. “La formazione è la chiave per trasformare l’IA da possibile minaccia a strumento di crescita e miglioramento dei processi istituzionali".

 A cura di Alberta Testa, social media manager

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