Coding Girls in Mozambico: tre sessioni di formazione sullo storytelling
“Essere una persona è avere una storia da raccontare”, diceva Karen Blixen, una tra le scrittrici più originali della letteratura del Novecento. La narrazione della propria storia non è semplicemente un atto di comunicazione, ma è un'espressione profonda di noi stessi, un riflesso della nostra identità e dei nostri valori. Le storie sono uno strumento potente per esprimere emozioni, trasmettere valori e connettersi con gli altri. Per i giovani, in particolare, imparare a raccontare storie può essere uno strumento di aiuto per sviluppare abilità comunicative essenziali, ma anche capacità di pensiero critico, creatività e empatia.
"Proprio per questo motivo, nell’ambito del programma Coding Girls in Mozambico, due delle tre giornate di formazione ai formatori, svolte nella settimana appena trascorsa, sono state dedicate alla tecnica dello storytelling", racconta Elisabetta Gramatica che coordina il progetto con il supporto di Ilaria Graziano, responsabile della progettazione.
Lunedì 25 marzo, i dieci futuri formatori mozambicani hanno incontrato Cecilia Stajano, responsabile delle comunità della Fondazione Mondo Digitale, che ha condotto un primo breve incontro introduttivo sulla storia e il valore del progetto Coding Girls, nato in Italia dieci anni fa e sull’importanza di avvicinare i giovani, in particolare le ragazze, alle discipline tecnico-scientifiche.
Mercoledì 27 marzo ha dato l’avvio alle due giornate di formazione dedicate all’arte di raccontare storie: nel primo incontro, la formatrice Nicoletta Vulpetti ha guidato i giovani formatori alla scoperta del significato di fare storytelling, in un viaggio dalle origini di questa tecnica a esempi recenti di successo; una giornata ricca di momenti di riflessione, di scambio di opinioni e di condivisione, in cui i partecipanti si sono messi in gioco raccontando e condividendo le loro storie. Storie di amicizia come quella condivisa da Isabel, storie di affetti come quella di Tarik, storie di viaggi, ma anche storie costruite partendo da oggetti semplici ma con un valore speciale, come il paio di orecchini per Alice o la penna stilografica per Prince. Storie diverse, uniche, ma unite dalla stessa ragione per cui dalla notte dei tempi le persone le condividono: per emozionare.
Venerdì 29 marzo, nel terzo e ultimo appuntamento, i dieci futuri formatori hanno messo in pratica quanto appreso sulla tecnica dello storytelling, usando strumenti digitali: con il supporto di Lara Forgione, i giovani mozambicani, suddivisi in gruppi, hanno ideato e raccontato storie utilizzando Scratch, un software permette di creare storie interattive, giochi e animazioni. Una modalità di racconto che può certamente incoraggiare i giovani a sperimentare nuove forme di creatività e comunicazione.
Quindi, per riassumere questa intensa settimana di formazioni e scambio tra Italia e Mozambico, citando una battuta suggerita dalla nostra formatrice Nicoletta, del personaggio di Tyrion Lannister della serie Game of Thrones: “Cosa unisce le persone? Le storie. Non esiste nulla di più potente al mondo di una buona storia. Niente la può fermare. Nessun nemico la può sconfiggere”.
In bocca al lupo ai dieci giovani formatori del programma Coding Girls in Mozambico!