Vagone FMD: la sintesi dell’undicesimo incontro a Binario F
È possibile parlare già di “mediverso”, cioè di ambiti della medicina, come virtual hospital o spazi interattivi di formazione, trasferiti nel metaverso? Grazie all’ambiente immersivo, interattivo, multiutente, potrebbero concretizzarsi in pochissimi anni un futuro più ricco per la formazione in ambito medico, nuove frontiere per le sale operatorie, sicurezza per i professionisti, maggiore qualità, precisione, rapidità ed umanizzazione delle cure a casa. Il tema è stato affrontato nella sessione di ieri del programma Vagone FMD. Da 01 a 100 nel metaverso, dedicato proprio alla sanità. Condividiamo i principali spunti emersi nella sintesi di Onelia Onorati.
SALUTI DI BENVENUTO
Alfonso Molina, direttore scientifico della Fondazione Mondo Digitale. Il metaverso ha catturato la fantasia delle persone. Siamo nati per diffondere la tecnologia digitale nella società, in particolare in due grandi mondi: scuola e società. Ho idea che potremmo cogliere le opportunità legate al metaverso ad esempio coinvolgendo la scuola nelle azioni di alfabetizzazione digitale delle fasce più fragili della società. L’investimento in questa tecnologia è in crescita: nel 2022 McKinsey ha indicato 120 miliardi di dollari, nel 2030 la stima è di 5 triliardi. È vero che le tecnologie corrono più lentamente di quanto il nostro cervello possa invece fantasticare, tuttavia è alle porte un nuovo mondo e sarà dominato da interazioni tra avatar oppure da ambienti multisensoriali che ricreano realtà nel campo dell’educazione e della medicina, i due campi dominanti nel metaverso. Qui a Binario F abbiamo ospitato vari appuntamenti con stakeholder provenienti da diversi settori e abbiamo visto che il mondo firtuale attrae davvero tutti! Oggi continuiamo questa riflessione raccontandoci il possibile futuro del metaverso nella sanità.
Costanza Andreini, Public Policy Manager Italy Meta. Meta da sempre ha come obiettivo quello di far entrare le persone negli spazi digitali per dare vita a connessioni reali. I cambiamenti tecnologici di tipo fisico, pensiamo al passaggio ai pc e poi agli smartphone, si sono poi riverberati anche sui rapporti tra le persone. Questo avverrà certamente anche per il metaverso, che oggi non esiste ma servirà a migliorare l’esperienza di tutti i giorni, un esempio è il contatto con i nostri cari anche quando la distanza non ce lo consente. Siamo qui per comprenderne le potenzialità e dare strumenti di valutazione sulla sua utilità e opportunità di impiego.
SESSIONE INTRODUTTIVA
Paolo Parente, segretario tesoriere della Società Italiana di Leadership e Management in Medicina (SIMM), dirigente medico ASL Roma 1. Iniziamo una riflessione seria su dove andrà il metaverso e su quale sarà il suo impatto sull’organizzazione dei servizi, sulla capacità di farli funzionare e sul professionista della salute in sé. Servono consapevolezza e conoscenza per costruire una piattaforma multi stakeholder, propensa al cambiamento. Ricordiamo anche il ruolo del PNRR, che deve rispondere ai bisogni della società, dalla diversa allocazione delle risorse tra Nord-Sud Italia fino alle sfide tecnologiche. Noi ci siamo dati un manifesto etico sugli elementi del rigore, rispetto e responsabilità. Riforme, relazioni e rifinanziamento sono le “3 R” necessarie alla riforma della sanità, anche sviluppando il partenariato pubblico-privato. Enti di diritto privato e investitori devono far parte del dialogo, sono stakeholder fondamentali.
Luca Carenzo, membro del consiglio direttivo della Società italiana Simulazione in Medicina (Simmed) e medico del Dipartimento di Anestesia e Terapie Intensive Irccs Humanitas Research Hospital di Rozzano (Milano). La possibilità di visitare un paziente da remoto attraverso le tecnologie che aumentano l’esperienza virtuale è molto affascinante. Noi con Simmed crediamo nella massima “mai sul paziente la prima volta!” Siamo andati ben oltre il modello dell’apprendistato che porta uno specializzando a intervenire senza aver prima simulato l’intervento. Tra le nostre attività una delle principali è quella della formazione, anche grazie a un numeroso network di centri di simulazione. Simmed Connect ad esempio ha fatto una raccolta tra diversi casi clinici, che in futuro vorremmo rendere interattivi e mettere a disposizione per lo studio.
Gianluca Polegri, direttore divisione Digital Solutions di Engineering. Il metaverso nei suoi ecosistemi è frutto del mix di diverse tecnologie. Sarà l’evoluzione di tutti i servizi digitali o sarà un flop, come sostengono alcuni detrattori? Probabilmente dobbiamo considerare il metaverso come tanti spazi ed ecosistemi immersivi dai quali evolvono esperienze “stand alone”. Credo che la soluzione migliore sarà di far evolvere alcuni elementi che già vediamo in natura ma senza che siano sistemi per riprodurre una realtà a specchio. Ci saranno anche molte integrazioni da fare, perché la storia dei metaversi plurimi non può andare avanti troppo a lungo. Più il metaverso si diffonderà, più sarà necessario uniformarlo.
Giacomo Gensini, ceo Nume Plus. Noi sviluppiamo simulazioni multiplayer in ambiente didattico da adattare alle varie esigenze. [Viene proiettata l’esperienza pensata per l’esercito americano con il metaverso sull’intervento medico in emergenza].
Debora Angeletti, Asl Roma 1, direttrice UOC Stic. Il nostro fine, come ente pubblico, è sempre il beneficio per il professionista e per il paziente. Partiamo sempre dal bisogno e rispondiamo con un servizio, non intendiamo mai la tecnologia come fine a sé stessa. I dati che viaggeranno su queste piattaforme devono essere usati ai fini dell’interoperabilità. Un altro tema fondamentale è la proprietà legale delle piattaforme. Ci stiamo spingendo su consorzi di sviluppo nazionale, in una logica di cooperazione tra enti pubblici ed enti di ricerca. [Viene mostrata l’avatar Beatrice per prenotazioni mediche].
SESSIONE ESPERIENZIALE
Il metaverso per simulare un intervento in contesti emergenziali. Con Lara Forgione, formatrice della Fondazione Mondo Digitale.
SESSIONE DI BRAINSTORMING
Ennio Tasciotti, Texas. C'è il problema della privacy sui dati clinici e sui casi clinici.
Davide Del Brocco, ricercatore Alta scuola Economia e Management Sanitario Università Cattolica. Il tema per noi è volontariato e formazione, quindi vediamo che in contesti multi-emergenza sarebbe importante avere familiarità con le pratiche attraverso applicazioni come il metaverso.
Claudia Ciriello, Cittadinanza Attiva. Il metaverso è uno degli obiettivi che ci poniamo quindi ritengo fondamentale organizzare una formazione diffusa all’ambito medico. In ambito sanitario può essere usato come strumento per garantire un nuovo modello di accesso alle cure, deve essere più vicina al paziente ma anche al cittadino, nell’ambito della prevenzione. Crediamo che occorra partire dalle misure di telemedicina e adeguarle sempre meglio alla realtà, metterle a sistema. Attenzione a non creare disuguaglianza per le aree interne del Paese oltre che tra Nord e Sud. Le criticità da misurare sono l’aspetto regolatorio, l’aspetto della privacy.
Paolina Saullo, dottoranda di ricerca, Tecnologie avanzate in chirurgia. È una tecnologia importante per il training, ad esempio per gli specializzandi in chirurgia. Non so quanto sia paragonabile alla pratica effettiva, forse occorre rendere gli strumenti e le modalità più raffinate perché sono ancora grossolane. Il metaverso in questa fase è efficiente per le pratiche di telemedicina, ancora insufficiente per la pratica effettiva sul paziente virtuale.
Carlo Favaretti, Assessment (Sitha). Potenzialità enorme, condivido le preoccupazioni sulla privacy, però che non sia una scusa per impedirne l’esplorazione.
Emanuela Frisicale, Ministero della Salute, ufficio 3 Dgprev. Sono a favore della formazione con il metaverso ma mi stupisce e mi affascina la varietà di servizi già presenti in tutti gli altri settori. Problema privacy rimane forte.
Matteo Grillo, social media marketing, content creation, digital marketing Prosciutto San Daniele. Abbiamo sviluppato il nostro ingresso nel metaverso con una piattaforma che stiamo implementando, ogni contaminazione sia la benvenuta!
Andrea Mingoli, direttore della Scuola di specializzazione in chirurgia generale. Problema della formazione: i miei specializzandi in cinque anni dovrebbero fare 30mila interventi, talmente tanti, che diventa impossibile. È necessario formarli in modo alternativo, ad esempio con il metaverso. Obiettivo: raffinare lo strumento.
Raffaella Abate, Department of Dynamic and Clinical Psychology, and Health Studies della Sapienza. Intravedo risvolti psicologici importanti, sia positivi che negativi. Nel campo della psicologia sarà un’applicazione importante nonostante i suoi limiti, si rompono delle barriere.
Roberto Triola, capo area Trasformazione digitale, Centro studi di Farmindustria. Le questioni legate alla privacy e alla valutazione di efficacia sono due temi delicati. Non tutte le tecnologie che verranno sviluppate avranno la stessa efficacia.
Flavia Beccia, medico specializzando del Gemelli. In ambito clinico e di sanità pubblica, la digitalizzazione ci consente di rendere il sistema sanitario sostenibili e questo ci può garantire cure che abbiano un vero impatto sul sistema.
Andrea Fontana, Project management and monitoring officer, Croce Rossa. Credo possiamo agire nel senso di ridurre il digital divide: come trasferire ambienti digitali a coloro che ne sono esclusi.
Stefania Garivati, Officer Pianificazione strategica, Monitoraggio e innovazione, Croce Rossa. Per la crescita dei nostri volontariati sarebbe importante una tecnica per fare pratica preventiva in emergenza.
CONCLUSIONI
Andrea Silenzi, dirigente sanitario, Ministero Salute. Siamo in un momento di rottura: tutto quello che abbiamo detto sull’intelligenza artificiale in questi anni può essere riportato nel metaverso. In ottica di salute il metaverso può essere dirompente a più livelli, il ministero ha prodotto linee guide per direzionare gli interventi del metaverso. I punti di riflessione riguardano:
- Gli alert per la privacy
- Il front office
- La formazione
- I processi sanitari