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Giornata internazionale dell’educazione 2025

Il ruolo dell'intelligenza artificiale per un apprendimento inclusivo
Foto di Max Fischer

Giornata internazionale dell’educazione 2025

Giornata internazionale dell’educazione 2025

Il ruolo dell'intelligenza artificiale per un apprendimento inclusivo

Oggi, 24 gennaio, ricorre la Giornata internazionale dell’educazione e quest’anno l’attenzione globale è rivolta al ruolo dell’intelligenza artificiale (IA) nel rendere l’educazione più accessibile, inclusiva e personalizzata.

L’Unesco, in particolare, ricorda che è essenziale che queste innovazioni siano accompagnate da una riflessione umana e inclusiva, capace di tradurre le potenzialità tecnologiche in reale beneficio per chi ne ha più bisogno. 
È con questo spirito che la Fondazione Mondo Digitale sta sviluppando Pathway Companion: una piattaforma pensata per supportare bambini e ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e i loro caregiver, creando percorsi educativi personalizzati e inclusivi.

Pathway Companion: un compagno “intelligente”
Sviluppata dalla Fondazione Mondo Digitale con il supporto di Google.org e la collaborazione di Fondazione Don Carlo Gnocchi, ITLogiX, Università degli Studi di Roma Tre, Pathway Companion sfrutta tre motori di intelligenza artificiale per garantire un supporto educativo personalizzato [vedi Pathway Companion al servizio dei bisogni speciali].

I focus group per lo sviluppo di Pathway Companion
Negli ultimi mesi, la Fondazione Mondo Digitale ha coordinato diversi focus group al fine di valutare il modo in cui la piattaforma può rispondere ai bisogni reali di studenti, docenti e genitori. Si tratta di incontri strutturati, condotti con un campione rappresentativo delle categorie coinvolte nel progetto, finalizzati a raccogliere feedback qualitativi, individuare necessità specifiche e affinare il design della piattaforma. L’obiettivo finale dei focus group è proprio quello di rendere Pathway Companion un alleato affidabile e adattabile alle diverse esigenze educative, mantenendo sempre al centro il valore della relazione umana.

Il contributo di Caterina Galeano
Caterina Galeano, psicologa esperta in neuropsicologia dell’età evolutiva, ha condotto diversi focus group con bambini, docenti e genitori, raccogliendo dati qualitativi per affinare le funzionalità della piattaforma. L’abbiamo intervistata per raccogliere la sua testimonianza. 

L'INTERVISTA

Caterina, qual è stato il suo ruolo nello sviluppo di Pathway Companion? 
Sono una psicologa specializzata in neuropsicologia dell’età evolutiva e, in questo progetto, ho avuto il compito di facilitare i focus group con studenti, docenti e genitori. Il mio obiettivo era raccogliere feedback diretti per comprendere meglio le sfide che bambini con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) affrontano quotidianamente, ma anche per scoprire come la tecnologia possa diventare una risorsa per loro. 

Cosa è emerso di più significativo durante i focus group? 
Durante i focus group che ho condotto, ho potuto osservare dinamiche molto interessanti tra docenti, genitori e studenti. Una delle cose che è emersa chiaramente è la scarsa alfabetizzazione digitale da parte sia dei docenti che dei genitori nell’uso delle tecnologie educative. 
I docenti, ad esempio, hanno citato strumenti come WordWall, Let MeTalk e altri legati alla comunicazione aumentativa, utilizzandoli principalmente come integrazione alla didattica tradizionale. Tuttavia, non ho riscontrato un utilizzo sistematico di tecnologie educative da parte degli insegnanti di sostegno, né nel rapporto individuale con lo studente, né tantomeno nel contesto classe. Alcuni insegnanti, inoltre, hanno espresso un timore che questi strumenti possano risultare poco inclusivi. Questo tipo di paura, a mio avviso, nasce da una scarsa consapevolezza del potenziale trasformativo di queste tecnologie. Se non si conosce fino in fondo uno strumento, è più difficile saperlo utilizzare al meglio, filtrarne le funzionalità e proporlo in maniera efficace al bambino. 
Un altro timore che ho riscontrato è che queste tecnologie possano isolare il bambino dal resto del gruppo classe. Tuttavia, quello che abbiamo osservato lavorando direttamente con i bambini è esattamente il contrario. Questi strumenti, infatti, hanno una fortissima valenza inclusiva. Durante i focus group, abbiamo visto bambini con bisogni educativi speciali (BES) superare barriere grazie a queste tecnologie e integrarsi più facilmente con i compagni. 
Purtroppo, la tecnologia digitale non è ancora percepita come parte integrante della didattica nelle scuole. Molti la vedono come un semplice "di più", qualcosa di opzionale e non strettamente necessario. Questo approccio limita le opportunità che questi strumenti possono offrire sia agli studenti che ai docenti. 
Anche i genitori hanno mostrato una limitata conoscenza delle tecnologie educative, ma ho notato in loro una grande curiosità. Sono molto aperti a esplorarne il potenziale, anche se nutrono il timore che queste soluzioni possano sostituire il rapporto umano piuttosto che integrarlo. È una preoccupazione legittima, ma credo che con il giusto livello di informazione si possa superare. Anzi, rispetto agli insegnanti, i genitori sembrano più consapevoli del potere trasformativo che queste tecnologie possono avere nel percorso educativo dei loro figli. 
In questo senso Pathway Companion rappresenta una soluzione davvero innovativa. La piattaforma è adattiva e interattiva: si adatta ai bisogni specifici di ogni bambino, identificando le difficoltà individuali e calibrando gli interventi in base ai miglioramenti. Questo crea una continuità nell’apprendimento che è fondamentale per i bambini con difficoltà. Inoltre, lo strumento non si limita a offrire supporto individuale, ma contribuisce anche a creare un ambiente di apprendimento più integrato e collaborativo. 
Credo fermamente che il potenziale di queste tecnologie vada oltre la semplice compensazione delle difficoltà. Si tratta di strumenti che possono realmente trasformare le dinamiche educative, promuovendo l’inclusione e abbattendo barriere che sembravano insormontabili. 

Come possiamo garantire che strumenti come Pathway Companion vengano usati in modo efficace? 
Formazione e sensibilizzazione sono fondamentali. È essenziale che docenti e famiglie comprendano il potenziale di questi strumenti, ma anche i loro limiti. L’IA deve essere utilizzata con consapevolezza, mantenendo sempre l’obiettivo di creare un ambiente educativo che metta la persona al centro. 

 A cura di Alberta Testa, social media manager

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