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Chi deve essere un insegnante

Tullio De Mauro

Chi deve essere un insegnante

Chi deve essere un insegnante

Domani ricorre la Giornata mondiale degli insegnanti

Domani, 5 ottobre, ricorre la Giornata mondiale degli insegnanti, che ricorda la sottoscrizione delle Raccomandazioni dell'Unesco sullo status del docente, sul ruolo dei professionisti della formazione, sulle sfide che affrontano quotidianamente, sulle difficili condizioni di lavoro a cui sono spesso sottoposti. 

Con l'adozione dell'Obiettivo 4 di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, "Istruzione di qualità", gli insegnanti vengono riconosciuti come soggetti chiave per l'attuazione dell'Agenda 2030 sull'educazione. Il loro impegno infatti è fondamentale per fornire un'educazione di qualità, equa e inclusiva e opportunità di apprendimento per tutti, con l'obiettivo di incrementare il livello di alfabetizzazione globale e ridurre l'abbandono scolastico precoce, contribuendo a migliorare la vita delle persone e a raggiungere lo sviluppo sostenibile. (Fonte Unesco.it)

Il tema di quest’anno è “Valuing teacher voices: towards a new social contract for education” (Valorizzare la voce degli insegnanti: verso un nuovo contratto sociale per l’istruzione). Vanno riconosciuti agli insegnanti una maggiore dignità e più rispetto, un maggiore spazio di partecipazione ai processi decisionali e va valorizzato il loro contributo fattivo nell’ambito dei processi educativi. 

In occasione della Giornata, oggi l’Unesco ospita l’anteprima del film “Apprendre” di Claire Simon, presentato al Festival di Cannes, un documentario fuori concorso "girato ad altezza di bambino" [vedi programma].

Condividiamo questo breve passaggio di un’intervista a Tullio De Mauro (Torre Annunziata, 31 marzo 1932 – Roma, 5 gennaio 2017), realizzata e pubblicata dall’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp).

 

Vi sono diverse vie che il dibattito odierno propone in relazione a come un insegnante può sostenere e coadiuvare la motivazione degli studenti, e dunque l’apprendimento. A questo proposito, De Mauro ricorda una splendida frase di Don Milani: “non chiedetemi che cosa si deve fare, chiedetemi che cosa si deve essere per insegnare bene.” “Innanzitutto bisogna che il ragazzo comprenda che l’insegnante ce la sta mettendo tutta per far accrescere le sue competenze” sottolinea De Mauro, “(…) credo che bisogna puntare molto anche sull’emotività dei nostri alunni, ma anzitutto sulla nostra: i primi emozionati dobbiamo essere noi dinanzi al processo di acquisizione di conoscenze e di nuovi orizzonti. Dobbiamo essere continuamente pronti noi a rinnovarci, anche emotivamente”.

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