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Nella splendida cornice dell’Isola Tiberina, mercoledì sera the Hub Roma ha organizzato un evento speciale per infrangere la comune rappresentazione, troppo spesso stereotipata, che i media contribuiscono a dare del rifugiato. Non si è parlato di migranti e rifugiati in generale ma di persone con storie e trascorsi diversi alle spalle. È intervenuta Pilar dal Perù, poi Lazrak dall’Algeria, Irma dal Venezuela… Ognuno di loro ha regalato una piccola testimonianza di vita e ha condiviso le difficoltà, ma anche i successi e le vittorie raggiunte da quando sono in Italia.
Anche Alfonso Molina, direttore scientifico della Fondazione Mondo Digitale, ha raccontato la sua esperienza definendosi un rifugiato "da museo", fuggito nel 1974, anno del colpo di stato di Pinochet in Cile. Dal Cile all’Argentina e poi subito in Gran Bretagna, paese con un forte sistema sociale, molto favorevole ai rifugiati cileni, che gli ha dato la possibilità di studiare, specializzarsi e scegliere una nuova vita. Da dieci anni il professor Molina è in Italia a mettere in pratica i suoi studi e fare qualcosa di concreto per "toccare la vita" delle persone con la Fondazione Mondo Digitale.