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Lingua e codici

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Lingua e codici

Lingua e codici

 

A Roma la presenza di studenti stranieri si avvicina al 10 per cento. Era quindi difficile immaginare una presenza significativa di tutor di origine straniera...

Eppure, dopo appena un anno dall'inizio del progetto, sul territorio ci sono almeno tre casi di studio interessanti, tre storie che fanno capire come gli effetti dirompenti di un progetto di innovazione sociale possano irradiarsi in direzioni impensabili...

 

Il caso della Pisacane

Con le sue classi a forte presenza straniera la Pisacane sulle pagine dei quotidiani è diventata un caso, purtoppo in negativo. Si è parlato perfino di fuga dei genitori italiani. Flora Longhi, dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo "Via Laparelli", che ha accorpato Pavoni e Pisacane, oggi ci racconta un'altra storia, inedita e molto più appassionante. Gli anziani del territorio, grazie al progetto TeleMouse, sono tornati a scuola per imparare le basi dell'informatica e la navigazione su Internet. Come tutor hanno trovati molti bambini di origine straniera. "Sono straordinari", spiega la dirigente, "interpretano il loro ruolo con una diligenza sorprendente. Seguono il manuale con grande precisione e con l'aiuto dei nonni migliorano velocemente le loro competenze linguistiche". Ora la preside vorrebbe estendere il progetto anche alle mamme straniere.

 

La storia di Giundulin

Giundulin, 22 anni, è ucraino. Dalla II media ha frequentato le scuole romane. Ora è al 1° anno di Ingegneria aeronautica. L'anno scorso, quando frequentava l'Istituto tecnico commerciale Matteucci, alla proposta di fare il tutor, ha risposto di no, perché non si sentiva sicuro con l’italiano. Poi si è lasciato convincere dai docenti e non si è pentito, anzi!  È convinto che le competenze che ha acquisito saranno utili anche nel lavoro futuro. “È stato un esercizio continuo trovare la spiegazione giusta, chiara e semplice, per rendere tutto più facile a loro, gli over 60”. E poi, a sopresa, G. ha anche migliorato il suo italiano. “Parlando romanesco con i compagni rischiavo di diventare un burino”, spiega.  “Per paura di sbagliare usavo le parole senza plurale e singolare. Sbagliavo maschile e femminile. Invece i nonni mi hanno insegnato ad usare correttamente gli articoli. È stato uno scambio continuo e un’esperienza anche molto divertente!”


I nonni rumeni a scuola di pc
A nord di Roma, lungo il litorale, la presenza di minori stranieri è più alta. Il 157° Circolo didattico di Torrimpietra ha deciso di estendere il progetto anche agli adulti, ai genitori dei bambini. Frequentano le classi della scuola primaria anche molti bambini stranieri, soprattutto rumeni, con nonni molto giovani e ancora in età lavorativa. Genitori e nonni hanno scoperto i diversi modi per comunicare via web, annullando distanze confini. I bambini parlano con Skype con i nonni o altri familiari rimasti in Romania e le famiglie allargate si ricongiungono virtualmente. 

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