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La forza di non arrendersi mai

Giovani che non studiano e non lavorano
Foto di olia danilevich

La forza di non arrendersi mai

La forza di non arrendersi mai

Le competenze per ripartire. La storia di Manuel

In Italia, il fenomeno dei giovani che non studiano e non lavorano (Neet, da Neither in Employment nor in Education and Training) continua a rappresentare una sfida significativa. Secondo i dati Istat per il 2023, il 16,1% dei giovani tra i 15 e i 29 anni si trova in questa condizione, con punte del 22,7% nella fascia tra i 25 e i 29 anni. Questo gruppo eterogeneo include persone disoccupate, disponibili a lavorare ma non attivamente in cerca, o inattive per vari motivi, tra cui responsabilità familiari e mancanza di opportunità. 

Le differenze territoriali sono un aspetto cruciale del problema. Nel Mezzogiorno, la quota di Neet è significativamente più alta rispetto al Centro e al Nord del Paese. Nonostante la minore partecipazione al mercato del lavoro, i giovani del Sud mostrano maggiore interesse a rientrare nel circuito occupazionale: il 72,5% dei Neet meridionali si dichiara disponibile a lavorare, rispetto al 59,4% nel Nord e al 62,4% nel Centro. Questo dato evidenzia come il divario occupazionale tra le diverse aree del Paese non sia tanto legato alla mancanza di motivazione, quanto piuttosto alla scarsità di opportunità lavorative.

Proprio per rispondere a queste sfide, Fondazione Mondo Digitale, in collaborazione con LinkedIn Italia, ha promosso l'evento "Il lavoro è tuo!". Tra le testimonianze ispirazionali in programma per la giornata, quella di Manuel Nardi, 28 anni, colpisce particolarmente per la sua autenticità.

Manuel, diplomato perito elettrico-elettronico, ha vissuto momenti di profonda sfiducia nel mondo del lavoro. "Dopo sei anni di lavori precari e nove contratti diversi, ero arrivato a un punto morto," racconta. "Paghe basse, promesse mai mantenute, ambienti tossici". 

Gli ultimi anni, quelli prima della svolta, i più difficili da gestire: tre anni in McDonald, un anno in Ikea, con un contratto a scadenza mai rinnovato, e poca, pochissima, fiducia nel mondo del lavoro. Tutti fattori che spingono Manuel a prendersi una pausa dal lavoro. 

Dopo un breve periodo di inattività (novembre 2023 - gennaio 2024), Manuel trova la forza e la motivazione per cominciare un percorso di formazione in un campo per lui decisamente nuovo, quello dell’informatica, iscrivendosi al corso "Cybersecurity Architect" (della durata di sei mesi) promosso dalla Fondazione Mondo Digitale nell’ambito del progetto Dig4All. "Non sapevo nulla di informatica” spiega “ma ho imparato tanto. Soprattutto, ho incontrato persone come me, pronte a mettersi in gioco nonostante tutto." 

Per Manuel, l'incontro con altri giovani, alcuni in situazioni più difficili della sua, è stato fondamentale: "Il confronto mi ha dato la forza di riprovarci e di vedere che non ero solo. Oggi penso che non dobbiamo arrenderci alla visione negativa del nostro Paese. Esistono posti di lavoro sani e rispettosi. Bisogna cercarli con fiducia e, anche se a volte ci va male, pensare: 'la prossima andrà meglio'".

Il lavoro come senso e non solo produzione
L'esperienza di Manuel offre uno spunto per riflettere su un tema più ampio: il rapporto tra lavoro e senso di realizzazione personale. Come sottolinea Maura Gancitano nel suo articolo per Vita, "Il tempo del lavoro non è solo un tempo produttivo; è tempo della vita e deve avere a che fare con il senso, che non è mai solo individuale, ma collettivo." Per Manuel, oggi dipendente di Macha Poke, questa riflessione è diventata realtà: "Qui mi sento rispettato e valorizzato. Finalmente, andare al lavoro non è un peso, ma un piacere."

Un nuovo racconto per i giovani inattivi in Italia
Con il giusto supporto e una rete di opportunità, i giovani possono ritrovare fiducia e costruire percorsi di vita e carriera soddisfacenti. Eventi come quello promosso insieme a LinkedIn Le competenze per ripartire sono fondamentali per offrire strumenti pratici e motivazionali, necessari a spezzare il ciclo dell'inattività. "La chiave è cercare un ambiente dove stare bene," conclude Manuel. Una lezione che vale per tutti, non solo per i giovani inattivi.

 A cura di Alberta Testa, social media manager

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