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Il robot che vorrei

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Il robot che vorrei

Come creare fiducia intorno alla robotica sociale? In una delle aule più affollate e partecipate dell'Università Campus Bio-Medico di Roma, nell'ambito della RomeCup 2018, ieri sono stati presentati i risultati dell'indagine "Il robot che vorrei", realizzata fra gli studenti delle università e scuole superiori di Roma.

 

La ricerca è stata coordinata da Vittoradolfo Tambone, ordinario di Bioetica all'Università Campus Bio-Medico di Roma, con la collaborazione di Giampaolo Ghilardi, ricercatore di Filosofia morale, e Laura Campanozzi, assegnista di ricerca in Medicina legale.

 

Dall'indagine emergono "raccomandazioni" importanti per le aziende. Le ha sintetizzate il professore Vittoradolfo Tambone al microfono di Francesca Meini.

 

Ascolta "Il robot che vorrei" su Spreaker.

 

Per creare maggiore fiducia nella tecnologia occorre un ambiente di maggiore fiducia tra gli essere umani. I robot dovrebbero essere efficaci nelle comunicazioni, nell'ambiente domestico e nelle professioni pericolose. Non devono avere ruoli di governance e tendenzialmente non devono essere antropomorfi. E soprattutto devono essere controllabili.

 

L'indagine "Il robot che vorrei" non è conclusa, ma prosegue per raggiungere un numero maggiore di destinatari, anche all'estero.

Al "Questionario sulla fiducia nei Robot di nuova generazione" hanno risposto ad oggi 1.550 studenti. Il campione è composto da 100 scuole secondarie superiori di Roma e 7 università romane. L'indagine è cominciata il 28 febbraio 2018.

 

 

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