Ambizione Italia: tavola rotonda e 80 studenti in sfida per la sicurezza
Giornata intensa ieri all'Università Campus Bio-Medico di Roma dove si sono dati appuntamento 80 ragazze e ragazzi di scuole secondarie superiori nell’ambito del programma di formazione Ambizione Italia per la cybersecurity, promosso da Fondazione Mondo Digitale e Microsoft Italia [vedi la notizia Il fattore umano della sicurezza].
In occasione dell’evento si è tenuta la sfida finale Hacker contro hacker: una hacking challenge per imparare a difendersi da semplici, ma efficaci, attacchi cyber. Gli 80 civic hacker sono stati selezionati tra 700 studenti di 33 scuole di 9 regioni italiane che hanno partecipato al percorso sulla cybersecurity [vedi la notizia Hacking, è solo questione di codice?]. Sono intervenuti docenti universitari ed esperti di cybersecurity del mondo delle aziende, evidenziando che occorre partire dal “fattore umano” per gestire la repentina evoluzione tecnologica. Una maratona sulla sicurezza informatica ma anche una preziosa occasione di confronto e riflessione sulla velocità del progresso e su come governarlo per garantire il benessere della persona. Tra i temi della tavola rotonda introduttiva: i progressi registrati sul fronte della cultura della digitalizzazione e della sicurezza informatica in Italia, che dagli ultimi posti delle classifiche europee sta risalendo grazie all'aumento dell'informatizzazione dei servizi pubblici, ai programmi formativi nelle scuole e nelle università, alla riduzione del divario di genere.
Eugenio Guglielmelli, rettore dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, nei saluti di benvenuto ha rilevato: “l’Italia è all’ultimo posto nelle classifiche sulla diffusione della cultura sulla cybersecurity eppure il 10 per cento degli italiani è direttamente interessato dagli attacchi informatici ai dispositivi personali. La biosicurezza è una delle frontiere dei nostri percorsi accademici: il contributo concreto della componente umana alla prevenzione e alla protezione degli attacchi.
Andrea Rossi, amministratore delegato e direttore generale dell’Università Campus Bio-Medico di Roma , ha sottolineato lo stretto legame della cybersecurity con la dignità della persona: “per questo il tema ci interessa così tanto, rientra nella nostra mission di attenzione e cura dell’essere umano. Inoltre l’università è in continuo dialogo con il territorio, in un abbraccio alla società”.
Mirta Michilli, direttrice generale della Fondazione Mondo Digitale, ha raccontato il ruolo della FMD nell’accompagnare le persone a cogliere le opportunità della tecnologia e dell’innovazione, per condurre i giovani a scoprire percorsi di studio e professioni legate all’evoluzione tecnologica. “Con Microsoft stiamo traducendo temi e concetti complessi per renderli accessibili ai cittadini ma soprattutto ai fragili, agli studenti e alle studentesse. Percorsi che mettono in contatto università, scuole e imprese, per consentire agli studenti di compiere scelte consapevoli”.
Nel suo intervento, Corrado Giustozzi, docente del corso di Cybersecurity all’Università Campus Bio-Medico di Roma e Chief Strategist of Rexilience, ha evidenziato che, nonostante gli incredibili progressi, non dobbiamo ritenere l’intelligenza artificiale generativa una tecnologia perfetta: “Pensiamo ad esempio alle allucinazioni, cioè alle risposte inventate che i tool di intelligenza artificiale generativa ci propongono quando ignorano l’argomento. Inoltre questi programmi si ostinano a negare l’evidenza, ripetono l’errore. Si lasciano suggestionare dalla domanda e ciò li rende pericolosi e limitati, devono essere considerati solo un supporto all’attività umana ma non un sostituto”.
Nella tavola rotonda moderata da Luca Faramondi, coordinatore del master in Cybersecurity Management dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, sono intervenuti altri esperti del campo, come Domitilla Benigni, ceo di Elettronica Spa e presidente di Women4Cyber: "Abbiamo parlato di nuove competenze utili per i giovani nell'ambito delle nuove discipline stem: dico a voi studenti e studentesse di abbracciarle con grande entusiasmo perché saranno fonte di grandi opportunità per il vostro futuro". Mario Garofano, chief Information Security Officer dell’Università Campus Bio-Medico di Roma ha evidenziato come: “il digital divide deve essere colmato anche con una maggiore digitalizzazione della pubblica amministrazione, tema da estendere alle competenze digitali trasversali nelle imprese”, mentre Alessandro Massa, chief Technology and Innovation Officer, Cyber and Security Solutions di Leonardo, ha parlato del fattore umano come “una delle minacce alla sicurezza se chi usa la tecnologia non conosce bene gli strumenti. Di qui la necessità di colmare il gap di conoscenza a tutti I livelli, dall’infrastrattura alle competenze. Valutate la carriera accademica, il dottorato di ricerca fa la differenza nel completare il mindset per una ricerca e innovazione continua”, ha concluso. Patrizio Rinaldi, Head of Technical Sales, Cybersecurity & Data Protection, Microsoft: “ci sono tre milioni di posti di lavoro ancora non occupati in Italia. La cybersecurity è un campo multi sfaccettato e ricco di temi correlati. È il momento per scegliere questa carriera, non temiate di percorrere questi studi, di informarvi! Anche i giovani in Italia scontano una minore digitalizzazione rispetto al resto d’Europa ma grazie alla digitalizzazione dei servizi, al cloud e ad altri processi questo divario sta diminuendo”.
Secondo Anna Vaccarelli, dirigente tecnologo Istituto di Informatica e telematica del Cnr e Consiglio direttivo di Women for Security: “la percentuale di donne nella cybersecurity sta crescendo, industrie, istituzioni, università si stanno muovendo tanto per colmare il divario ma ancora sono poche le laureate donne in percentuale sulla popolazione maschile. Non dimentichiamo che il mondo della cybersecurity va dall’economia alla giurisprudenza: penso alla comunicazione, al management, l’aspetto giuridico, filosofico, matematico. Marco Valerio Cervellini, Advisor dell’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale ha ricordato l’operato della sua istituzione, che ha sventato attacchi importanti alla tutela dei cittadini e spesso nelle indagini si è trovata a confrontarsi con giovanissimi talenti versati al crimine. Cervellini ha invitato i giovani appassionati a formarsi e a contattare la sua Agenzia per valutare sbocchi professionali. Roberto Setola, delegato del Rettore Ricerca e Innovazione su Cybersecurity dell’Università Campus Bio-Medico di Roma ha dato un messaggio di incoraggiamento a coloro che sono interessati alle lauree più tecniche: “scegliete la facoltà di ingegneria perché creerete cose che non esistono! Vi divertirete! La cybersecurity è la vetta del pensiero laterale che insegna a pensare fuori dagli schemi, sinonimo di curiosità da alimentare sempre”.
Viva la partecipazione alla mattinata di dibattito da parte degli studenti, che hanno posto domande e questioni sfidanti sull’intelligenza artificiale e sulla cybersecurity agli esperti in sala. I temi hanno spaziato dalle scelte di studio fino alle certificazioni consigliate, fino ad arrivare ai casi di cronaca del cybercrime.
All’evento hanno partecipato gli studenti delle scuole: Michelangelo Buonarroti di Frascati, Leopoldo Pirelli di Roma, Einstein-Bachelet di Roma, I. Newton di Roma, Croce Aleramo di Roma, Enrico Fermi di Frascati, Omnicomprensivo di Venafro, Pacinotti di Fondi, Patini Liberatore di Castel di Sangro, Caravaggio di Roma, Istituto Maria Immacolata di Carugate, Polo tecnologico Tommaso Salvini di Roma, Bagatta di Desenzano del Garda, Ferraris di Varese, Pacinotti Archimede di Roma, Matteucci di Roma, Di Vittorio-Lattanzio di Roma.
La sfida finale è stata curata dai formatori Luca Faramondi e Simone Guarino, PhD Candidate in Cyber Security, CoserityLab.
Il racconto della giornata è a cura di Onelia Onorati.