Gli studenti di Fattore J raccontano l’esperienza di volontariato con Progetto Itaca
Nelle giornate di 7, 8 e 9 maggio, quattro studenti dell’istituto superiore Francesco Saverio Nitti di Napoli sono stati ospiti del Club partenopeo dell’associazione pazienti della Fondazione Progetto Itaca. Come accaduto per la sede romana, anche l’equipe napoletana si è resa disponibile ad accogliere un gruppo motivato di studenti del progetto Fattore J che hanno scelto di mettersi in gioco in attività di volontariato e in Percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento (Pcto) al fianco dei volontari dell’associazione e dei pazienti psichiatrici, ospiti e soci della struttura [vedi la notizia La mia salute, il mio dirittto].
L’IIS Nitti di Napoli, che con grande impegno e passione partecipa al progetto Fattore J da diverse edizioni, sotto la guida della professoressa Marina Minestrini, ha subito raccolto la sfida con entusiasmo ottenendo molte più adesioni da parte degli studenti, rispetto a quanti la struttura potesse accoglierne, dimostrando una grande attenzione e sensibilità verso il tema del disagio mentale.
Nelle tre giornate, quattro studenti, selezionati sulla base dei meriti scolastici, si sono recati presso la struttura dove, insieme ai soci del club, hanno partecipato a lavori manuali e laboratori teatrali, finalizzati al recupero di un ritmo di vita ordinario e della sicurezza in se stessi; sostenendo le capacità sociali e abilità specifiche per accrescere l’autonomia della persona.
Racconta Daniela Russo, studentessa della classe 3 AS dell’IIS Nitti di Napoli: “Durante questa esperienza ho avuto la possibilità di incontrare sia i volontari che si trovano all’intero della struttura e accompagnano i ragazzi nel loro percorso, sia i soci stessi. Ho conosciuto tante persone, tutte con un proprio carattere e modo di fare a dir poco speciale.
Durante la prima giornata ho avuto la possibilità di visitare la sede e l’orto gestito dai ragazzi della struttura. Ho partecipato ad attività che loro riconoscono col nome di “lavagna” ossia l’assegnazione dei compiti della giornata. In particolare insieme ai miei compagni avevo il compito di lavare il pavimento.
Il secondo giorno invece ho partecipato all’attività di yoga e di teatro. Ho imparato grazie ai volontari e i ragazzi che non bisogna mai avere vergogna di se stessi, non bisogna mai cambiare per gli altri e che bisogna affrontare le proprie paure, la propria timidezza e tutti gli ostacoli che la vita ci pone. Abbiamo poi letto insieme ai ragazzi il copione del loro spettacolo che si svolgerà verso la fine di giugno e poi, dividendoci in gruppi, abbiamo inventato una storia attraverso delle carte.
Il terzo giorno abbiamo cucinato insieme ai ragazzi. Come ogni mattina abbiamo fatto la ”lavagna” per poi dirigerci tutti in cucina per preparare il pranzo: il piatto del giorno era riso e zucca. Abbiamo lavato le mani, indossato i grembiuli e le dovute protezioni e abbiamo tagliato la zucca. Dopo tutti insieme abbiamo anche preparato biscotti aromatizzati al limone poiché era il compleanno di uno dei ragazzi del club, che nonostante ci tenga alla linea e alla propria alimentazione non ha saputo resistere ai nostri biscotti.
Non c’è stata un’attività che ho preferito svolgere più di un’altra, mi sono piaciute tutte e sin da subito mi sono sentita parte di questa famiglia. Quest’esperienza ha arricchito il mio bagaglio culturale e sociale. Ho scoperto una nuova realtà che mi è piaciuta molto ed è per questo che ho intenzione di continuare il volontariato proprio in quest’ambito”.
"Uno dei momenti più significativi che ho vissuto durante quest’esperienza è stato nell’ultimo giorno in occasione dei saluti, poiché si è percepito l’affetto instaurato in pochi giorni, racconta Giancarlo Cipolletta, studente della classe 3AS dell'IIS Nitti di Napoli. “Quest’esperienza indubbiamente mi ha fatto crescere e maturare, in quanto mi ha fatto conoscere una realtà lontana dalla mia nella quale nessuno viene giudicato o trattato in modo diverso. Continuerò assolutamente con il volontariato, infatti, io e i miei compagni abbiamo chiesto agli organizzatori se sarebbe possibile tornare al club qualche volta".