Verso la Giornata mondiale del 7 aprile con Fattore J e Progetto Itaca
"My health, my right" è il tema scelto quest'anno dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per la Giornata mondiale della Salute che ricorre domenica prossima 7 aprile. La salute come diritto umano fondamentale, spesso però negato e causa di esclusione sociale, soprattutto se la patologia riguarda la sfera mentale. Lo evidenzia, tra le altre, la recente iniziativa della Fondazione Progetto Itaca che ha chiesto in una lettera alla ministra Alessandra Locatelli e capo di Gabinetto del Ministero Maurizio Borgo che la disabilità psichiatrica venga considerata alla pari delle altre forme.
Come dichiarato di recente ai giornali da Felicia Giagnotti, presidente di Fondazione Progetto Itaca insignita a febbraio dall’onorificenza al Merito della Repubblica Italiana, “la malattia psichiatrica a livello legislativo è riconosciuta come disabilità ma non è rappresentata nell’Osservatorio delle disabilità, presso il Ministero dedicato. L’inserimento lavorativo di una persona con disagio psichiatrico non è paragonabile ad altri tipi di inserimento; ha una sua specificità. È una malattia biopsicosociale con una componente biologica, psicologica e sociale. Una persona con una problematica mentale deve essere avviata al lavoro con un percorso adeguato”.
E su questo fronte è stato importante per tante persone affette da patologie psichiatriche il percorso che proprio Progetto Itaca, che si sostiene da più di dieci anni grazie all’impegno di volontari motivati e preparati, ha intrapreso per sensibilizzare sulla malattia mentale diffondendo informazioni corrette e aiutando coloro che soffrono di disturbi e le loro famiglie ad avviarsi a un pieno inserimento nella società.
Già da diversi anni collaboriamo con Fondazione Progetto Itaca nell’ambito di Fattore J, insieme a Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia. Per la quarta edizione l’alleanza si è rafforzata e Progetto Itaca è diventato ente patrocinatore, mettendo a disposizione le proprie attività per i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. Dal 5 all’8 marzo scorso, 10 studenti dell’IIS Piaget Diaz di Roma e dell’IIS Sulpicio-Veroli di Roma si sono già uniti ai volontari del Club Itaca di Roma nel quartiere Nomentano per le attività con i pazienti psichiatrici e i prossimi appuntamenti sono dall’8 al 10 aprile quando protagonisti saranno 10 studenti dell’IIS San Benedetto di Latina.
Tra le iniziative della Fondazione Progetto Itaca, infatti, c’è Club Itaca, una struttura diurna non sanitaria gestita con la formula del circolo, in cui i soci-utenti (giovani e adulti tra 20 e 45 anni affetti da gravi patologie psichiatriche) lavorano insieme ai volontari tutti i giorni. Le attività sono finalizzate al recupero di un ritmo di vita ordinario e della sicurezza in se stessi; vengono sostenute le capacità sociali e abilità specifiche per accrescere l’autonomia della persona. Quando, e se, i giovani utenti sono pronti, vengono aiutati a confrontarsi con il mondo esterno con un lavoro vero e proprio. Il servizio offerto segue il modello internazionale “Clubhouse International”: tra le attività proposte ci sono i laboratori di comunicazione sociale, di Risto-bar, di Orticoltura Urbana e Gardening.
La sede del Club, nel verde tranquillo del quartiere Nomentano, è una fucina di attività e stimoli, con spazi per l’incontro e il relax. Come ci raccontano Gaia Buono e Cristina Raho di Progetto Itaca Roma: “Oggi i nostri soci sono giovani di 20-30 anni, un’età media in calo rispetto a qualche anno fa. Non facciamo una selezione tra chi può associarsi e chi no, non conta la gravità della diagnosi, ma l’unico requisito per essere accolti è che la persona venga seguita da uno psichiatra di riferimento. Gli studenti affiancano i soci nell’espletamento delle attività ordinarie ma anche nei laboratori, come bigiotteria, restauro, musica, inglese”.
Come si svolge una giornata tipo nel Club Itaca?
“Dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17, accogliamo i soci. Ci vediamo tutti qui al mattino per parlare, segue una riunione organizzativa in cui aiutiamo chi c’è a scegliere le attività, idealmente ripartite in diverse aree: impiegatizia (contabilità, gestione dei social e del sito web), manutenzione, ristorazione, orto. Grazie a questo impegno le persone lavorano sulla propria autonomia e si riattivano con una routine ben precisa. La modalità di lavoro è ‘side by side’ cioè in affiancamento ai volontari”.
Qual è il senso di un impegno quotidiano in queste attività? C’è una possibilità concreta di inserimento lavorativo?
Innanzitutto l’appuntamento quotidiano e l’impegno in attività pratiche rappresenta un grosso lavoro sull’autostima e sulla conoscenza di sé. Diamo del tempo alle persone per far emergere i talenti individuali con un vero e proprio allenamento al lavoro. Quando le persone sono pronte c’è poi la possibilità dell’inserimento mediante il progetto “JOB station”, di cui oggi fanno parte 33 aziende in 7 città. Oltre a supportare le persone con storie di disagio psichico a reinserirsi nel mondo del lavoro, JOB station accompagna le aziende ad essere più inclusive e a rispettare gli obblighi di legge, insieme a partner come Accenture.
Ma Club Itaca promuove anche l’autoaiuto, con gruppi in cui chi soffre di depressione, ansia, attacchi di panico, insieme alle famiglie può incontrarsi e confrontarsi sotto la guida di facilitatori e la supervisione di un professionista, per mettere a comune l’esperienza del disagio psichico sia in prima persona sia indirettamente nel caso di familiari.
L'intervista è a cura di Onelia Onorati.