Come sviluppare il pensiero computazionale con la piattaforma CS First
Barbara Avella e Mauro Crepaldi, entrambi molto attivi nella comunità dei Docenti della scuola del noi, hanno seguito sin dall’inizio il progetto CS First con il ruolo di formatori per gli altri insegnanti. Spesso protagonisti insieme delle sessioni formative, hanno accettato volentieri di condividere la loro esperienza didattica in un’intervista doppia curata da Onelia Onorati.
Barbara Avella: “Ho conosciuto il progetto proprio agli inizi, mi pare fosse giugno 2018. L’ho trovato molto interessante per la possibilità di far lavorare in autonomia gruppi di studenti, riuscendo quindi a superare i limiti imposti dal numero ridotto di dispositivi presenti a scuola, ma anche di poter seguire i singoli studenti con la dashboard del docente. Nei primi anni, lavorando con alunni ed alunne più grandi ho potuto lavorarci maggiormente, negli anni seguenti, tra pandemia e gruppo classe più giovane ho allentato un pochino l’attività, senza mai interromperla”.
Mauro Crepaldi: “Il mio rapporto di insegnante di scuola primaria con la programmazione nasce quando sui pc si muovevano solo “tartarughe” che, con corrispondente lentezza, ci hanno accompagnato fino al “gattino” (simbolo di Scratch) che ha portato il vero, grande stravolgimento nel mondo del coding passando da un utilizzo quasi completamente procedurale e scolastico ad uno progettuale ed espressivo. C’ero sin dalla prima edizione italiana di CS First proposta da FMD che, all’epoca, rappresentava un prezioso unicum con i suoi tutorial, dedicati agli studenti, “incastonati” in una piattaforma pensata per le necessità dei loro docenti (molti a completo digiuno della programmazione visuale a blocchi)”.
Che cosa pensate della piattaforma?
BA: “Trovo che sia uno strumento molto valido per la possibilità di centrare le attività sullo studente e/o sulla classe, valorizzando quindi le caratteristiche di ciascuno e rispettando i tempi di apprendimento. D’altra parte è possibile proporre attività in piccoli gruppi, 3 o 4 studenti, in modo da rafforzare anche le capacità di lavorare insieme. Ho solo osservato, lavorando con molti studenti, che le istruzioni a fianco dei tutorial sono spesso trascurate per la tendenza degli alunni e delle alunne di evitare la lettura di testi; preferendo le immagini, il video prende quindi la totalità della loro attenzione, mettendo a rischio il corretto flusso di lavoro. Cambiando computer gli account realizzati divengano anonimi e utilissima, sia lato docente che lato studente, la reportistica sulle attività svolte perché consente il monitoraggio dei progressi, l’autovalutazione e la valutazione trasparente ed oggettiva dell’impegno”.
MC: “CS First è una piattaforma d’apprendimento completa, scalabile e consolidata. Forse l’unica cosa che le si potrebbe ancora chiedere è la possibilità di “accompagnare” gli alunni che hanno avuto la fortuna di averne usufruito nella scuola primaria verso l’applicazione della programmazione a blocchi sia verso le schede e le estensioni che Scratch mette già a disposizione, sia verso l’utilizzo integrato delle intelligenze artificiali che possono rappresentare davvero un punto di svolta nella traduzione della programmazione visuale in linguaggi più complessi quando, ovviamente, l’obiettivo didattico non sia la programmazione pura”.
In che modo la piattaforma è un valore aggiunto per la didattica, sia dal punto di vista dei docenti che dal punto di vista degli studenti?
BA: “La piattaforma è gratuita e accessibile da tutti. Consente anche ai docenti di compiere i primi passi nella programmazione, supportando quindi l’insegnamento del pensiero computazionale e delle nozioni base di programmazione. È coinvolgente e stimolante, quindi promuove l’apprendimento del coding anche per gli studenti privi di esperienza, risulta ben strutturata rispetto allo sviluppo del pensiero computazionale (quindi del problem posing e del problem solving) e del pensiero creativo. Inoltre favorisce la promozione della creatività e dell’espressione personale, sostiene atteggiamenti che favoriscono l’apprendimento efficace, come la persistenza, l’apertura mentale, la collaborazione, la comunicazione”.
MC: “Rispetto al passato, oggi l’offerta delle piattaforme è più variegata ma CS First mantiene ancora un vantaggio competitivo con il suo marcato programma di riconoscimenti (distintivi, certificati di completamento, ecc.) tanto amato dagli alunni più piccoli e tanto apprezzato dai docenti per l’alta motivazione che genera nella classe”.
Può essere definitiva una piattaforma inclusiva, per tutti a prescindere dalle differenze culturali?
BA: “Non ho avuto modo di sperimentare se i tutorial sono disponibili in diverse lingue, certamente Scratch offre, e l’ho verificato nella mia classe in passato, la possibilità di lavorare insieme anche a bambini che non parlano l’Italiano. In questo senso l'attività è stata efficacemente inclusiva: la bambina proveniente da un paese arabo e completamente a digiuno della lingua italiana è stata costantemente coinvolta nel lavoro di gruppo, riuscendo a relazionarsi con i compagni e via via acquisendo competenza nella nostra lingua”.
Che feedback ha ricevuto dalle formazioni?
BA: “Per superare le difficoltà legate alla mancanza di competenze digitali di base che rischiano di rallentare il gruppo o di lasciare indietro qualcuno, propongo formazioni per due o tre livelli di competenza, partendo da iniziale: ragioniamo su account, password e livello di base della piattaforma, medio: ragioniamo sulla piattaforma illustrando alcune delle unità più complesse, elevato: lavorare sulla piattaforma, ragionare sull’uso della reportistica e proporre percorsi di coding interdisciplinari (unendo due o più discipline)”.
MC: “È a volte complesso, nel panorama scolastico italiano, caratterizzato dall’alta età media dei propri docenti e da una bassa alfabetizzazione digitale, riuscire a far percepire i vantaggi che la piattaforma offre dal punto di vista delle sue capacità inclusive sia nei confronti degli alunni più fragili, sia verso quelli ancora non completamente italofoni, sempre più numerosi nel nostro Paese. Chi, come noi, porta CS First nelle scuole lo percepisce facilmente negli occhi dei colleghi che comprendono la portata del progetto ma restano “mosche bianche” nel proprio istituto dove magari, l’unico modo di interpretare il coding è ancora quello procedurale (modello Code.Org, per intenderci) che però tende a marcare ancora di più la separazione, culturale e irrazionale, tra le materie dell’ambito antropologico-espressivo e quelle dell’ambito matematico-scientifico".
Dunque sono tanti i margini di crescita di questo progetto, che ancora oggi riesce davvero a sostenere un diverso approccio all’insegnamento e rappresentare un buon primo passo per una maggiore e più completa alfabetizzazione di base.