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Comunicare in modo professionale

Le competenze per ripartire con LinkedIn
Foto di Airam Dato-on

Comunicare in modo professionale

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Le competenze per ripartire con LinkedIn

Protagonista, insieme al team di LinkedIn, dell’incontro del 21 novembre scorso nell’ambito del percorso Il lavoro è tuo, le competenze per ripartire, Luigi Centenaro è il fondatore di BigName, società di consulenza specializzata nel personal branding e nell’innovazione delle persone in azienda. Ha insegnato Personal Branding e Career Design presso prestigiose istituzioni internazionali come SDA Bocconi, ESSEC di Parigi e Singapore, e WHU di Düsseldorf. Sul suo sito scrive: Oggi, purtroppo, non basta più essere semplicemente bravi; è fondamentale essere rilevanti, diventare un segnale significativo ed essere capaci di comunicarlo alle persone giuste. L’asset più importante resta la fiducia, soprattutto in un contesto volatile, incerto, complesso e ambiguo come quello attuale”. Gli abbiamo chiesto di condividere alcuni consigli per un personal branding efficace su LinkedIn.

Se pensi a un giovane che per la prima volta si affaccia nel mondo del lavoro, quali consigli daresti, considerando la sua inesperienza nello strutturare il profilo?
Spesso nel mio lavoro mi trovo davanti persone senior. Eppure il loro atteggiamento in molti casi è simile a quello dei neofiti, rispetto al rapporto con Linkedin. Il primo consiglio è lo stesso che darei a un giovane alle prime armi: scopri il tuo role model, cercalo su Google per capire qual è il suo personal branding. Nei primi tre risultati del motore di ricerca ci sarà probabilmente il profilo LinkedIn. Ti verrà subito voglia di stabilire un contatto! Ed eccoci dunque a LinkedIn, che è “la” piattaforma nella quale si comunica in maniera professionale, lo strumento di incontro con la persona giusta per trovare lavoro. Ma attenzione a scambiarlo per una vetrina di curricula online! LinkedIn è un soggetto che lavora per te, una tecnologia che propone i contatti sulla base di come ti presenti. Ecco perché è importante strutturare il profilo con le parole chiave corrette. Devi fare in modo che quando risponderai a un annuncio di lavoro, la tua controparte pensi che sei la persona giusta per quel ruolo. E questo è possibile se hai un obiettivo e una strategia. Le difficoltà iniziano proprio a questo punto.

Qual è, allora, la cassetta degli attrezzi di chi riesce a posizionarsi al meglio su LinkedIn?
È importante innanzitutto sapere dove si vuole arrivare. Parlo di un orizzonte futuro che spesso non è chiaro nemmeno a chi si iscrive a un master! Insegno personal branding alla SDA da 15 anni e mi chiedo ancora come mai il 90 per cento delle persone che incontro non ha ben chiaro il proprio smart goal, cioè l’obiettivo Specifico, Misurabile, Raggiungibile, Rilevante, Temporizzato che intende perseguire. Anche chi pensa di avere le idee molto chiare, in realtà spesso ha in mente solo aspirazioni generiche. Mi riferisco proprio al prossimo passo che si ha intenzione di intraprendere nella carriera e non il generico desiderio di arricchirsi, di ottenere una promozione... in realtà quasi nessuno ha in mente una posizione definita che vorrebbe ricoprire da qui ai prossimi anni. Pochi pensano a una strategia precisa. Ma LinkedIn è lo strumento utile a realizzare il futuro che abbiamo deciso di progettare. La piattaforma apre delle vere possibilità a chi ha un piano definito e concreto. Certo, ammetto che per chi sta cercando il primo lavoro, spesso il confine tra obiettivo e aspirazione è piuttosto labile.

E allora un giovane che si sta affacciando nel mondo del lavoro come può avvicinarsi a realizzare il proprio obiettivo?
Chi sta costruendo la propria professionalità sicuramente ha già degli interessi, delle conoscenze su un argomento o su una specifica applicazione. Bisogna iniziare a nutrire questi aspetti. Cosa direi a un giovane: fai vedere agli altri che stai studiando per diventare un esperto su un certo tema. Chi ha entusiasmo e interesse contagia le persone! Devi attrarre persone nel tuo network sulla base di un atteggiamento positivo, creando una visibilità, attirando commenti e stabilendo connessioni. A questo punto verrai notato e segnalato ad altri. 

Che consiglio daresti invece a chi invece intende riposizionarsi, a chi vuole cambiare settore e carriera?
Spesso è proprio la piattaforma a suggerire in quale direzione andare, dare spunti su come formarsi, grazie alla sua microdidattica, che è utilissima e molto immediata. Il reskilling è reso possibile sia grazie alla formazione sia con una buona community. Se scegli i profili giusti da seguire, rimarrai aggiornato. Fare rete non vuol dire collezionare contatti ma formare una community attorno al proprio interesse. Questo produce in concreto uno scambio umano di valore, che dà energia e non la succhia! Piuttosto che avere 5 mila contatti meglio poche centinaia, ma ben selezionati. 

Che cosa evitare in questa ricerca del giusto profilo?
Innanzitutto la “serendipity” non è un colpo di fortuna ma va aiutata! LinkedIn mostra contenuti in linea con i propri interessi, dunque importante postare e condividere argomenti che attirano persone affini. Ma attenzione: ritengo deleterio qualsiasi “concorso di popolarità” su LinkedIn. Pensate a chi condivide post in grado di attirare in poche ore migliaia di like. Con ogni probabilità si tratta di contenuti molto scontati, con poco valore aggiunto. Queste azioni sono in grado di attirare solo persone prese in un’onda emotiva. Condivisioni e commenti “fragili”, estemporanei, ottenuti in maniera aggressiva che non aiutano a strutturare una community realmente interessante per i propri obiettivi. Essere popolare non è un male assoluto ma è funzionale solo a chi vuole proporsi come creator o influencer. 

L'intervista è a cura di Onelia Onorati, che si occupa dell'ufficio stampa per la Fondazione Mondo Digitale.

 

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