La storia di Rosa, lavoratrice in pausa, ma a tempo pieno nell’assistenza familiare
A pochi giorni dall’insediamento del Tavolo tecnico per l’analisi e la definizione di elementi utili per una legge statale sui caregiver familiari, istituito dalle ministre Alessandra Locatelli (Disabilità) e Marina Calderone (Lavoro e Politiche sociali), ci arriva un’intensa testimonianza da una lavoratrice in pausa, ma occupata a tempo pieno nel lavoro di cura. La sua storia, pur semplice e diretta, ci coinvolge profondamente perché siamo convinti che sia impossibile costruire una società inclusiva se non si riesce ad aiutare chi aiuta. Purtroppo il percorso legislativo per un pieno riconoscimento del lavoro di cura prosegue a rilento, nonostante in Italia ci siano oltre 8 milioni di caregiver che si occupano soprattutto di familiari con importanti bisogni di accudimento.
“Da tanti anni sono una caregiver familiare e con rammarico avevo messo un po' da parte la mia carriera poiché non riuscivo a trovare un impiego stabile”, racconta Rosa Antonella, 44 anni, che si definisce una contabile in “stand-by”, cioè disoccupata da molto tempo. Ha lavorato in diversi studi e aziende senza mai trovare “una giusta collocazione”.
“Il mio cruccio è sempre stato quello di non avere una laurea, visto che non mi sono potuta permettere di proseguire gli studi”, confessa.
Quando scopre le opportunità che offre il progetto Swat, Rosa si iscrive al percorso di formazione Multimedia specialist. “L’ho fatto perché ho deciso di fare qualcosa per me stessa e il mio futuro! Mi sono convinta a sfruttare questa nuova occasione quando ho saputo che il corso era articolato in modo da potersi conciliare con tutta la mia complicata situazione familiare, visto la modalità online e l’impegno di poche ore al giorno”, spiega.
“Stavo cercando da tempo un percorso formativo che mi permettesse di riprendere in mano il mio curriculum per potenziarlo e migliorarlo e finalmente l'ho trovato”. Ma non solo. Rosa è stata tra le prime donne a conseguire la certificazione sulle competenze digitali avanzate, che ha condiviso con soddisfazione sul suo profilo LinkedIn.
La valutazione positiva di Rosa non riguarda solo l’aspetto formativo, grazie alle “insegnanti molto attente e comprensive verso di noi”, ma anche quello relazionale, perché si è ritrovata a rivivere la "dimensione classe" in un gruppo unito e solidale, “fatto di colleghe che sono diventate amiche”. Qualche tempo fa Rosa si augurava di “portare a termine con successo il percorso”. Ora che è riuscita a concludere la prima tappa nel migliore dei modi ci auguriamo insieme a lei che questo risultato le “apra nuove opportunità lavorative”. E speriamo con Swat di aiutare tante altre donne nella sua stessa situazione, impegnate quotidianamente nella rete silenziosa di assistenza.
Swat (Supporting women, arousing talents) è un progetto selezionato dal Fondo per la Repubblica Digitale - Impresa sociale, organizzato in partenariato da Fondazione Mondo Digitale, Arci e Fondazione Adecco ETS. Promuove percorsi formativi sulle competenze digitali (livelli base, avanzato e di specializzazione) per 250 donne tra i 18 e i 50 anni escluse dal mondo del lavoro o con inquadramenti contrattuali insoddisfacenti e bassi livelli salariali.