L’uso inclusivo della piattaforma CS First raccontato da un’animatrice digitale
All’inizio del nuovo anno un articolo di Carlo Ernesto Galli Della Loggia ha riaperto il dibattito sul modello inclusivo della scuola italiana. Per l’editorialista del Corriere della Sera si tratta di una falsa inclusione in un regno menzognero: "nelle aule italiane, caso unico al mondo, convivono regolarmente, accanto ad allievi cosiddetti normali, ragazzi disabili anche gravi, poi ragazzi con i Bes e infine, sempre più numerosi, ragazzi stranieri incapaci di spiccicare una parola d’italiano".
I toni si sono subiti accesi, nonostante i successivi chiarimenti per sottolineare la complessità della questione. Qualche settimana dopo si è svolta la presentazione pubblica della proposta di legge per istituire la cattedra inclusiva nelle scuole di ogni ordine e grado. Per avere un quadro del dibattito suggeriamo la lettura di un approfondimento curato da Sara De Carli per il magazine Vita.
Noi della Fondazione Mondo Digitale siamo cresciuti con il pensiero del professore emerito Tullio De Mauro che ha sempre sostenuto che la massima qualità dell’istruzione va di pari passo con la massima inclusione, con la capacità cioè di prendersi cura di ciascuno senza lasciare indietro nessuno [vedi anche Buona la scuola se eccelle chi insegna, Internazionale, 2016]. Quanto questo sia complicato nella scuola italiana lo descrive bene, con toni oggettivi, l’ultimo rapporto Istat sull’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, che invitiamo a leggere. Basti pensare che ancora un insegnante 1 su 3 non ha una formazione specifica e il 12% viene assegnato in ritardo, mentre gli alunni con bisogni speciali e/o con disabilità sono in aumento. Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito sono in crescita anche gli studenti di cittadinanza non italiana, pari a circa il 10 per cento della popolazione scolastica.
Siamo convinti che alle nuove generazioni vadano sempre garantite le massime opportunità educative. Ecco perché ci piace diffondere nella scuola ogni strumento che possa facilitare e potenziare l’attività del docente, come la piattaforma CS First, sviluppata da Google per la scuola. E ci fa piacere condividere con tutta la comunità i diversi i risultati che i docenti riescono a ottenere, senza nascondere ovviamente le difficoltà.
Oggi Onelia Onorati ci propone l’esperienza di Emanuela Rinaldi, docente di matematica e animatrice digitale all’istituto comprensivo Giovanni XXIII di Villa San Giovanni in provincia di Reggio Calabria, che ha partecipato alla digital room “Pictures at an exhibition” animata da Barbara Avella e Mauro Crepaldi [vedi la notizia Progetti didattici con CS First]. Si tratta di incontri dedicati agli insegnanti, che hanno già seguito le sessioni formative di CS First per approfondire il funzionamento della piattaforma e gli strumenti per lo sviluppo di progetti didattici, inclusa la mappatura dei curricola. Il format delle “stanze digitali” consente a insegnanti, educatori e formatori di condividere in modo informale informazioni utili, esperienze e buone pratiche. “Inizialmente ho trovato piuttosto complessa l’iniziativa, ma poi mi sono sentita molto coinvolta. È stato bello sentirmi chiamata in causa e uscire dalla logica di una lezione frontale unidirezionale”, commenta la prof. Emanuela.
Ma come è arrivata la scuola a scoprire il progetto CS First? “Quando mi ha contattato la Fondazione Mondo Digitale, come altre realtà che di solito collaborano con le scuole, mi si è acceso un campanello a sentire l’espressione ‘strumento innovativo per la didattica’, racconta la docente. “Data la mia predisposizione a valutare e informarmi sulle proposte innovative, ho accolto l’iniziativa e l’ho sottoposta alla dirigente scolastica Luisa Antonella Ottanà, che mi ha autorizzato a divulgare l’informativa a tutti i docenti. Ho subito realizzato che si trattasse di una soluzione interessante di coding in linea con le discipline Stem”.
Gli alunni accedono alla piattaforma con credenziali dedicate che però non sono collegate agli account personali. E non hanno bisogno di scaricare nulla sui loro dispositivi. Per la docente questo è punto di forza, perché garantisce la sicurezza e la protezione dell’ambiente di apprendimento e la possibilità di seguire con serenità l’avanzamento dei lavori degli alunni. Allo stesso spazio digitale possono accedere più insegnanti e questo favorisce il lavoro collaborativo e interdisciplinare in un ambiente didattico inclusivo. “Si crea così un circolo virtuoso tra formatore-docente-studente. I ragazzi sono parte integrante del processo con le loro risposte e gli stimoli”. Un altro elemento di forza della piattaforma è l’inclusività: “Penso soprattutto al caso di un mio alunno da poco in Italia che con CS First può cambiare la lingua e sentirsi pienamente partecipe, dando il suo pieno apporto ai progetti della classe”, spiega la prof.
Ma come viene usata la piattaforma in classe? “Abbiamo prodotto soprattutto storie brevi e videogiochi con Scratch. In particolare abbiamo creato una narrazione sul codice binario e sul suo funzionamento attraverso vari personaggi Scratch, che riuserò prossimamente. I ragazzi mi hanno chiesto di programmare i videogiochi, in particolare “giochi di missione”. Ho apprezzato la possibilità di far muovere i personaggi, di scegliere il loro aspetto. A Natale abbiamo animato la canzone 'Astro del Ciel' con alcune ambientazioni”.
“È una piattaforma versatile che non limita il suo ambito di applicazione alle materie Stem”, aggiunge l’animatrice digitale della scuola. “Secondo me sarebbe utile provare le applicazioni nell’ambito della storia dell’arte, ma penso anche all’italiano per la narrativa. Penso anche alla capacità di ricreare ambientazioni storiche, come fosse una macchina del tempo. Sarebbe interessante usare la piattaforma per l’educazione civica, con la possibilità di mostrare comportamenti corretti. Io credo che si possa usare in tutti i contesti in cui si desidera creare una narrazione”.
Nel corso dell’anno torneremo a incontrare la docente per scoprire quali nuovi mondi ha esplorato con i giochi di missione riprogrammati con i suoi alunni. La scuola che ci piace è fatta proprio così, sempre in movimento, perché l’apprendimento è un’avventura straordinaria, senza fine.