Quando la scuola diventa il trampolino per un futuro migliore
Come riassumereste questi due anni di progetto in una parola o in una frase?
- “Innovazione”
- “Bello e interessante”
- “Sono stati due anni molto impegnativi,
- ma che alla fine dopo tutti gli sforzi
- hanno portato a un buon risultato”
- “Occasione”
- “Lavoro di squadra”
- “Futuro”
- “Trust the process”.
La scuola è un laboratorio di vita, uno spazio in cui si sperimentano idee, si coltivano passioni, si conosce e ci si conosce, si sviluppano talenti. È un ambiente in cui i giovani imparano non solo a risolvere problemi, ma anche a osservarli, analizzarli, comprenderli e affrontarli con creatività e spirito critico: guardare il mondo con occhi nuovi significa andare oltre ciò che appare, scoprire connessioni nascoste, immaginare soluzioni innovative. È in questo modo che la scuola diventa un trampolino verso il futuro, dove la curiosità e l’impegno dei ragazzi si trasformano in strumenti per costruire una società migliore.
La mattina di martedì 19 novembre, nell’aula PC 1 della Scuola Galdus, nella zona est di Milano, si respirava entusiasmo e una certa tensione: era il giorno in cui 27 studenti dell’indirizzo Marketing avrebbero presentato il risultato di due anni di lavoro e impegno. L’occasione era la conclusione delle attività di Mind the Gap, un progetto finanziato dall’Agenzia per la Coesione territoriale e promosso con ActionAid Italia (capofila), Junior Achievement Italia e il Comune di Milano.
Non solo un semplice percorso scolastico, ma un’esperienza formativa che, in questi due anni, ha permesso ai ragazzi di ricoprire il ruolo di veri e propri innovatori, capaci di immaginare soluzioni concrete a problemi reali della propria quotidianità.
Il progetto, iniziato lo scorso anno con una serie di moduli più teorici, aveva l’obiettivo di fornire agli studenti gli strumenti necessari per affrontare la seconda fase: ideare e sviluppare un prototipo di app che rispondesse a un bisogno sentito dalla comunità. E martedì mattina, i sei gruppi di studenti hanno presentato le loro idee davanti a una giuria composta da rappresentanti della Fondazione Mondo Digitale e dalla formatrice Monica Cauduro, che li ha accompagnati in questi due anni di progetto.
Le proposte hanno colpito per la loro varietà e profondità: c’è chi ha pensato a un’app per garantire un pasto caldo a chi è in difficoltà anche in una grande città come Milano, e chi ha affrontato il problema della sicurezza stradale notturna; altri si sono concentrati su temi più quotidiani ma altrettanto importanti, come le buche nelle strade, o su questioni sociali di grande rilevanza, come offrire una seconda opportunità ai giovani con un passato complicato, aiutandoli a reintegrarsi nella società. Tra tutte le idee, a spiccare è stato il progetto “Hole in One. La nostra strada, la nostra missione”, che ha conquistato il punteggio più alto. Il nome, che richiama il colpo perfetto nel golf, racchiude l’essenza dell’app: permettere ai cittadini di segnalare le buche stradali per aiutare il Comune a monitorare le zone più critiche e migliorare la sicurezza delle strade. Un’idea semplice, ma capace di offrire una soluzione a un problema non indifferente delle nostre strade, che dimostra anche una grande capacità di osservazione della realtà quotidiana e un’attenzione per la comunità.
Ma, forse, il momento più significativo e di valore della mattinata è stato quello finale: un confronto e una riflessione collettiva sui temi emersi dai racconti delle idee progettuali degli studenti: i ragazzi hanno condiviso i timori iniziali nell’affrontare un percorso lungo e così variegato, le difficoltà incontrate nel cimentarsi in materie o temi mai affrontati fino a questo momento, e ciò che poi, invece, li ha guidati verso le soluzioni individuate; un momento sincero e profondo, in cui è emersa tutta la loro maturità e la loro capacità di leggere il mondo con occhi nuovi.
“Mind the Gap” non è stato solo un progetto, ma un’esperienza di crescita personale e collettiva che ha portato gli studenti anche alla consapevolezza che, a volte, osservare ciò che ci circonda con attenzione e sensibilità può portare a grandi idee, capaci di fare la differenza. Questa mattinata, quindi, non si è conclusa solo con un semplice applauso e con il decreto del vincitore, ma con la consapevolezza che il futuro è in buone mani, quelle di giovani che sanno guardare oltre e immaginare soluzioni concrete per un futuro migliore.
Grazie alla Dirigente della Scuola Galdus, grazie alla professoressa Jelena Ciarloni per aver abbracciato da subito questo progetto e grazie, soprattutto, ad Andrea B., Matteo B., Daniele B., Mirco C., Cristian D., Leonardo E., Maylis F., Cristian G., Mattia G., Gabriele G., Christian G., Giulio G., Caterina G., James M., Stella M., Federico M., Caixun M., Eleonora P., Nicholas P., Matteo P., Jordan P., Stefania P., Niccolò R., Matteo S., Alexia S., Riccardo T., Alessandro V., Gyro V., Joshua V. per l’impegno e per essersi messi in gioco e per aver dimostrato di come la collaborazione, la determinazione, la passione – e a volte la vera “cocciutaggine” [cocciutàggine s. f. [der. di cocciuto] - 1. L’essere cocciuto, testardaggine. 2. Atto o comportamento di persona cocciuta, Enciclopedia Treccani] – possano trasformare bisogni anche essenziali in idee e progetti utili per la comunità.
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- “Fare questi due anni è stato molto bello”
- “Nulla a parte essere soddisfatto”
- “È stata un'esperienza molto utile, divertente ed educativa.
- “Mi sono trovata molto bene sia con i miei compagni di gruppo, con i quali c'è stata un'intesa e collaborazione incredibile, che con Monica, la nostra formatrice, che ci ha aiutati passo dopo passo fino a portarci alla creazione di un vero e proprio progetto Mind the Gap”
- “È stato un percorso molto interessante che sono felice di aver svolto, quindi vi ringrazio per tutto”.
Ecco il vero senso del nostro lavoro.
A cura di Elisabetta Gramatica, project officer