Main Menu

Le competenze trasversali per la sicurezza

Tamara Zancan

Le competenze trasversali per la sicurezza

Le competenze trasversali per la sicurezza

Settimana delle Stem: intervista a Tamara Zancan, direttrice Cybersecurity, Compliance e Identity in Microsoft

Oggi si conclude la Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (4-11 febbraio), è la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, la Giornata della sicurezza in rete (Safer Internet Day, SID 2025) e parte la nona edizione del Mese per sicurezza in rete, promosso dal Ministero dell'istruzione e del Merito e da Generazioni conesse (la FMD fa parte dell'Advisory board). Quale occasione migliore per condividere alcune tappe di un percorso comune con Tamara Zancan, direttrice Cybersecurity, Compliance e Identity in Microsoft? Tamara, infatti, è stata più volte “compagna di viaggio” della Fondazione Mondo Digitale nel sostenere una cultura della sicurezza informatica nel Paese attraverso il progetto Ambizione Italia per la cybersecurity. Ma Tamara si è rivelata anche una role model per le giovani donne che abbiamo incontrato per il percorso Coding Girls. Ripercorriamo con lei le iniziative comuni di questi anni, raccontando la sua storia e le tappe che l’hanno portata, in Microsoft, a guidare i comparti Cybersecurity, Compliance e Identity per l’Italia. 

Perché ha scelto di indirizzarsi alle materie Stem per la sua carriera? 
Potrà sembrare ironico, ma nonostante il mio lavoro attuale, non ho mai considerato la matematica una materia a me affine. Infatti, dopo la laurea in economia ho scelto di lavorare nel marketing. La mia passione, da studentessa, era la storia e ho dovuto fare una scelta molto sofferta quando, dopo il diploma da ragioniera, ho preferito la facoltà di economia e commercio a una carriera nell’archeologia. Tra testa e cuore, ho scelto l’indirizzo che mi avrebbe garantito più sbocchi professionali. Ho quindi studiato a Trieste, anche se sono originaria di Pordenone. Dopo la laurea ho preferito indirizzarmi a un master in marketing. Devo riconoscere che rispetto a quel percorso, l’informatica non aveva grande attinenza, almeno all’inizio. Ed è dunque per una questione di opportunità che ho avviato la mia carriera lavorativa in un’azienda informatica di Milano, che si occupava di system integration. Ho colto la prima vera chance che mi è stata data!  

Com’è nata poi la decisione di rimanere in ambito tech e specializzarsi in cybersecurity? 
Oltre all’interesse nato nel corso degli anni, devo ammettere che in Italia una volta operata una scelta di indirizzo, diventa più difficile cambiare industry e rimettersi in gioco. Quando sono entrata nel mondo del lavoro, non avevo competenze specifiche nell’IT anche perché all’inizio degli anni 2000 la tecnologia e l’informatica non pervadevano la nostra vita quotidiana come oggi. Ho iniziato a specializzarmi nell’ambito del supporto alle vendite, o business development, lavorando molto a contatto con i clienti. Poi, a un certo punto della mia carriera, sono entrata in Microsoft in una funzione di marketing, successivamente ho avuto modo di coprire diversi ruoli di business fino a quando sono rientrata nel team marketing in ambito security e produttività. L’azienda ha deciso infine di dividere questi due ambiti in virtù di una crescita esponenziale del mercato e mi è stata affidata la responsabilità del settore cybersecurity per l’Italia. 

 Come donna si è sentita sempre accolta da questo mondo? 
Una delle cose che capitava all’inizio della carriera era di essere spesso la sola figura femminile negli incontri di lavoro. Non c’era un clima ostile, ma distinguermi come unica donna non era certo una condizione di privilegio. A una donna veniva comunque richiesto di dimostrare la propria professionalità, rimboccarsi le maniche più di un uomo. Comunque nel 2011, anno di arrivo in Microsoft Italia, ho trovato un ambiente inclusivo e accogliente, non discriminante. Negli anni l’attenzione alla diversity è sempre cresciuta. Oggi questa è una politica maggiormente diffusa nel mondo del lavoro, e ritengo che donne e uomini debbano investire in egual modo sulla propria formazione e sul proprio talento, godendo delle stesse opportunità.  

Il mondo della sicurezza informatica, lo abbiamo visto anche nel nostro percorso con Microsoft, Ambizione Italia per la Cybersecurity, è cambiato molto negli ultimi anni. Possiamo dire che si è arricchito di professionalità anche meno tecniche e che, al crescere del numero di professionisti, è aumentata la componente femminile? 
Sì, la presenza femminile è cambiata molto e nel mio lavoro ho potuto vedere il moltiplicarsi delle carriere in ambito cybersecurity. Tante donne hanno potuto scegliere questa carriera. Il mio stesso vissuto lo dimostra: non ho una formazione informatica eppure oggi lavoro in questo ambito. L’apertura alle competenze trasversali è stata fondamentale per la sicurezza informatica. E una realtà internazionale come Microsoft Italia, che sostiene chi vuole cambiare ruolo e specializzarsi, ha da sempre favorito il processo.  

Insieme abbiamo diffuso una cultura della sicurezza anche fra i ragazzi, oltre che fra i cittadini. Perché è ancora importante questa azione congiunta tra realtà del terzo settore, come la Fondazione Mondo Digitale, e il mondo delle imprese? 
La collaborazione con la Fondazione è stata ricca e importante. Lo è ancora! Ricordo i primi incontri per il progetto Coding Girls, accanto a giovani donne, le sfide tra studenti per avvicinarli alle Stem, la partecipazione al videocorso sulla cybersecurity per i cittadini di tutte le età, le iniziative rivolte alle pmi. Tutte occasioni importanti che, insieme ad altri colleghi di Microsoft Italia, ho sentito il dovere di cogliere. Partire dalla sensibilizzazione degli studenti per diffondere e rafforzare le competenze digitali di base è fondamentale: sono loro i futuri adulti che dovranno abitare la società digitale nella maniera più accorta possibile. Pensiamo all’impatto della Rete sulle vite di tutti noi, su quanto i social possano incidere persino sul nostro futuro, oltre che su quello delle nostre comunità. Credo che programmi come Coding Girls o Ambizione Italia siano fondamentali in questo senso.   

Come sostenere le giovani che incontriamo oggi? 
Innanzitutto, raccontando le storie di chi ha fatto scelte originali. Questo oggi è ancora molto importante e necessario. Quando vengo in contatto con le giovani studentesse mi sento in dovere di aiutarle a sentirsi più sicure di sé, anche mostrando quello che è il mio lavoro. Penso alle storie ascoltate a febbraio 2024 quando Vasu Jakkal, vicepresidente di Microsoft per la Security, Compliance, Identity & Privacy ha incontrato alcune studentesse superiori e universitarie del progetto Coding Girls. In quell’occasione siamo entrate in contatto con menti brillanti, che hanno testimoniato però anche una difficoltà nel realizzare i propri sogni. Da una parte, oggi, tecnologie come l’IA generativa ci ricordano l’importanza di preservare l’aspetto etico, emozionale, umanistico. Dall’altra, la pervasività della tecnologia ci ricorda di rafforzare le competenze digitali. Per restare competitivi, per scegliere in libertà il nostro destino, la nostra meta in Europa e nel Mondo, dobbiamo arricchire sempre più il nostro curriculum grazie allo studio delle discipline tecnico-scientifiche. 

Una parola, un’idea per ispirare ragazze e ragazzi? 
Curiosità! Guardatevi intorno, informatevi, cercate di capire quali competenze sono necessarie per il vostro futuro. I miei colleghi e io siamo sempre a disposizione di giovani che si vogliono confrontare su questo.  Rivolgendomi agli insegnanti, vorrei richiamare la centralità del loro ruolo. Aprite delle strade e seminate passione verso la conoscenza! Non basta sensibilizzare le famiglie, deve rafforzarsi, sempre più, il sodalizio con la scuola. 

A cura di Onelia Onorati, che si occupa dell'ufficio stampa per la Fondazione Mondo Digitale.

Altre notizie che potrebbero interessarti

I nostri progetti

Rimani aggiornato sulle nostre ultime attività, notizie ed eventi