Swat, dopo la maternità Cosmiana si appassiona agli algoritmi dei social
“Una donna su due non lavora. È la vera emergenza del Paese”, scriveva Linda Laura Sabbadini, la pioniera delle statistiche sociali e di genere, in un articolo pubblicato sul quotidiano La Repubblica lo scorso novembre. “Il basso tasso di occupazione delle donne italiane è particolarmente legato a un alto livello di carico di lavoro familiare. L’arrivo di un figlio porta il 20% delle donne a lasciare il lavoro”.
A dicembre il Servizio studi della Camera dei deputati ha pubblicato uno studio sull’occupazione femminile, che conferma l’ultima posizione dell’Italia in Europa per il tasso di occupazione delle donne. Le occupate tra 25 e 49 anni con un figlio under 6 sono il 55,5%, senza figli arrivano al 76,6%.
Secondo il Rapporto Istat SDGs 2023 la distribuzione del carico di lavoro per le cure familiari tra uomini e donne ancora non migliora. L’unico fattore protettivo per l’occupazione delle donne con figli piccoli è l’istruzione. La differenza occupazionale tra lo status di madre e non madre è molto bassa solo in presenza di un livello di istruzione più elevato.
Cosmiana si definisce una “mamma ingegnere”. Ha 43 anni ed è alla “ricerca di un lavoro che risponda alla sua forte passione per il digitale rispettando le esigenze familiari e personali”.
“Ho partecipato alla presentazione del programma Swat e ne sono rimasta piacevolmente colpita perché sembrava parlasse proprio a me”, racconta. “Il percorso si rivolge infatti a donne non più giovanissime che hanno ancora voglia di mettersi in gioco ma fanno fatica a trovare la propria dimensione in un contesto lavorativo ancora poco aperto alle loro necessità”.
Tra le diverse proposte formative del programma Swat, Cosmiana ha individuato il corso professionale in Social media marketer, per “intraprendere un nuovo percorso professionale”.
In continuità con la sua precedente formazione, Cosmiana ha scelto il ruolo che richiede più familiarità con l’analisi e l’interpretazione dei dati, con gli algoritmi di funzionamento, una sorta di ingegnere dei social, perché il marketer non deve essere confuso con il manager, più attento ai contenuti e all’animazione della comunità.
“Ho iniziato a interessarmi al digital marketing da qualche anno, studiando da autodidatta e frequentando corsi online, ma ho notato che lavorare da soli può portare anche a un senso di spaesamento”, spiega Cosmiana. “Il corso Swat è stato un ottimo modo per entrare in contatto con altre donne che sono nella mia stessa situazione e con le quali è stato possibile instaurare un confronto molto proficuo, oltre a creare una rete di supporto”.
Come Rosa e Angela, anche Cosmiana ha conseguito la prima certificazione sulle competenze digitali avanzate: "le certificazioni del programma Swat sono un vero valore aggiunto di questo percorso, poiché si ha la possibilità di acquisire conoscenze nuove e garantire professionalità e competenza verso l’esterno". Cosmiana sta vivendo la "protezione" del suo titolo di studio in modo molto attivo, come risorsa, e l'esperienza di Swat come apprendimento trasformativo.
Swat (Supporting women, arousing talents) è un progetto selezionato dal Fondo per la Repubblica Digitale - Impresa sociale, organizzato in partenariato da Fondazione Mondo Digitale, Arci e Fondazione Adecco ETS. Promuove percorsi formativi sulle competenze digitali (livelli base, avanzato e di specializzazione) per 250 donne tra i 18 e i 50 anni escluse dal mondo del lavoro o con inquadramenti contrattuali insoddisfacenti e bassi livelli salariali.
Le competenze acquisite vengono attestate con il rilascio di certificazioni in conformità con il sistema di certificazione e competenze professionali, nell'ambito del sistema di classificazione Atlante del Lavoro, in collaborazione con Roma Tre e IT Logics. Per saperne di più leggi l'intervista alla professoressa Silvia Ciucciovino, ordinaria di Diritto del Lavoro all’Università degli Studi Roma Tre: Dig4All e Swat, formazione con competenze certificate.