Tullia racconta il primo incontro di alfabetizzazione digitale e mediale a Milano
Siamo sicuri che con l’età si debbano per forza perdere competenze, lucidità ed entusiasmo? Forse dovremmo liberarci di alcuni bias sulla “terza età”, con l’aiuto di progetti come e-EngAGEd (Intergenerational Digital Engagement) finanziato dalla Commissione europea (Cerv-2022-Citizens-Civ Project n. 101081537), che mira a migliorare le abilità di alfabetizzazione mediatica, collegate all’uso consapevole delle tecnologie dell’informazione della comunicazione, per contrastare la disinformazione e riconoscere le notizie fuorvianti.
Con la partecipazione di istituti di istruzione superiore come G. Feltrinelli di Milano, ha preso avvio la formazione animata dagli studenti del terzo anno di vari indirizzi. Nell’arco di sette incontri i giovani tutor insegneranno a un gruppo di persone tra i 65 e gli 85 anni tutti i segreti della tecnologia. “Segreti per i partecipanti, ovvietà per i ragazzi, che inviano mail, fanno acquisti on line e prenotano online spostamenti con gesti naturali, parte della quotidianità. Mentre per gli anziani è una sfida continua”, racconta Tullia Romanelli, referente territoriale per la Fondazione Mondo Digitale. “Mentre cammino tra i banchi nelle due aule informatiche realizzo la grande varietà di argomenti affrontati; c’è chi vuole imparare a usare la posta elettronica per rispondere alle amiche, chi vuole migliorare nell’uso di Google Maps per non perdersi in giro per Milano e chi direttamente vuole sapere tutto sullo Spid per spedire posta e pacchi in giro per il mondo”.
L’energia e l’entusiasmo sono palpabili nell’aria e si traducono nelle parole degli studenti che affermano: “Io vorrei andare in coppia con quel signore simpatico, credo abbia molte cose interessanti da raccontare”. Il computer e lo smartphone finiscono così per un attimo sullo sfondo e la condivisione di momenti e di esperienze di vita diventa la parte centrale dell’interazione. “Se gli strumenti tecnologici sono nati per semplificare la nostra vita, chissà che non possano anche connettere vite tra loro molto distanti e l’apprendimento che ne deriverà sarà certamente bilaterale”, aggiunge Tullia.
Con sorpresa dei veri docenti già al termine del primo incontro nuove frasi sono entrate nel bagaglio comportamentale dei più giovani. “Signora, posso aiutarla a mettersi il cappotto?”, “Mi raccomando, si copra bene che fuori fa freddo” e ancora “Buona settimana e faccia una bella merenda che si è impegnata tanto”. Ma allo stesso tempo da parte degli anziani nel “Ragazzi avete letto questo libro sui regni di Pietro I e Caterina la Grande? Vi potrebbe aiutare a comprendere la geopolitica attuale”. Così se da principio gli anziani erano già anagraficamente “nonni”, dopo appena un primo incontro, i ragazzi sono diventati nuovi nipoti relazionali. È in questo clima che all’uscita colgo un’ultima conversazione tra una delle signore più anziane e i due ragazzi che sono stati i loro insegnanti: “Vi avrei chiesto di accompagnarmi alla fermata del tram, ma forse potrei provare a trovarla da sola con le mappe del telefono”.
“L’apprendimento genera apprendimento, sia esso tecnologico, storico o semplicemente relazionale. Con una rinnovata fiducia nelle nuove generazioni attendiamo il prossimo incontro che si terrà martedì prossimo”, conclude Tullia.