ROMA – “Se è vero che qualcuno vuole spiantare la scuola pubblica trova un osso duro perché la scuola continua a funzionare molto bene”. Così Tullio De Mauro, professore emerito all’Università “Sapienza” di Roma e presidente della Fondazione Mondo Digitale, all’inaugurazione di RomeCup 2011, Trofeo internazionale Città di Roma di Robotica, promosso dalla Fondazione e in programma nella capitale fino al 16 marzo. E che la scuola pubblica funziona lo dimostrano le esperienze e i progetti innovativi messi in mostra nella quinta edizione di una manifestazione che vede fianco a fianco studenti, professionisti e professori di tanti istituti scolastici italiani, università e aziende impegnate sul fronte della robotica. “Quello che cerchiamo di fare attraverso le varie edizioni di questa manifestazione romana – ha aggiunto De Mauro - è creare dei rapporti di convergenza tra le grandi imprese del settore informatico e della robotica, le università che ci stanno dando una grossa mano e le scuole più attive, cercando di ottimizzare le poche risorse disponibili. Tutto questo sta dando ottimi risultati, anche molto innovativi, grazie agli insegnanti, ai dirigenti scolastici e soprattutto ai ragazzi”.
Attesi alla manifestazione circa 2 mila studenti di varie città italiane, spiegano gli organizzatori. “C’è una grande partecipazione e un impegno significativo – ha aggiunto De Mauro - sia tra quelli che presentano un progetto, sia tra chi viene solo a vedere”. Importante anche il contributo delle aziende presenti, “senza la loro collaborazione – ha spiegato De Mauro - ci troveremmo in difficoltà”. Uno spazio, quello allestito presso l’Itis Galileo Galilei di Roma, per guardare al futuro, senza dimenticare il passato. Per ricordare il 150 dell’Unità d’Italia, infatti, anche uno stand dedicato. “Non si costruisce il futuro senza partecipare al presente e alle memorie del passato – ha spiegato De Mauro -, questo lo sappiamo da sempre. Come esseri umani siamo programmati in questo modo: senza memoria non riusciamo a fare nulla di nuovo”. Le esperienze di ricerca proposte nei vari stand aprono nuove frontiere. Ricerca, spiega De Mauro, che riesce a raggiungere traguardi che potrebbero sembrare inarrivabili e che possono far ben sperare anche in ambiti particolari come la disabilità. “Ci sono contributi in tante direzioni – ha affermato De Mauro -. Per esempio si può vedere il sistema integrato di robotica che aiuta nell’esplorazione dell’archeologia subacquea. Si pensi che cosa porta questo in termini di conoscenze difficili da ottenere soltanto con esseri umani e quali ricadute positive può avere. È solo uno dei mille esempi. Sono delle attività aggiunte che non sarebbero possibili soltanto attraverso i robot che portano benefici alla conoscenza, all’ambiente e alla società che ha investito per costruirli”.