Coding Girls in Mozambico: sessione di role modeling con Simone Masri
“Keep moving forward and stay focused on your dreams”. Credere nei propri sogni è una capacità molto complessa, richiede la determinazione e la costanza di saperli proteggere e nutrire. Ma è anche ciò che ci consente di andare oltre le delusioni, di affrontare le difficoltà e keep moving forward verso il raggiungimento del proprio obiettivo.
Questo è il messaggio principale della testimonianza di Simone Masri, Health Inequalities Implementation Manager NHS England and Usa Health Tech Consultant, alle giovani studentesse, tra i 15 e i 20 anni, della provincia di Niassa, in Mozambico, durante l’incontro virtuale di venerdì scorso, nell’ambito del programma Coding Girls in Mozambico.
Dopo aver raccontato alle ragazze la propria storia tra Libano, Stati Uniti e Inghilterra, Simone ha approfondito le tante difficoltà incontrate nel suo percorso, tra cui la discriminazione e la paura costante di perdere il visto che le consentiva di rimanere prima negli Stati Uniti e poi in Inghilterra; i successi, nonostante gli ostacoli: non ha mai rinunciato ai propri sogni, determinata a lavorare nel campo della salute pubblica per riuscire a contrastare le diseguaglianze in ambito sanitario dall’interno, sia nel Regno Unito dove oggi lavora, sia in futuro anche nel suo Paese, in Libano; e, infine, le lezioni apprese fino ad oggi: una fra tutte, l’importanza di continuare a credere nelle proprie capacità e avere fiducia nelle proprie decisioni. Il tutto per realizzare i propri sogni.
“Il racconto sincero di Simone e, per certi aspetti, vicino alla realtà di tante studentesse mozambicane, ha aiutato le giovani ragazze della provincia di Niassa a sentirsi libere di condividere le proprie storie ed esperienze”, spiega Elisabetta Gramatica, che coordina il progetto per la Fondazione Mondo Digitale. “Eusebia, per esempio, ci ha raccontato che tante persone della sua comunità hanno insistentemente cercato di convincere la sua famiglia a non investire nella sua educazione e nel suo futuro, perché non avrebbero mai avuto i soldi necessari per coprire gli studi. Eusebia, però, non si è arresa perché per sua stessa ammissione: ‘quando qualcuno mi dice che non posso fare qualcosa, voglio dimostrare loro a tutti i costi che si sbagliano’. E, grazie alla sua determinazione, è riuscita a terminare la scuola superiore. Un’altra studentessa, Flora, ha condiviso con noi i problemi di salute di cui soffre fin da quando era bambina e dell’idea che ha avuto di vendere piccole torte a scuola per potersi permettere le medicine necessarie”.
Un altro aspetto che Simone ha volto condividere in chiusura con le giovani studentesse è il concetto di empowerment, o autodeterminazione, che, in molti casi, significa anche avere il diritto di perseguire i propri obiettivi, di fare scelte consapevoli e di sfidare le aspettative sociali che possono limitare le proprie opportunità, ancora più evidenti in contesti come il Mozambico o il Libano. Ma anche l’empowerment delle donne, che contribuisce senza dubbio a costruire società più giuste e inclusive, in cui ognuno ha la possibilità di sviluppare il proprio potenziale e contribuire al progresso sociale ed economico, lasciando - perché no - la propria impronta, piccola o grande che sia.
"Facciamoci ispirare da ragazze che dimostrano cosa significhi essere autenticamente resilienti, qualunque cosa accada!": Tullia Romanelli, giovane stagista che da qualche mese affianca Elisabetta, è già pienamente coinvolta nell’esperienza progettuale ed è un’appassionata sostenitrice dell’effetto trascinante delle sessioni di role modeling.