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Fattore J, innovare con i giovani

Mario Sturion

Fattore J, innovare con i giovani

Fattore J, innovare con i giovani

Verso la RomeCup 2025, Sturion racconta l’impegno di J&J per una sanità inclusiva

La fase finale della seconda edizione del contest creativo HealthBot si svolge anche quest'anno nel contesto della RomeCup (Roma, 7-9 maggio 2025), come spazio in cui i giovani possono esplorare, in modo concreto e partecipativo, l’impatto dell’innovazione sulla salute e sul benessere delle persone. Il contest è parte del programma formativo del progetto Fattore J, giunto quest'anno alla sua quinta edizione.

Abbiamo chiesto un commento a Mario Sturion, Managing Director di Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia, che sottolinea il senso profondo dell’impegno dell’azienda: "In Johnson & Johnson da 140 anni la nostra missione è migliorare la salute di milioni di persone, anche attraverso lo sviluppo di trattamenti innovativi, capaci di prevenire, trattare e curare alcune delle malattie più impattanti al mondo. Negli ultimi decenni, i progressi nel campo della salute hanno conosciuto un’importante evoluzione, grazie all’integrazione di scienza, tecnologia e digitale e innovazioni ancora più importanti arriveranno in futuro. Un futuro in cui avranno un ruolo chiave le nuove generazioni e in quest’anno siamo da anni impegnati, insieme a Fondazione Mondo Digitale, nel progetto Fattore J. Fattore J, giunto al suo quinto anno, è il nostro ponte per entrare in contatto con i giovani, che un domani saranno protagonisti attivi della sanità del futuro. Crediamo sia fondamentale far loro conoscere il valore dell’innovazione e renderli consapevoli dell’impatto che essa ha sulla salute di tutti noi. In questa prospettiva, la RomeCup rappresenta un’occasione per partecipare a un dialogo costruttivo, che coinvolge tanti interlocutori diversi, sull’impatto delle nuove tecnologie nella società in generale e anche in ambito sanitario. Essere qui significa per noi investire concretamente nel talento dei giovani e contribuire alla creazione di un ecosistema di innovazione capace di fare la differenza”.

In percorsi come Fattore J partiamo dal coinvolgimento dei giovani per renderli attori a pieno titolo dei processi di innovazione nella salute e nella scienza. Quale deve essere, secondo lei, il ruolo di una realtà come la vostra, nell’ambito di un’alleanza trasversale, in questa opera costante di sensibilizzazione dei ragazzi?
Il focus della quinta edizione del progetto Fattore J è l’innovazione, elemento centrale di tutte le nostre attività. Non riguarda solo lo sviluppo di nuovi trattamenti, ma un approccio più ampio: dalla ricerca scientifica alla produzione, fino all’uso delle tecnologie digitali, come l’intelligenza artificiale, per migliorare la qualità della vita e rendere i processi sanitari più efficienti. Come azienda, abbiamo il ruolo di contribuire a creare un ecosistema collaborativo che metta insieme aziende, istituzioni, mondo accademico e terzo settore per affrontare le sfide della sanità del futuro. Solo attraverso una sinergia tra tutti gli attori coinvolti possiamo garantire un sistema salute più sostenibile e accessibile per i pazienti. Crediamo fermamente che i giovani siano il motore di questa trasformazione. Offrire loro gli strumenti per comprendere e contribuire all’innovazione significa costruire un futuro inclusivo per la salute di tutti.

Per questa edizione in particolare, Fattore J ha scelto di sostenere una riflessione sull’innovazione come chiave trasformativa per il futuro della salute, con un focus sulle frontiere aperte dall’intelligenza artificiale. Dal suo punto di vista come l’AI potrà, più di altre tecnologie, garantire che i progressi della scienza siano accessibili a tutti e aprire una strada per la cura che possa garantire un benessere realmente diffuso?
Un elemento centrale di questa trasformazione è l’intelligenza artificiale, che sta rivoluzionando la ricerca scientifica e la medicina, dalla diagnosi precoce allo sviluppo di trattamenti personalizzati. Grazie all’AI, possiamo accelerare la scoperta di nuove molecole, analizzando enormi quantità di dati e testando rapidamente diverse combinazioni terapeutiche. Inoltre, ci permette di individuare con maggiore precisione centri di ricerca clinica e pazienti idonei, rendendo i trial più inclusivi ed efficienti. Stiamo sviluppando soluzioni avanzate in grado di identificare alterazioni genetiche, consentendo ai pazienti di accedere a terapie sempre più mirate. Tuttavia, l’innovazione non riguarda solo la tecnologia in sé, ma anche il modo in cui la utilizziamo. Perché l’AI sia davvero un’opportunità, è fondamentale investire nella formazione delle nuove generazioni, che saranno i professionisti sanitari del futuro. Fornire loro competenze adeguate significa garantire un utilizzo etico e consapevole di queste tecnologie, affinché possano contribuire a una sanità più equa, accessibile e sostenibile.

Parlando di inclusione e dei principi etici che devono contraddistinguere uno sviluppo armonioso dell’IA, Fondazione Mondo Digitale organizza un momento di riflessione sul Manifesto nel corso della prossima RomeCup. Anche J&J lo ha sottoscritto. Tra le dieci azioni proposte, ci parla di quelle che a suo avviso costituiscono le sfide più delicate e importanti per il sistema della salute? 
L’inclusione e l’adozione di principi etici sono fondamentali per uno sviluppo sostenibile dell’intelligenza artificiale, specialmente in ambito sanitario. Tra le dieci proposte, tra quelle più delicate e importanti per il sistema salute, sicuramente non può mancare l’accesso equo alle tecnologie, affinché l’intelligenza artificiale non diventi un privilegio di pochi, ma un beneficio per tutti; l’educazione e la formazione professionale, indispensabili per dotare le nuove generazioni e i professionisti sanitari delle competenze necessarie a sfruttarne responsabilmente il potenziale; e, infine,  la promozione della ricerca e dell’innovazione per lo sviluppo sostenibile, essenziale per accelerare la scoperta di nuovi trattamenti e rendere la sanità più efficiente e accessibile. Da quando abbiamo lanciato la quinta edizione del progetto, lo scorso dicembre, sono rimasto profondamente colpito dall’interesse e dalla fiducia che i ragazzi stanno dimostrando verso questi temi. Questo ci conferma che siamo sulla strada giusta per affrontare il futuro della salute con consapevolezza ed ottimismo. 

Intervista a cura di Onelia Onorati, ufficio stampa della Fondazione Mondo Digitale

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