Più riconoscibilità e spendibilità nel mercato del lavoro. In collaborazione con Roma Tre e IT Logix
I percorsi formativi sviluppati nell’ambito dei progetti Swat e Dig4All prevedono anche il rilascio di attestazioni digitali con la certificazione trasparente delle conoscenze acquisite, in conformità alla normativa in materia di certificazione delle competenze.
In particolare si prevede il rilascio di digital badge che certificano il possesso delle competenze digitali classificate secondo gli standard nazionali ed europei per la migliore riconoscibilità e spendibilità nel mercato del lavoro, grazie alla collaborazione con l’Università Roma Tre e IT Logix.
In termini concreti, quale è il valore aggiunto di una certificazione delle competenze per i Neet e le donne? Onelia Onorati ne ha parlato con la professoressa Silvia Ciucciovino, ordinaria di Diritto del Lavoro all’Università degli Studi Roma Tre.
“Certificare le competenze” in questo caso vuol dire che i percorsi sono disegnati, sin dalla fase della progettazione, per offrire una formazione di competenze in uscita realmente spendibili sul mercato del lavoro e il conseguimento di microcredenziali. Al termine di questi iter verranno rilasciati dei digital badge cioè degli attestati digitali con un sistema riconoscibile a livello europeo e a livello nazionale. Due, dunque, sono gli obiettivi: adottare uno standard di attestazione della formazione svolta interamente digitale come il digital badge individuale, inalterabile e portabile, ma anche ottenere una validazione della formazione effettuata secondo il sistema il più coerente possibile con i sistemi di classificazione nazionali ed europei. A termine dei corsi si avrà quindi una certificazione di competenze classificate secondo il Quadro europeo per le competenze digitali (DigComp-2) e correlate all’Atlante del Lavoro, ossia al Sistema nazionale di classificazione delle qualificazioni e delle professioni (Atlante del lavoro).
Quindi chi porta a buon fine uno dei corsi di SWAT (dedicato a 250 donne dai 18 ai 50 anni) o di DIG4All (per 240 giovani tra i 16 e i 34 anni) ha una marcia in più nel proporsi in Italia ed Europa grazie all’open badge?
Certamente. E non solo! La persona ha la possibilità di poter esibire un certificato che non è solo rispondente a standard tecnologici internazionali che garantiscono la certezza e inalterabilità delle informazioni, ma anche in grado di mettere in trasparenza le competenze acquisite con precisione e affidabilità, compatibile con i sistemi delle certificazione nazionale ed europeo. E questo è solo un punto di partenza, dal momento che chi intraprende uno dei corsi certificati può poi decidere di approfondire e continuare a specializzarsi, conseguendo una certificazione successiva che si può sommare a quella precedente oppure può utilizzare le competenze certificate per ottenere il riconoscimento formale una qualificazione professionale nel sistema pubblico di certificazione delle competenze.
Perché un “Atlante del lavoro”?
L’Atlante del lavoro è uno strumento importante per la mappatura a livello nazionale dei profili professionali e delle competenze collegate. Conseguire delle competenze correlate all’Atlante aiuta le persone e gli operatori del mercato del lavoro a incrociare meglio domanda e offerta, a profilare meglio le caratteristiche professionali dei singoli per individuare i percorsi professionali più idonei. Oggi spesso l’offerta formativa non tiene conto dell’aspetto legato alla certificazione delle competenze. Bisogna invece dare valore alla formazione, non limitandosi alla registrazione di un percorso portato a termine, ma rilasciando attestazioni per mettere realmente in trasparenza quanto viene appreso. Bisogna puntare al riconoscimento di microcredenziali, attestazioni digitali anche di piccoli volumi di apprendimento, per garantire la migliore spendibilità dei corsi svolti, anche di quelli più brevi, nel mercato del lavoro. Va in questa direzione il Sistema Atlante del lavoro gestito dall’INAPP (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche) che è la mappa dettagliata del lavoro e delle qualificazioni. In sostanza, descrive tutti i profili professionali esistenti a livello nazionale e regionale in ogni settore economico, con le relative competenze associate e gli specifici codici identificativi.
Quindi possiamo pensare a una sorta di “patentini” europei?
Immaginiamo il curricolo professionale della persona come a una casa composta di tanti mattoncini, che rappresentano le competenze dell’individuo, in continuo aggiornamento. Poste le giuste fondamenta, si può poi procedere a strutturare un edificio solido e adattabile ai contesti che cambiano velocemente, aggiungendo mattoncini, cioè apprendimenti e competenze che si legano a quelli precedenti, con costituiscono le chiavi per accedere al mercato del lavoro in maniera competitiva. Il singolo mattone accresce il suo valore unendosi agli altri mattoni, purché sia messo in trasparenza e certificano in modo adeguato e riconoscibile in diversi contesti a livello nazionale ed europeo.
Qual è il profilo ideale per partecipare ai percorsi Dig4All e Swat?
Pensiamo a una platea che non può ancora presentarsi con competenze riconosciute, che acquisisce strumenti indispensabili, propedeutici ad ulteriori specializzazioni. Sono progetti perfetti per chi vuole partire affinché possa avere più possibilità di trovare un impiego, oppure approfittare di successive opportunità di formazione, strategiche per il mercato del lavoro.