Ital.IA Lab, l'esperienza dell'istituto superiore Guido Tassinari di Pozzuoli
Enrico Leone è un docente presso l'istituto superiore Guido Tassinari di Pozzuoli (Napoli) in Campania, scuola guidata dalla dirigente Teresa Marino. Quest’anno il prof. Enrico è stato anche formatore per Ital.IA Lab. Il suo duplice coinvolgimento nel progetto ci offre una prospettiva unica sull’impatto che queste attività hanno (o possono avere) sulla didattica, il territorio e i giovani.
Quali sono stati i feedback più significativi ricevuti dai partecipanti?
“I docenti, pur approcciandosi per la prima volta all’uso di strumenti di intelligenza artificiale generativa, come Copilot, ne hanno capito immediatamente le potenzialità. Copilot, in particolare, è stato apprezzato anche dagli studenti, soprattutto per l’affidabilità e il rimando alle fonti. Quello che più li ha spaventati è invece la prospettiva di un uso scorretto e illegale di questi strumenti, come nel caso del deepfake”.
Secondo lei in che modo l’IA può aiutare ad innovare la didattica?
“A mio avviso, dovremmo cambiare approcci, metodi e forse anche contenuti. Penso che i compiti che ancora assegniamo ai ragazzi siano anacronistici. Dovremmo imparare a sfruttare l’enorme potenziale multidisciplinare dell’IA per coinvolgere i ragazzi su dei progetti, piuttosto che sui compitini. Ad esempio, li sfiderei a pensare metodi e tecniche per informatizzare un museo. Questo li aiuterebbe a padroneggiare meglio sia le materie scientifiche che quelle umanistiche”.
Un punto di vista interessante, certamente condiviso anche dagli studenti, ormai sempre più interessati a sperimentare nuove metodologie di apprendimento. Proprio per conoscere il loro punto di vista, abbiamo chiacchierato anche con Raffaele, studente del Tassinari ormai all’ultimo anno.
La passione di Raffaele per l’Informatica
A soli 18 anni, Raffaele ha già le idee chiare sul suo futuro e su quello dell’informatica. “Tutto quello che riguarda l’informatica, la tecnologia mi interessa e mi appassiona,” afferma con entusiasmo. La sua curiosità è insaziabile: “Mi ha sempre incuriosito il perché delle cose. Come funziona WhatsApp, cosa c’è dentro un pc? Insomma, ho sempre voluto esplorare il dietro le quinte”.
La sua avventura nel mondo digitale ha preso una svolta significativa grazie al progetto Ital.IA Lab e al suo professore che lo ha introdotto agli strumenti di intelligenza artificiale generativa. “Il prof ci ha aiutato molto a capire come funzionano,” dice Raffaele. “Penso che sia una risorsa molto utile anche soprattutto dal punto di vista informatico.”
Raffaele ha iniziato a usare l’intelligenza artificiale per lo stesso motivo di molti altri studenti: “per avere un aiuto con i compiti.” Ma ben presto ha scoperto che l’IA può fare molto di più. “Mi aiuta molto ad apprendere. I motori di ricerca sono saturi di informazioni, l’IA generativa ti aiuta a navigare in un mare che è ormai un oceano di informazioni.”
Quando incontra difficoltà, Raffaele non esita a chiedere aiuto al suo Copilot digitale: “Quando non capisco un concetto o un argomento, posso chiedere a Copilot di rispiegarmelo in modi diversi fino a quando non capisco davvero.” Questa capacità di interconnettere diverse discipline è ciò che lo affascina maggiormente dell’IA.
Guardando al futuro, Raffaele è ottimista: non teme che l’IA possa sostituire il lavoro umano, anzi, è impaziente di vedere il suo ulteriore sviluppo.
Tuttavia, una riflessione lo preoccupa: la mancanza di diversità di genere nel suo campo di studi. “In classe mia siamo tutti maschi” osserva. “Ecco, io che sono interessato molto al dietro le quinte, mi preoccuperei a pensare di trovarci solo uomini, ora come in futuro.”
Raffaele spera in un cambiamento, in un prossimo futuro in cui “il numero di donne nel mondo della tecnologia e informatica aumentasse,” specialmente in vista dei cambiamenti nel mondo del lavoro.