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Cattiva informazione

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Cattiva informazione

Venerdì scorso, 14 luglio, il quotidiano La Repubblica ha pubblicato il dossier "Partecipate del Comune, il 70% in rosso". Il focus sulle Fondazioni, intitolato "Piccole e voraci, pochi dipendenti e grandi sprechi" fornisce un'informazione gravemente parziale sulla Fondazione Mondo Digitale, che nega e annulla 16 anni di lavoro e passione civica di tutti noi. L'articolo è firmato dal giornalista Daniele Autieri. 

 

Il direttore generale Mirta Michilli ha immediatamente inviato una lettera al direttore del quotidiano Mario Calabresi per richiedere la rettifica della comunicazione. Lettera che ad oggi non è stata ancora pubblicata, né sono state integrate le informazioni gravemente lacunose.

 

La pubblichiamo di seguito per la corretta informazione di tutti.

 

Siamo piccoli ma di assoluta eccellenza; non voraci né con grandi sprechi

 

Caro direttore,

leggo con sorpresa il vostro articolo sulle fondazioni del gruppo Roma Capitale.

Io da molto tempo amministro la Fondazione Mondo Digitale, che ho contribuito a creare e a cui ho dedicato tutte le mie energie professionali, e anche molte delle mie passioni civili.

Sono sorpresa della superficialità con cui un giornale del Vostro prestigio, seppur nella pagina locale, affronta un tema così importante per il nostro Paese: come vengono spesi oggi i soldi pubblici.

Sono fermamente convinta che oggi, come mai, abbiamo bisogno di persone capaci di entrare nella specificità delle cose, per poter cogliere quanto di buono c’è nel nostro Paese e salvaguardarlo, e quindi rimuovere il marcio e gli ostacoli che si frappongono al cambiamento.

I media su questo hanno non solo un grande potere, ma una grande responsabilità, anche civica.

La Fondazione che dirigo da sempre si occupa di come la tecnologia stia cambiando il mondo, e cerchi di preparare alla grande sfida della complessità, che caratterizza l’epoca moderna, i giovani, gli insegnanti delle tante scuole eccellenti italiane, e tutti quelli che da soli non avrebbero accesso alle tante opportunità che la conoscenza offre, come anziani, immigrati, rifugiati, disoccupati, neet.

Abbiamo ideato un nuovo modello educativo che abbiamo denominato “Educazione per la Vita”; creato un ambiente dedicato all’innovazione che abbiamo chiamato “Palestra dell’Innovazione” e che oggi oltre 110 scuole in tutta Italia stanno realizzando; ideato un modello di inclusione per gli anziani di “Apprendimento intergenerazionale” che oggi viene promosso in 30 città italiane, e che nel passato ha ispirato un programma nazionale promosso dal governo irlandese. Potrei continuare su questa strada, come potrei dirle che collaboriamo con tutte le più prestigiose aziende di ICT nel mondo: Google, Microsoft, Facebook, Intel, Cisco, Ericsson; con Ambasciate di Paesi prestigiosi, come gli Stati Uniti d’America; grandi Aziende nazionali, come Poste Italiane, oltre che con centinaia di scuole di assoluta eccellenza in tutta Italia.

Andiamo assolutamente fieri di quanto abbiamo costruito in questi anni per Roma e per l’Italia, così come siamo fieri della nostra eccellenza gestionale.

In ogni caso, non rientriamo affatto tra le “partecipate che il Testo Unico del 2016 indica al primo posto tra quelle destinate alla chiusura” (così erroneamente indicato nel Vostro articolo). Innanzitutto, il Testo Unico non si applica alle fondazioni, quale siamo noi (fondazione riconosciuta con atto della Prefettura N. 439/2006), riguardando esclusivamente le partecipazioni delle amministrazioni pubbliche in società di capitali. E non si tratta di una dimenticanza, perché quel decreto prevede espressamente che le fondazioni rimangano assoggettate alle disposizioni che le riguardano (art. 1, 4° comma, lettera b).

Anche se fossimo una società di capitali (ma non lo siamo), non rientreremmo comunque tra le partecipazioni pubbliche da chiudere ai sensi dell’art. 20 del Testo Unico. Abbiamo infatti un numero di dipendenti superiore al numero degli amministratori (i quali peraltro svolgono il loro incarico a titolo gratuito); la nostra attività è del tutto diversa da quella di altre iniziative, societarie e non, del Comune di Roma Capitale; peraltro abbiamo un fatturato di oltre 1 milione di euro e non abbiamo mai chiuso un bilancio in perdita.

Abbiamo faticato moltissimo in questi anni difficilissimi, ma ci siamo spesi volentieri perché sappiamo che, seppur piccoli, possiamo e vogliamo fare la differenza.

Chiedendo una rettifica formale all’articolo apparso sul vostro giornale, invito Lei e Daniele Autieri, autore del pezzo, a venire a trovarci, siamo in via del Quadraro 102, vivace periferia romana.

Con stima

Mirta Michilli

Direttore Generale della Fondazione Mondo Digitale

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