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Il prisma della matematica

I docenti della scuola del noi

Il prisma della matematica

Il prisma della matematica

I docenti della scuola del noi: nuove app per la didattica delle scienze.

L'ultimo appuntamento settimanale con i Docenti della scuola del noi prima della pausa estiva ci porta in Trentino per conoscere la freelance steam educator Silvia Franceschini. Matematica di formazione, appassionata di arte, origami, teatro e paradossi, Silvia si occupa di didattica Stem e lavora con imprese, musei e associazioni. Collabora con i "Docenti della scuola del noi" alla creazione di app per la didattica delle scienze.

Come di consueto condividiamo un breve video di auto presentazione e poi l'intervista curata dalla ricercatrice Ilaria Gaudiello, che coordina i lavori della comunità open source dei docenti e formatori.

 

 

L'INTERVISTA

Silvia, la tua carriera di docente e formatrice ti vede impegnata in percorsi didattici in cui combini pensiero scientifico, tecnologie e creatività.  Come tutto questo converge nel tuo interesse per l’intelligenza artificiale?

L'intelligenza artificiale è affascinante prima di tutto perché richiede competenze multidisciplinari. Parlare di intelligenza artificiale vuol dire poter toccare molteplici aspetti diversi, che vanno dalla matematica, all'etica, alla legislazione, e in ultimo ci fanno riflettere su come funziona la nostra intelligenza umana, sui nostri bias ed errori, ma anche sul modo in cui troviamo soluzioni nuove o creative. 

La tua esperienza di quest’anno nella scuola del Noi di Fondazione Mondo Digitale ti ha visto co-ideatrice di una app per la didattica delle scienze. Quali aspetti chiave di questa esperienza metteresti in evidenza?

L’aspetto più interessante secondo me è il fatto di mettere assieme docenti provenienti da diversi territori, che probabilmente non avrebbero avuto altre occasioni di incontrarsi. Il nostro si è rivelato un gruppo caratterizzato da una grande affinità di interessi, e questo ha portato me e le mie colleghe a ideare il percorso con entusiasmo affrontando ogni tipo di imprevisto: che si trattasse di un problema tecnico o di calendario, abbiamo sperimentato che tutto può essere sormontato quando ci sono una buona intesa e un valido progetto comune. Il gruppo, la rete, la community, ci hanno dato la spinta per arrivare fino in fondo. Ad ogni nostro incontro ci aggiornavamo sui passi fatti avanti individualmente in classe. Le riunioni mensili del gruppo sono state quindi sorprendenti, con novità e avanzamenti inaspettati.

Musei e natura, scienze applicate e matematica teorica, tecnologia e attività unplugged: le tue pratiche di docenza includono didattica indoor e outdoor, ragionamento logico e sperimentazione, digitale e oggetti tangibili. È quindi questa la scuola che vorresti?

Sicuramente sì! Il punto chiave secondo me oggi è far capire che frequentare la scuola non significa studiare per un'interrogazione, ma avere degli elementi per riflettere sul mondo. Per questo penso sia importante rompere gli schemi all'interno della classe, fare in modo che i ragazzi siano coinvolti in modo attivo nella progettazione, che discutano di quello che fanno, o che si trovino a lavorare con un gruppo di compagni diverso dal solito. Anche le attività extrascolastiche sono importanti: fare esperimenti in famiglia, o nel territorio di appartenenza, può offrire spunti importantissimi per gli studenti.

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