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Volontari in rete

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Volontari in rete

Volontari in rete

 

36mila volontari in tutta Europa. Lanciata la 4° edizione del concorso e la campagna di adesione alla “Rete dei volontari della conoscenza”
 
“Nonni su internet”, diploma per quasi 20 mila anziani. Con l'aiuto dei giovani
 
 
Redattore sociale, 27 settembre 2013
 
ROMA - “L’aggettivo migliore per descrivere quest’esperienza è ‘gratificante’, non solo perché per una volta siamo stati noi gli insegnanti, ma soprattutto perché abbiamo visto i progressi, la capacità degli anziani di usare da sole il pc, e sono diventati in nostri nonni, che ci vogliono bene come prediletti”. Matteo De Curtis, del liceo Socrate, è uno dei 36mila “volontari della conoscenza”, che aiutano in tutta Europa i principianti della terza età a prendere dimestichezza con le nuove tecnologie.
Il progetto “Nonni su Internet” è arrivato ormai a 11 edizioni, fino a lanciare la campagna di adesione alla “Rete dei volontari della conoscenza”, presente in nove paesi europei e promossa dalla Fondazione Mondo Digitale.
Si sono ritrovati al Campidoglio, in una sala festosa e piena di ragazzi, per premiare i migliori tutor dell’ultima edizione, lanciare il nuovo concorso e il progetto Isis per i prossimi due anni, legato all’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà fra generazioni.
“Pensavo mi servisse per mettere in ordine le mie ricette, e ricordarmi le date importanti. Ora posso comunicare con l’Inps, controllare i risultati delle analisi, e ho organizzato una splendida vacanza in agriturismo con le mie amiche – racconta Maria Palpini, 83 anni, una dei 19mila anziani diplomati con questo progetto -. In questo volontariato nessuno dà, nessuno riceve, ci si dona conoscenze e tempo libero e si impara a volersi bene”.
“La solidarietà intergenerazionale nell’apprendimento digitale è ora una necessità, in un momento di profonda crisi economica, culturale e sociale – spiega Alfonso Molina, professore di Strategie delle Tecnologie all’Università di Edimburgo e direttore scientifico della Fondazione -. E’ fondamentale per permettere ai giovani di avere gli strumenti e le capacità di affrontare le sfide del 21° secolo, con l’educazione esperienziale, imparare facendo”. Negli anni sono stati 15.500 i ragazzi delle scuole formati come tutor, che hanno insegnato a persone fino a dieci volte più grandi, anche con “kit formativi” online. Sono state attivate 15 officine per il recupero di pc dismessi, che hanno permesso di raccoglierne 900 per le scuole.
“Ormai ragazzini di 12 anni diventano miliardari creando app – prosegue il professore -, ma ci sono 6 milioni di giovani in Europa che abbandonano gli studi entro la terza media, e in Italia l’abbandono scolastico arriva quasi al 20 per cento, ben al di sopra della media del continente. Ma soprattutto c’è un preoccupante 22,7 per cento di ragazzi fra i 15 e i 29 anni che è nullafacente, non studia e non lavora, mentre l’Italia ha una competitività minore di quella greca”. A fronte di questi dati sui giovani, che nella stragrande maggioranza naviga su Internet e quasi sempre ha un computer, in Italia ci sono 147 anziani ogni 100 giovani, e fra  questi solo il 3 per cento degli over 75 naviga, poco più di un decimo ha un pc (DatiCensis, Isfol, Istat).
“In questo scenario da paura, dove ci si prospetta la catastrofe ecologica entro fine secolo – continua Molina – vediamo che il terzo settore è quello che cresce di più in tutta Europa, con imprese aumentate dell’8,4 per cento e 650mila nuovi posti di lavoro”. Ci sono 100 milioni di volontari in Europa, quasi 5 solo in Italia. “Allora quella capacità di unire reale e virtuale, scambiare i saperi e condividere le conoscenze fra generazioni, questo volontariato della conoscenza diventa fondamentale non solo per affrontare le sfide del futuro, ma anche per un arricchimento personale e sociale”.
“Abbattere il digital divide, permettere a tutti di utilizzare le nuove tecnologie è una grande opportunità – commenta Luigi Nieri, vicesindaco di Roma, dove è nata l’esperienza dei “Nonni su Internet” allargata poi a 18 regioni – e la parola magica qui è ‘volontariato’, in un’epoca in cui tutto è denaro. L’obiettivo di trasparenza è che tutti i cittadini possano seguire ogni tipo di certificato direttamente online, senza dover andare al municipio a chiedere dove si è incagliata la pratica”. (Elena Filicori)
 

 

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