e-EngAGEd, l'apprendimento intergenerazionale al Vian di Bracciano
"Il 76,5% degli italiani ritiene che le fake news sono sempre più sofisticate e difficili da scoprire, il 20,2% crede di non avere le competenze necessarie per riconoscerle e il 61,1% pensa di averle solo in parte. Solo una minoranza del 18,7% ritiene con certezza di essere in grado di riconoscere immediatamente una fake" (Terzo Rapporto Ital Communications-Censis). Ma come si sviluppano le competenze adeguate per difendersi dalla disinformazione?
La scorsa settimana presso la biblioteca del liceo Ignazio Vian di Bracciano, scuola guidata dalla dirigente Lucia Lolli, si è svolto un workshop intergenerazionale per il progetto europeo e-EngAGEd (Intergenerational Digital Engagement). L’obiettivo è migliorare le abilità di alfabetizzazione mediatica, collegate all’uso consapevole delle tecnologie dell’informazione della comunicazione, per contrastare la disinformazione e riconoscere le notizie fuorvianti. Giovani e anziani si ritrovano insieme ogni giovedì pomeriggio per sviluppare un’adeguata competenza mediatica. Ma in quale clima di svolgono questi originali laboratori? Lo abbiamo chiesto alla formatrice Nicoletta Vulpetti, che ci ha inviato una breve appunto con un titolo molto suggestivo “Di amicizie e caramelle al miele”. Buona lettura!
Cristina e Alessandra sono amiche da 75 anni: si sono conosciute a scuola, alle medie. Ora sono di nuovo vicine di banco, nella biblioteca del liceo Vian di Bracciano per gli incontri sulle competenze digitali del progetto Youth Vision della Fondazione Mondo Digitale.
Io le ho conosciute lì.
“Alessandra pensa che sia lei ad avere bisogno di me, ma invece è il contrario: sono io ad aver bisogno di lei. Dopo tutti questi anni non è poi così importante stabilire gerarchie tra chi ha bisogno di chi, ma essere consapevoli che ci fa stare bene stare insieme. E così eccoci qua: abbiamo deciso di capirne di più di email e facebook venendo qui e, come al solito, siamo venute insieme”.
Alessandra e Cristina sono due delle partecipanti al pomeriggio di formazione su fake news e phishing. Ci sono altri anta – molto anta… – e ragazzi delle scuole superiori, che negli incontri precedenti hanno fatto da tutor ai nonni, biologici o d’adozione, per scoprire come funziona il mondo che è dentro lo schermo.
La biblioteca è piena: ci saranno 50 persone e forse anche di più.
Non c’è separazione tra giovanissimi e senior: sono mischiati come nelle ricette che vengono meglio, quelle dove gli ingredienti sono ben amalgamati per restituire un sapore più intenso e migliore della somma delle singole parti.
A un certo punto Raffaele, 16 anni, ha un attacco di tosse. Prova a trattenersi, ma la tosse non passa. La nonna seduta a fianco tira fuori dalla borsa una caramella al miele e gliela porge. “Hai sempre un rimedio per tutto!”, ringrazia Raffaele, raccontando che all’incontro precedente era stata la volta di un pocket coffee quando si sentiva più stanco del solito.
Al termine delle due ore vado via ripetendomi quanto siano preziosi appuntamenti come questo, perché oltre l’acquisizione di una nuova competenza c’è l’evidenza di come gli esseri umani siano fatti per stare insieme, portando ognuno il proprio angolo di visuale del mondo.
E che importa chi ha bisogno di chi?
L’importante è sapere che si sta meglio uniti.