I docenti della scuola del noi: l'informatica creativa di Nicoletta Rossi
Il nostro appuntamento settimanale con i Docenti della scuola del noi oggi ci porta in Emilia Romagna, per conoscere Nicoletta Rossi, docente di Tecnologia e Informatica nell'istituto tecnico economico Giambattista Bodoni di Parma. Nella sua scuola Nicoletta è anche responsabile del settore strategico delle certificazioni europee.
Come di consueto condividiamo un breve video di auto presentazione e poi l'intervista curata dalla ricercatrice Ilaria Gaudiello, che coordina i lavori della comunità open source dei docenti e formatori.
L'INTERVISTA
Nicoletta, cosa vuol dire per te insegnare e come la Scuola del noi ti è stata utile per consolidare la tua visione della didattica?
Per me insegnare significa aiutare i miei studenti a spiccare il volo; devo mostrare ciò che desidero imparino, ma ancora di più devo dare loro la possibilità di apprendere con le loro modalità e i loro tempi. Insegno una materia (Informatica) piuttosto pratica, ma molto creativa. È essenziale che riescano a creare adoperando immaginazione e problem solving, ma è anche importante che riescano a farlo in base ai vincoli della realtà. Per intenderci: se, in un’”intervista impossibile” chiedessi a Michelangelo di scolpire una fontana per l’acqua potabile, la farà a modo suo, ma deve essere comunque una fontana che mi permetta di bere!
Per raggiungere questo risultato, l’esperienza della Scuola del noi, che mi ha permesso di sperimentare un progetto che avevo nel cassetto da tempo, è stata fondamentale. Il supporto della Fondazione Mondo Digitale nel progettare un percorso didattico che riuscisse a coinvolgere una classe di studenti poco motivati utilizzando tecnologie gratuite e approcci nuovi, è stato estremamente utile.
Puoi descrivere brevemente il progetto realizzato con i tuoi ragazzi?
Gli studenti hanno creato due app per la didattica, si sono divertiti e hanno imparato molto.
Inoltre da questo progetto è nata l’idea di un “kit” da rendere disponibile ad altri docenti che volessero ripetere l’esperienza, in modo che tutto il lavoro di ricerca di soluzioni che ho portato avanti quest’anno possa essere riutilizzato.
Quale è il tuo ideale di scuola?
Sogno una scuola liberata dal suo ruolo di sorveglianza e costrizione, in cui sia prevalente l’aspetto collaborativo. Mi spiego: da sempre buona parte del ruolo del docente consiste nel sorvegliare il comportamento dei ragazzi (un lavoro talvolta di estrema tutela e sorveglianza in cui il docente si trova depositario di un grande carico di responsabilità) e nell’impostare un tipo di apprendimento coercitivo. In realtà i ragazzi dovrebbero imparare perché lo desiderano, perché lo ritengono importante, non perché non hanno altra scelta; la scuola dovrebbe essere formata da team di persone che desiderano raggiungere un obiettivo comune. Si tratta, appunto, di un sogno; ma se realizzato permetterebbe di raggiungere il doppio del risultato… con metà della fatica!