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Un fiocchetto lilla

Un fiocchetto lilla

Un fiocchetto lilla

In Italia 2.665.000 adolescenti hanno problemi con cibo, peso e immagine corporea. Solo il 10% di chi soffre di disturbi alimentari chiede aiuto e in genere lo fa a tre anni di distanza dai primi sintomi.

 

In occasione della Giornata del fiocchetto lilla dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, che riccorre oggi 15 marzo, approfondiamo il tema con Stefania Sinesi, fondatrice, presidente e responsabile scientifico di Never Give Up. Psicologa, Psicoterapeuta, PhD, Stefania insegna presso l’Università degli Studi di Perugia, l’Università di Camerino e il Campus Bio-Medico di Roma.

 

Never Give Up è una delle associazioni che collabora al progetto Health4U, il programma di formazione e orientamento alle carriere universitarie e al mondo del lavoro promosso dalla Fondazione Johnson&Johnson, con un focus dedicato all’area della salute, del benessere e delle scienze della vita.

 

 

 

L'INTERVISTA A STEFANIA SINESI

 

Cosa sono e quali sono i disturbi alimentari?

I disturbi alimentari sono problematiche psichiatriche complesse. I principali disturbi alimentari sono anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata.

 

In Italia quali persone sono maggiormente affette da disturbi alimentari?

In Italia sono oltre 3 milioni le persone che hanno problemi di peso, cibo e immagine corporea. Ogni anno, muoiono di anoressia e bulimia 3.240 persone, e i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione costituiscono la prima causa di morte per malattia tra i 12 e i 25 anni.  Purtroppo ci sono esordi sempre più precoci, già dagli 8-9 anni.

 

La pandemia ha avuto effetti sull’incidenza e il diffondersi dei disturbi alimentari?

Purtroppo la pandemia da Covid ha portato ad un ulteriore aumento dei casi di disturbi alimentari: un segnale chiarissimo di quanto il coronavirus non abbia rappresentato e  non rappresenti solo una minaccia per la salute fisica ma abbia avuto, e continui ad avere, un impatto, a volte drammatico, anche sulla salute mentale, in particolare degli adolescenti

In particolare vi è stata un’esplosione di casi nel sesso maschile e l’età di esordio si è notevolmente abbassata.

 

Quali fattori possono concorrere allo sviluppo di disturbi alimentari? Quali invece sono utili alla prevenzione?

I disturbi alimentari hanno un’eziologia multifattoriale ovvero sono causati da più fattori. Tra i fattori protettivi troviamo relazioni positive con il contesto familiare, l'accettazione del proprio corpo, l'autostima, la capacità di far fronte agli eventi stressanti.

 

A chi può rivolgersi una persona con disturbi alimentari per uscire dalla propria condizione?

A un’equipe multidisciplinare specializzata in disturbi alimentari.

 

Quali fattori inibiscono le persone con disturbi alimentari dal chiedere aiuto?

La paura di chiedere aiuto, la paura del giudizio, la paura di ammettere di avere un problema.   Purtroppo molte volte anche i genitori possono avere difficoltà a chiedere aiuto perchè temono che questi disturbi implichino un mettersi in discussione da parte di tutta la famiglia o un’assunzione di colpa. In realtà la famiglia è una grande risorsa non solo nel riconoscimento del problema ma anche nel trattamento.

 

Come capire se una persona a noi cara è affetta da un disturbo alimentare?

Ci sono diversi campanelli d’allarme che gli stessi genitori possono notare a tavola. Il tagliuzzare il cibo, il rifiuto di alcuni alimenti, un comportamento diverso e anomalo e soprattutto il correre in bagno subito dopo pranzo o cena. Ma ci sono anche differenze che si possono notare nel comportamento, un ritiro sociale, l’apatia

 

Come possiamo aiutare una persona con disturbi alimentari? Ci sono comportamenti da evitare? Quali invece sono le azioni raccomandate?

Facendola sentire accolta, non giudicandola ma anzi supportandola nel chiedere aiuto rivolgendosi ai professionisti. Dovremmo evitare di concentrarci solo sul rapporto con il cibo perché nei disturbi alimentari i problemi con il cibo, il peso e l’immagine corporea sono solo la punta dell’iceberg di un disagio più profondo.

 

Perché è importante parlare a scuola di questi temi?

È importante parlarne per riuscire ad abbattere le barriere a chiedere aiuto. Il dato più drammatico è che il 70% di chi soffre di questi problemi è un adolescente. Se intercettati e trattati in tempo, questi disturbi possono essere curati. Purtroppo, solo il 10% di chi ne soffre chiede aiuto e lo chiede mediamente dopo tre anni dai primi sintomi. Serve parlare a scuola di questi temi fornendo esperienze professionali e utili per poterne uscire. È stato invece messo in luce come parlare solo di sintomi possa avere effetti iatrogeni nell’aumentare il rischio che questi problemi possano verificarsi.

 

Il prossimo appuntamento del programma Health4U è giovedì prossimo, 17 marzo, dalle 15 alle 17. Gli studente incontrano Stefania Senesi per il modulo 10 dedicato proprio ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.

 

La campagna di comunicazione, diretta dal regista premio Oscar Danis Tanović, con l’obiettivo di rompere il muro di silenzio in cui si rifugia chi soffre di disturbi alimentari.

 

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