Verso la RomeCup 2025, dalla passione per il mare e gli sport estremi alla ricerca tecnologica
A volte le idee più rivoluzionarie nascono da un’intuizione semplice, che affonda le radici nella vita quotidiana. Un viaggio in traghetto verso Capraia, la vista del mare che si apre all’orizzonte, la consapevolezza di quanto ogni emergenza in acqua richieda velocità, precisione, soluzioni nuove. Così è nato il “New Safety Drone”, il drone salvavita progettato dalla startup Human Drone Team srl insieme alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, che viene presentato nell’area dimostrativa della RomeCup 2025.
Un progetto che unisce sport, tecnologia e senso civico, nato dall’esperienza diretta di Ettore Ardisson, presidente della società: soccorritore volontario, appassionato di sport estremi, cresciuto in simbiosi con il mare di Livorno. Un’idea che oggi, grazie alla collaborazione con Veleria San Giorgio e alla ricerca d’avanguardia dell’Università Sant’Anna di Pisa, ha preso forma in un drone capace di raggiungere chi è in difficoltà, calare un giubbotto di salvataggio, avviare un contatto radio e trasmettere in tempo reale la posizione ai soccorsi.
New Safety Drone a RomeCup 2025
Nell’area dimostrativa della RomeCup 2025 la startup Human Drone Team srl porta il suo prototipo di servizio di soccorso per salvataggio in mare e terra grazie all’intelligenza artificiale, sviluppato insieme all’Istituto Sant’Anna di Pisa. Il “New Safety Drone”, il drone salvavita, è stato realizzato grazie ad una collaborazione tra Veleria San Giorgio, Human Drone Team e l'Università Sant'Anna di Pisa. È in grado di raggiungere la persona da soccorrere, calare un giubbotto di salvataggio e attivare una comunicazione radio, per poi trasmettere ai mezzi di soccorso la posizione esatta per il recupero dell'uomo in mare.
Tecnologie per il soccorso
L’idea è nata dalla passione per lo sport unita a un grande senso civico, come racconta Ettore Ardisson, presidente della società che l’ha sviluppata: “La mia passione per gli sport estremi e il volontariato attivo nella protezione civile sono state la spinta a sviluppare il progetto. Da sempre attratto da attività adrenaliniche come il bungee jumping e il paracadutismo, ho sviluppato parallelamente un forte interesse per le operazioni di soccorso. Questi due elementi, insieme a un viaggio in traghetto verso l’isola di Capraia, hanno ispirato il progetto iniziale. Del resto ho sempre vissuto a Livorno, in simbiosi con il mare, e negli anni ho imparato a conoscerne sia la bellezza che i pericoli. Come soccorritore, ho vissuto in prima persona le difficoltà e i limiti dei mezzi tradizionali nelle operazioni di salvataggio. Da questa esperienza è nata la volontà di trovare una soluzione più efficace, che potesse garantire rapidità e sicurezza negli interventi. Così è nata l’idea di un drone: un mezzo capace di coniugare velocità, precisione e versatilità, superando gli ostacoli delle attuali tecnologie di soccorso. Era una sfida del tutto nuova, mai sperimentata prima, e trasformarla in realtà ha richiesto impegno, ricerca e test sul campo. Nonostante qualche incertezza iniziale, ho creduto fin da subito nel progetto, investendoci tutto me stesso. Oggi, dopo tanto lavoro, il nostro drone è pronto a diventare realtà”.
Dall’idea al prototipo: tutte le fasi di sviluppo
"Siamo partiti con la fase di ricerca e sviluppo, analizzando i principali scenari di soccorso e le tecnologie disponibili. Abbiamo poi progettato e testato un drone capace di trasportare e rilasciare dispositivi di galleggiamento in modo preciso, garantendo operazioni affidabili anche in condizioni avverse. Dopo questa fase, abbiamo deciso di proteggere la nostra idea con un brevetto, così da tutelare l’azienda dai competitor e garantirne la crescita nel settore. Inoltre, stiamo sviluppando un sistema di assistenza alla guida basato su intelligenza artificiale, che consentirà anche agli operatori meno esperti di manovrare il nostro drone con facilità e sicurezza. L’intero processo ha coinvolto ingegneri, esperti di soccorso e test sul campo per affinare il sistema. Abbiamo coinvolto due importanti partner, Veleria San Giorgio e la Scuola Universitaria Superiore Sant'Anna di Pisa, per beneficiare della loro esperienza e competenza, che ci hanno permesso di progredire più rapidamente, basandoci su solide fondamenta costruite da esperti nel settore”.
Dietro le quinte dell'innovazione
“Grazie al supporto dei miei amici e soci di allora, Alessandro Maestrini e Simone Pietra Caprina, abbiamo analizzato le diverse possibilità e soluzioni già esistenti nel settore, cercando affinità con la nostra idea. Tuttavia, come spesso accade, la realizzazione concreta del progetto ha richiesto investimenti significativi. Per questo motivo ho deciso di farmi carico personalmente degli oneri e degli onori dell'iniziativa, pur contando sempre sul sostegno esterno dei miei amici d’infanzia e delle nuove collaborazioni sviluppate negli ultimi quattro anni”, continua Ardisson. “Oggi il sistema ha attirato l’attenzione di diverse realtà, possiamo offrire un contributo significativo alle sfide future. Stiamo sviluppando nuove soluzioni per l’impiego dell’intelligenza artificiale nel soccorso autonomo e semi-autonomo, in collaborazione con il Dipartimento di Biorobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa”.
“Inoltre, attraverso le nostre mappe digitali, vogliamo proporre strumenti innovativi per migliorare l’accoglienza turistica nel nostro Paese, con particolare attenzione a un contesto di straordinario valore come quello della RomeCup. Per noi questa è un’ottima occasione per mostrare il nostro sistema a un pubblico più ampio e stimolare il dibattito sull’uso dei droni nel soccorso. Vogliamo condividere la nostra esperienza, ricevere feedback e creare connessioni con realtà accademiche e industriali che possano contribuire allo sviluppo del progetto”, conclude.
A cura di Onelia Onorati, ufficio stampa