Domani la presentazione della sesta edizione di Computer Science First
"Le tecnologie digitali hanno un enorme potenziale di trasformazione, ma non abbiamo ancora capito come mantenere queste promesse" [Unesco, Re-immaginare i nostri futuri insieme: un nuovo contratto sociale per l’educazione, 2023].
In Italia, come in Spagna, Lussemburgo, Austria e Portogallo, l’informatica viene inizialmente insegnata come parte di altre materie a livello secondario inferiore e viene successivamente introdotta come materia separata a livello secondario superiore. La recente normativa, parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza, prevede il rafforzamento delle competenze digitali nell’istruzione primaria e secondaria [vedi PNRR Istruzione].
La disponibilità di un’adeguata formazione continua degli insegnanti e di vari materiali didattici sono le condizioni necessarie per un insegnamento e un apprendimento di buona qualità. Il supporto sistematico e continuo aiuta gli insegnanti a svolgere efficacemente il proprio lavoro e a rimanere motivati, ribadisce Eurydice nel rapporto “Informatica a scuola in Europa”. Nella figura la sintesi del quadro delle competenze digitali per l'insegnante o formatore secondo il DigCompEdu.
Lavoriamo proprio in questa direzione con iniziative come Computer Science First, il progetto che Google rivolge ai docenti degli istituti comprensivi per sviluppare il pensiero computazionale e le competenze trasversali con la piattaforma gratuitta CS First.
CS First, infatti, permette di integrare la didattica delle discipline curricolari con metodologie più efficaci per insegnare e apprendere nuovi linguaggi e non solo per “fare codice”. E, grazie alle particolari caratteristiche della piattaforma, aiutiamo anche gli insegnanti a costruire un ambiente di apprendimento collaborativo e inclusivo, attento a diverse tipologie di bisogni speciali o di fragilità temporanee.
Mercoledì prossimo 28 febbraio all’Università di Pisa presentiamo il sesto anno di collaborazione con Computer Science First con un originale evento formativo dal titolo Il pensiero computazionale e le competenze trasversali, che prevede anche il racconto di buone pratiche inclusive realizzate con la piattaforma.
Da questo punto di vista, infatti, la piattaforma può rivelarsi uno strumento molto efficace per il coinvolgimento degli alunni in condizione di fragilità o con bisogni speciali, vista la complessità della sfida della massima inclusione scelta della scuola italiana.
Su questo tema suggeriamo di leggere il commento di Linda Laura Sabbadini, pioniera delle statistiche sociali, pubblicato sabato scorso sul quotidiano La Repubblica. La studiosa dei cambiamenti sociali ci ricorda che “le nostre norme sono un fiore all’occhiello del Paese”, anche se è difficile tradurle in una realtà quotidiana inclusiva, per una serie di ostacoli: la mancanza di una continuità didattica, un numero insufficiente di insegnanti di sostegno specializzati (solo il 30%), poca formazione su nuove tecnologie educative specifiche, poca partecipazione degli alunni alla vita della classe compresi i momenti di educazione non formale, pochi strumenti informatici adattati, presenza di barriere nelle scuole ecc.
Ecco perché vogliamo continuare a essere dove si concentrano le maggiori vulnerabilità, per sostenere gli sforzi di tanti insegnanti di valore impegnati a garantire i diritti di tutti i bambini e ragazzi a scuola, come ci chiede la nostra Costituzione.