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Tra infodemia e rimozione

Tra infodemia e rimozione

Tra infodemia e rimozione

In tv e sui giornali si parla sempre meno di quello che succede negli altri paesi. Il racconto dell'Africa, ad esempio, sta quasi scomparendo, con solo l’1,6% di notizie dedicate nei telegiornali. Sulle prime pagine dei sei principali quotidiani italiani la presenza di notizie sul continente africano è diminuita del 55%. I dati emergono dal rapporto L’Africa MEDIAta, curato dall’Osservatorio di Pavia.

 

Tra gli effetti dell’emergenza sanitaria Covid-19 e delle sue drammatiche conseguenze, vi è proprio la progressiva scomparsa mediatica di alcuni tempi cruciali come quello della migrazione. Però, durante la pandemia, come ci ricorda l'Unhcr, abbiamo anche compreso che "solo se ognuno fa la propria parte possiamo creare un mondo più sicuro per tutti. Insieme possiamo fare la differenza. Together we can do anything".

 

 

Anche quest'anno il perdurare dello stato di emergenza ci impedisce di ricordare la Giornata mondiale del rifugiato, che ricorre domenica prossima 20 giugno, con la nostra tradizionale sfida calcistica, che coinvolgeva squadra di studenti e di giovani migranti.

 

Possiamo però continuare a dire #Iocisono e impegnarci a curare sempre di più le nostre parole e il nostro linguaggio, a rimettere al centro dei nostri ragionamenti tutte le persone che abbiamo relegato nelle periferie dei nostri pensieri.

Cominciamo dall'uso discriminatorio delle parole e condividiamo un'intervista a Tullio De Mauro (Torre Annunziata 1932 - Roma 2017) realizzata da Carta di Roma.

 

“Meglio qualche pesantezza e rigidità che usi discriminatori delle parole”. L’intervista di Carta di Roma a Tullio De Mauro

 

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