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Strategie per il lavoro

Strategie per il lavoro

Strategie per il lavoro

Sono 2.841 i giovani che in questi sei mesi hanno partecipato ai laboratori dell’Officina dei Nuovi Lavori. Hanno tutti tra i 15 e 19 anni anni.

 

Alcuni di loro oggi hanno incontrato il direttore di Google.org Jacquelline Fuller e si sono presentati con una breve testimonianza.

Ecco le loro storie.

 

Giulia Cocci, 26 anni, Fermo

Il fab lab è una cosa che ho sempre voluto conoscere e trovandovi sul web ho deciso di aderire subito. Questo mi ha permesso di mettermi alla prova di fronte a macchine nuove e di stimolare la mia curiosità.

Vorrei creare un’associazione culturale che mi permetta di realizzare prodotti al fab lab dell’Officina dei Nuovi Lavori e portarli nelle facoltà di architettura per far conoscere le potenzialità di queste macchine anche a chi non ha avuto la fortuna di essere qui con noi.

 

Alberto Flamini, 22 anni, Roma

Ho sempre avuto spiccate capacità manuali per questo ho scelto l’indirizzo odontotecnico, ma dopo la scuola non ho lavorato. Ho due passioni, la chitarra e il modellismo. Ho saputo di questa opportunità da mia madre e mi sono iscritto. In una settimana al fab lab ho imparato a usare le macchine e ho costruito un ukulele. Da qualche mese dipingo i personaggi in miniatura dei giochi da tavolo e voglio costruire una piccola impresa di modellismo 3D. Mi piace l’idea di un’impresa tutta mia.

 

Francesca Favaretto, 25 anni, Tivoli

Ho un diploma di odontotecnico, lavoro che non ho mai fatto. Dopo la scuola mi sono trasferita a Londra per cinque anni e per un anno ho fatto la store manager. Da quando sono rientrata in Italia sono disoccupata. Ho un figlio e un altro in arrivo. L’esperienza del video lab mi è fatto capire che ci sono nuove professioni che si possono conciliare con la famiglia. D’accordo con il mio compagno ho deciso che non voglio a rinunciare a nessuna delle due cose: famiglia e lavoro.

        

Irene Riccardi, 20 anni, Roma

Sono venuta al videolab per scoprire come poter usare le tecnologie per alimentare la mia grande passione: la moda. Dopo aver partecipato ai laboratori sono nate in me nuove idee per il futuro. Vorrei realizzare una collezione di abiti e pubblicizzarla con i social attraverso uno spot in cui io stessa sono la protagonista. Spero di poter continuare a frequentare l’Officina dei Nuovi Lavori e costruire il mio futuro professionale.

 

Chiara Rufino, 25 anni, Torino

Ho sempre avuto amici che fanno questo mestiere e volevo capirne molto di più. Un mio sogno infantile era di fare un videogioco e io volevo scriverne la storia. Voglio continuare  frequentare il GameLab e costruire sul videogioco il mio futuro professionale. Mi piacerebbe occuparmi della sceneggiatura, della creazione e del background dei personaggi per poi andare alle fiere dei fumetti e venderlo. Cercherei uno sponsor del mio videogioco anche attraverso il web e il crowdfunding.

 

Luca Sembroni, 29 anni, Roma

Ho solo la licenza media. Ho continuato a studiare per un po’ ma poi ho smesso. Ho preferito lavorare subito, come barista, vigilante, riparatore di pc. Ora sono disoccupato. La mia vera passione è l’informatica, ma è sempre rimasta solo un hobby. Una settimana al Game Lab, però, mi ha fatto tornare la voglia di studiare. Mi sono iscritto a un corso di programmazione e voglio specializzarmi nel settore dei dispositivi mobili. Non è mai troppo tardi. Neanche per me.

 

Matteo Cese, 19 anni, Roma

In Italia non esiste un posto così, ho conosciuto la realtà aumentata e virtuale e capito come posso utilizzarle. Il mio progetto è quello di migliorare l’utilizzo del casco neurale nell’ambiente esterno. L’elettroencelografo (tecnologia EEG) riesce a tradurre i segnali elettrici del cervello in istruzioni per dispositivi come carrozzine per disabili. Mi piacerebbe riuscire a creare un prodotto tutto mio per poi presentarlo agli investitori attraverso il crowdfunding.

 

Marco Rajani, 23 anni, Roma

Con l’Immersive Lab ho conosciuto strumenti all’avanguardia che non si trovano da nessuna altra parte. Ho provato in prima persona le potenzialità di questi strumenti.

Ho collegato questa realtà ai miei interessi e ho un progetto: voglio usare l’ImmersiveLab e gli strumenti come il cave e l’oculus per l’architettura, facendo immergere i miei potenziali clienti in un ambiente ideale. Ho già il titolo della mia start up: “ImmersiveArch”.

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