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Scenari di emergenza sul metaverso

Il metaverso per la sanità

Scenari di emergenza sul metaverso

Scenari di emergenza sul metaverso

Con i visori Quest 2 al congresso nazionale Simmed a Genova

Mercoledì scorso, alla vigilia del Congresso nazionale della Società Italiana di Simulazione in Medicina, in corso a Genova (12-13 ottobre), abbiamo organizzato una sessione di formazione esperienziale nel metaverso (vedi la notizia Gemelli digitali e ospedali virtuali). Ecco un breve reseconto dei diversi interventi, curato da Riccardo Russo.

 

Pier Luigi Ingrassia, presidente della Società Italiana di Simulazione in Medicina (SIMMED): questa iniziativa si inserisce perfettamente nella nostra mission, creare un sistema sanitario più affidabile e sicuro. Attraverso l’uso di tecnologie come quella del metaverso permettiamo a professioni attuali e futuri di acquisire esperienza utile al loro lavoro quotidiano. Quella di oggi è la prima tappa di un percorso che vede coinvolte Fondazione Mondo Digitale, Meta, Simmed e Simm (Società Italiana di Leadership e Management in medicina) e che ha l’obiettivo di alfabetizzare e sensibilizzare la comunità scientifica e accademica. Ricordiamo sempre che la formazione è solo il mezzo, il fine è invece la nostra sicurezza e quella della comunità.

Elisa Amorelli, coordinatrice comunicazione, rapporti istituzionali e marketing sociale della Fondazione Mondo Digitale: alla base del lavoro di Fondazione Mondo Digitale c’è l’innovazione sociale, l’alfabetizzazione digitale per l’intera cittadinanza. Il nostro obiettivo è capire come la tecnologia possa rappresentare un’opportunità per tutti i cittadini nella propria quotidianità.

Costanza Andreini, Public Policy Manager Italy di Meta: lo sviluppo tecnologico, la realtà immersiva e quella mista possono aiutarci a fare di più e meglio, senza dimenticare la fisicità delle nostre relazioni e delle nostre vite. In ambito medico, nello specifico, i progressi sono incredibili: il medico deve avere un occhio critico per quello che sta accadendo e Meta è qui per accompagnarlo in questo. La tecnologia può migliorare la trasmissione di informazioni e di conoscenze, soprattutto la sperimentazione in un ambiente sicuro.

Nicola Gentili, membro del comitato esecutivo Società Italiana di Leadership e Management in medicina (SIMM): lavoriamo per mettere al centro il valore della sanità verso la comunità e sostenere l’accessibilità delle cure. Siamo interessati a capire il metaverso, convinti che sia una grande opportunità e che apra importanti prospettive, soprattutto per la sostenibiltà del sistema sanitario pubblico italiano. Non dobbiamo utilizzare il metaverso come alternativa agli strumenti attuali, ha le sue caratteristiche e peculiarità e andrebbe usato per dar vita a nuove attività nell’ambito sanitario.

Gianluca Polegri, direttore divisione Digital Channels Management Engineering: non è così immediato capire cosa c’è dietro il metaverso, soprattutto perché all’inizio ha avuto una declinazione prettamente consumer. I primi esempi sono infatti legati al mondo del gaming. Il metaverso è un ambiente vivo che costruisce una storia, è l’unione di diverse tecnologie che contribuiscono a creare un mondo simile a quello reale, ma che dà alcune opportunità in più rispetto ai servizi digitali tradizionali. Dal punto di vista professionale c’è un forte interesse su questi temi. Per il mondo della sanità, per esempio, esso permette di sviluppare una serie di soluzioni in più rispetto alle applicazioni consolidate: risparmiare in termini di efficientamento economico e trasferimenti fisici, essere tutti in uno stesso ambiente fisico contemporaneamente, ideare simulazioni per ridurre il rischio e massimizzare la formazione delle persone che operano nel campo.

Lorenz Toniolo, responsabile progetti formativi Nume Plus SRL: il nostro applicativo SimX permette di simulare, riproducendo la realtà, un ambiente sanitario, come per esempio l’ambulanza. Abbiamo così la possibilità di monitorare e visitare il paziente virtuale, ordinare dei farmaci per studiarne le reazioni o modificare la pressione del paziente per definire scenari sempre nuovi.

Luca Angeli, Head of global sales UpSurgeOn: il nostro lavoro è un impulso per la formazione medica e chirurgica. Ad oggi questo tipo di formazione si può fare o su cadaveri o su pazienti ed entrambi questi scenari hanno problemi logistici notevoli. Quello che cerchiamo di fare è di aggiungere l’elemento della simulazione ragionata e mediata tra la realtà fisica, quella del metaverso e lo spazio in realtà aumentata.

 

Brainstorming

Luisa Zoda, coordinatrice Centro di simulazione CEMEDIS del CEFPAS - Regione Siciliana: ho provato la tecnologia e penso che sarebbe utile utilizzare gli scenari di maxi-emergenza per risparmiare soprattutto in termini di risorse. Mi ha colpito che quattro operatori possano interagire tra di loro in uno stesso scenario.

Luca Tortorolo, Coordinatore Centro di Simulazione  Tree Center: mi chiedo soprattutto quanto questi scenari siano flessibili e quanto invece siano predeterminati e quali siano quindi le possibilità di modificarlo.

Lorenz Toniolo, responsabile progetti formativi Nume Plus SRL: chi imposta uno scenario può decidere tra alcuni stati del paziente già definiti. Nel caso del manichino virtuale, per esempio, è possibile personalizzare i parametri vitali. Ci sono ovviamente dei limiti che riguardano, per esempio, esami di laboratorio, ma a breve sarà possibile una ulteriore personalizzazione.

Emanuele Capogna, simulation manager, ricercatore e Train-the-Trainer EESOA, Centro simulazione maternità e assistenza neonatale Roma: la prima cosa che mi è venuta in mente è il livello di sicurezza garantito con l’uso dei visori.

Lorenz Toniolo, responsabile progetti formativi Nume Plus SRL: lo scenario ideale è sicuramente lo spazio riprodotto 1:1, che riproduca fedelmente lo spazio reale.

Luca Angeli, Head of global sales UpSurgeOn: il metaverso ti permette l’interazione tra varie specialità. Nella nostra realtà stiamo collaborando con diverse aziende multinazionali, dove questo concetto viene amplificato, per possono creare comunità di sale operatorie, l’operatore di uno stesso caso ha una comunità che può assisterlo proprio grazie al metaverso.

Pier Luigi Ingrassia, presidente della Società Italiana di Simulazione in Medicina (SIMMED): il mondo digitale e i dispositivi virtuali sono ormai entrati nella pratica comune dell’ambiente sanitario, lo stanno in un certo senso “invadendo”. In futuro se ne farà un uso sempre più intenso nelle applicazioni pratiche. Noi che rappresentiamo coloro che utilizzano queste tecnologie per la formazione, dobbiamo imparare ad usare bene. L’invito finale, quindi, è quello di formarci ad hoc su di essi: non devono sostituire la formazione, ma integrarla.

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